L' Inno di Mameli composto da cinque strofe alternate dal ritornello “ stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte, l'Italia chiamò” fu scritto da Goffredo Mameli (nato a Genova il 5 novembre 1827) ai primi di novembre1847, all'età dunque di soli 20 anni, e musicato dal M° Michele Novaro.
Il giovane, che aveva studiato dai Padri Scolopi fondati da S.Giuseppe Calasanzio noti per le loro simpatie liberali e patriottiche, aveva aderito alla “Giovane Italia” di Mazzini, aveva partecipato con molto entusiasmo nel 1846 alle manifestazioni patriottiche celebrative dell'insurrezione del popolo genovese che un secolo prima avevano cacciato gli austriaci da Genova, ed era stato impressionato dal gesto coraggioso del ragazzo Giovanni Battista Perasso detto “Balilla” che aveva fatto fischiare contro gli austriaci il famoso sasso.
Episodio poi magnificato in regime fascista (lo ricordo per i più giovani) con il canto :”…fischia il sasso, il nome squilla… dell’intrepido Balilla” che “sta gigante nella storia”.
Ne fu ispirato, e nelle cinque strofe citò alcuni fatti ed episodi storici per dimostrare il coraggio degli italiani che, sopito, andava finalmente risvegliato: ed il suo “siam pronti alla morte” fu presagio della sua fine gloriosa avvenuta due anni dopo sotto le mura di Roma ove era accorso per difendere la neonata Repubblica Romana del 1849.
La terza strofa è una testimonianza di fede patriottica e religiosa: eccola.
“Uniamoci, amiamoci, / l’unione e l’amore / rivelano ai popoli / le vie del Signore; / giuriam far libero / il suolo natio: / uniti per Dio, / chi vincer ci può?”
Senza dimenticare che il Proclama lanciato ai romani da Armellini, Mazzini e Saffi “eletti nel nome di Dio e del Popolo” Triumviri della Repubblica Romana per la quale morì Goffredo Mameli, conclude inneggiando alla “Fede in Dio, nel diritto ed in noi”.
Ci auguriamo ora che molti atei e mangiapreti cui erano forse sfuggiti i riferimenti a Dio insiti nel nostro inno nazionale, facendo ciononostante prevalere il patriottismo sulla loro fede laicista, continueranno a cantare con noi, a voce piena, il glorioso ’”Inno di Mameli”.
Giovanni Zannini
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