“Hitler e Mussolini” è un volumetto edito da Rizzoli Editore nel 1946
contenente la corrispondenza intercorsa fra Mussolini ed Hitler nel periodo che va dal 25 agosto 1939 al 22
maggio 1943, con introduzione e note di Vittorio Zincone noto giornalista ed
uomo politico liberale morto nel 1968.
In particolare il primo capitolo “Lo scoppio della seconda guerra mondiale” raccoglie la corrispondenza intercorsa fra i
due dittatori nel periodo della crisi dell’agosto/settembre 1939 rinvenuti in una cartellina recante le seguenti indicazioni :”N.72 – Segreteria particolare
del Duce – SEGRETO - Agosto/settembre
1939-XVII – Scambio di lettere fra il DUCE e il FUEHRER (argomenti vari –
inizio operazioni in Polonia) – 13
lettere – Atti - Agosto 1939-XVII.”
Ciò che da questa corrispondenza
emerge, e impressiona, è il
precipitare impetuoso non solo dei giorni cruciali della crisi - fine agosto 1 settembre 1939 – che segnarono
l’inizio della seconda guerra mondiale, ma addirittura la puntuale, burocratica
registrazione degli orari in cui i
messaggi furono scambiati, dai quali emergono dettagli poco (o pochissimo) noti
che stanno dietro la facciata della storia ufficiale più conosciuta e
consolidata .
A questo scopo premetteremo al contenuto dei messaggi, in chiara
evidenza visiva, il giorno e l’ora in
cui essi furono spediti al destinatario.
MESSAGGIO 25-8-1939 HITLER A
MUSSOLINI AD ORE 15
Hitler si sentiva, evidentemente,
in imbarazzo per non aver tempestivamente informato Mussolini - con il quale aveva tre mesi prima
stipulato iI “Patto d’acciaio” che prevedeva la
consultazione preventiva tra alleati –
del “Patto di non aggressione russo/tedesco” che tanta sorpresa e incredulità
aveva suscitato in tutto il mondo, sottoscritto da Molotoff e da Ribbentrop due
giorni prima, il 23 agosto, a Mosca.
“Non vi ho ancora, Duce” si giustifica “informato in dettaglio su
questo argomento perché mi mancava non soltanto la visione dell’ampiezza che
queste conversazioni avrebbero potuto raggiungere, ma anche soprattutto la
certezza della possibilità del successo”. Ciò premesso prosegue assicurando
all’alleato che il patto stipulato con la Russia ha creato una situazione politica
mondiale “che deve essere considerata
come un fortissimo guadagno per l’Asse”; e conclude – mettendo, come si suol dire, le
mani avanti sul progetto che già da tempo covava - “che la tensione con la Polonia è
insopportabile e che in tali condizioni,
nessuno può prevedere ciò che si
verificherà nell’immediato avvenire…”.
MESSAGGIO 25-8-1939 MUSSOLINI A
HITLER AD ORE 17,30.
Anzitutto, “per quanto riguarda l’accordo con la Russia, io lo approvo
completamente………era necessario un riavvicinamento fra la Germania e la Russia”.
(A questo punto sia consentito aprire, all’interno di questa lettera,
una parentesi per porre nella massima possibile evidenza la clamorosa
contraddizione in cui cade Mussolini con
altra sua lettera a Hitler del 3 gennaio 1940 allorchè, a proposito degli
accordi con la Russia, esprime con parole dure, che sanno di aperto rimprovero, il suo netto dissenso. Egli scrive
infatti:”…Io, che sono nato rivoluzionario e che non ho modificato la mia
mentalità di rivoluzionario, vi dico che
voi non potete permanentemente sacrificare i principi della vostra
rivoluzione alle esigenze tattiche di un
determinato momento politico. Io sento
che Voi non potete abbandonare la bandiera antisemita ed antibolscevica che
avete fatto sventolare per 20 anni e per la quale tanti vostri camerati sono
morti…Ho il preciso dovere di aggiungere
che un ulteriore passo nei vostri
rapporti con Mosca avrebbe ripercussioni
catastrofiche in Italia dove l’unanimità
antibolscevica è assoluta, granitica,
inscindibile…Sino a 4 mesi fa la Russia era il nemico mondiale numero uno: non
può essere diventato e non è l’amico
numero uno. Questo ha turbato profondamente i fascisti in Italia e forse anche
molti nazional-socialisti in Germania…”.
Chiusa parentesi, e riprendiamo
il testo della lettera intestata).
Più avanti, “…per quanto riguarda l’atteggiamento pratico dell’Italia
nel caso di un’azione militare”, il Duce così precisa: “Se la Germania attacca
la Polonia e il conflitto rimane
localizzato, l’Italia darà alla Germania ogni forma di aiuto politico,
economico, che le sarà richiesto. Se la Germania attacca la Polonia e gli
alleati di questa contrattaccano la Germania, Vi prospetto l’opportunità di non assumere io l’iniziativa di operazioni
belliche date le attuali condizioni
della preparazione militare italiana ripetutamente e tempestivamente
segnalate…”. Infatti, prosegue più avanti, “nei nostri incontri la guerra era
prevista dopo il 1942 e a quell’epoca sarei stato pronto per terra, per mare e per aria secondo i
piani concordati”. Però… “…Il nostro intervento
può tuttavia essere immediato se
la Germania ci darà subito i mezzi
bellici e le materie prime per
sostenere l’urto che i franco-inglesi
dirigeranno prevalentemente contro di noi…”. Insomma, un appello al buon
cuore ed alla generosità dell’alleato. Oltre a ciò, si noti la confessione
mussoliniana dell’intesa raggiunta con la Germania in precedenza, di scatenare
la guerra dopo il 1942.
MESSAGGIO HITLER A MUSSOLINI.(Zincone, in una nota a piè di pagina, afferma che “il documento non reca data ma è indubbiamente della SERA DEL 25 AGOSTO
1939)
Hitler preso atto che “…il Vostro intervento in un grande conflitto europeo potrebbe
avvenire soltanto qualora la Germania Vi desse immediatamente i mezzi bellici e
le materie prime necessarie”, chiede,
premurosamente ”…di quali mezzi bellici e di quali materie prime voi
abbisognate ed entro quanto tempo”, affinchè
si possa regolare.
MESSAGGIO 26 AGOSTO 1939 MUSSOLINI A HITLER AD ORE 12,10
Mussolini gli snocciola una lista del materiale occorrente alle forze
armate italiane “per sostenere una
guerra di 12 mesi oltre a quello che
abbiamo”. Per motivi si spazio, invece che in colonna, indichiamo qui di
seguito le tonnellate richieste: carbone per il gas e la siderurgia 6.000.000; acciaio 2.000.000; olii minerali
7.000.000; legno 1.000.000; rame 150.000; nitrato di sodio 220.000; sali
potassici 70.000; colofonia 25.000;
gomma 22.000; toluolo 18.000; essenza trementina 6.000; piombo 10.000; stagno
7.000; nikelio 5.000; molibdeno 600; tungsteno 600; zirconio 20; titanio 400.
Inoltre, per proteggere gli impianti industriali italiani, “occorre l’immediato
invio di 150 batterie (si ritiene, antiaeree – n.d.a.) da 90 e relativo
munizionamento…”. E conclude che “senza la certezza di questi munizionamenti i
sacrifici ai quali chiamerei il popolo italiano potrebbero essere vani e
compromettere con la mia anche la vostra
causa”.
MESSAGGIO 26 AGOSTO 1939 HITLER
A MUSSOLINI AD ORE 15,08.
No, risponde Hitler, non ce la faccio a fornire all’Italia tutta quella montagna di roba che chiede. Ce la farei a darle il carbone,
l’acciaio, il legname ed i sali di
potassio nella quantità richiesta, per il carburante “ devo io stesso in primo
luogo procurarmi dati precisi,” ma per gli olii minerali, il rame, ed il nikel, non se ne parla neppure.
“In quanto alle batterie antiaeree il Reich sarebbe in condizione di
fornirne subito 30 di 4 cannoni; dopo la
fine delle operazioni polacche altre 30 e nel corso
di un anno altre 30 tutte con
personale e strumenti di comando tedeschi”.
Ma siccome, come affermato dall’ambasciatore Attolico, tutto dovrebbe
essere fornito dalla Germania addirittura immediatamente, prima dello scoppio
delle ostilità, lasciamo perdere, sembra dire: stia pur fuori dalla guerra, gli basta che
l’Italia gli dia una mano procedendo “ad
impegnare, come voi prospettate, le forze anglo-francesi mediante un’attiva propaganda e dimostrazioni militari appropriate”. Ossia,
mostrare i muscoli, creare dubbi sulle
intenzioni dell’Italia immobilizzando in
tal modo molti soldati francesi ed inglesi alle sue frontiere cosicchè,
essendosi coperte le spalle con la Russia, gli sia possibile attaccare la Polonia indebolendo la possibile
reazione dei suoi alleati ( Francia e
Inghilterra).
MESSAGGIO 26 AGOSTO 1939 MUSSOLINI A HITLER AD ORE 18,42.
“Dal momento” risponde il duce, “che vi trovate nella materiale
impossibilità di aiutarmi a riempire i grandi vuoti che le guerre di Etiopia e
di Spagna hanno prodotto negli armamenti italiani…terrò il comportamento che voi mi consigliate, almeno nella prima
fase del conflitto, onde immobilizzare il massimo delle forze franco-britanniche…”. Ma a questo
punto spunta, incredibilmente, un Mussolini pacifista che, rivolto a
Hitler, si “permette di insistere…sulla
opportunità di una soluzione politica che ritengo ancora possibile e tale da
dare piena soddisfazione morale e materiale alla Germania”.
MESSAGGIO 27 AGOSTO 1939 HITLER A MUSSOLINI AD ORE 3,40
Il Fhurer si limita a confermare i concetti già espressi: dal momento
che l’Italia non è pronta per il momento a far la guerra, “almeno” gli dia una mano costringendo “con
misure militari dimostrative
l’Inghilterra e la Francia ad immobilizzare alcune forze, o in ogni caso
di lasciarle nell’incertezza” con la guerra psicologica. Oltre a ciò, per la
prima volta, la richiesta di manodopera italiana: “Voi ed il vostro popolo
potete aiutarmi in questa grave lotta soprattutto appoggiandomi
con le forze italiane lavorative per scopi industriali ed agricoli”. Nessun
accenno al buon consiglio di Mussolini di trovare una soluzione pacifica alla
crisi internazionale.
MESSAGGIO MUSSOLINI A HITLER
SENZA DATA. Vittorio Zincone in una nota a piè di pagina afferma che
esso è certamente del 28 AGOSTO 1938.
Mussolini rassicura Hitler:”…Il mondo non sa e non saprà qual è
l’atteggiamento dell’Italia prima dello scoppio della lotta” e lo informa che
per avvalorare la sua guerra psicologica condotta con stampa, radio, cinema e
propaganda minuta, ha dislocato soldati alla frontiera della Francia per
immobilizzare parte delle sue forze, ed
in Libia per fare altrettanto con gli inglesi in Africa. Oltre a ciò, si dice
“disposto a mandarvi il maggior numero
possibile di lavoratori per le
vostre industrie e per la vostra agricoltura”.
MESSAGGIO 29 AGOSTO 1939 MUSSOLINI A HITLER AD ORE 16,40
Rispunta il Mussolini pacifista che comunica a Hitler di aver appreso
dall’ambasciatore Attolico che “Voi oggi esaminerete la nota britannica e che
prenderete le Vostre decisioni” (Vittorio Zincone informa che tale nota,
portata a Berlino dall’ambasciatore inglese Henderson reduce da un viaggio a
Londra, era abbastanza conciliante…L’Inghilterra si dichiarava disposta a favorire la soluzione della
questione tedesca/polacca attraverso
trattative dirette fra le due parti) e, continua, “…desidero dirvi, da vero
amico, che le proposte inglesi
contengono a mio avviso le premesse e gli elementi per giungere ad una soluzione favorevole alla Germania in tutti i problemi che la
interessano. Con questa soluzione il
ritmo delle Vostre superbe realizzazioni non sarà turbato e aggiungerete un nuovo
incontestabile successo a quelli già da
Voi ottenuti...Vogliate considerare questo mio appello come un’altra prova della mia costante solidarietà…”.
A questo punto nella corrispondenza Mussolini/Hitler si inserisce un
FONOGRAMMA 29 AGOSTO XVII (dell’era fascista, ossia 1939 - n.d.a.) N. 577
AMBASCIATORE ATTOLICO A MUSSOLINI AD ORE 16,40.
Attolico informa di aver consegnato il messaggio del Duce a Hitler il
quale “ha ringraziato incaricandomi di
far sapere al Duce che, sebbene molto
scettico sulla possibilità del successo della iniziativa inglese, egli aveva
accettato di trattare direttamente con la Polonia…pronto a ricevere domani un
plenipotenziario polacco… e che comunque personalmente non aveva nessuna
fiducia nel risultato di tale
iniziativa” confermando le sue pretese “su: Danzica - Il corridoio - Il
trattamento delle minoranze…Il Fuhrer è stato molto gentile ed ha ringraziato
nuovamente il Duce della sua offerta di mediazione aggiungendo che nella situazione conveniva attendere. Ho
preso atto chiarendo che…il Duce…è pronto a fare sul terreno
politico-diplomatico tutto quello che il
Fuhrer potesse desiderare”.
MESSAGGIO SENZA DATA (ma,
evidentemente, successivo alla precedente) HITLER A MUSSOLINI.
“Duce, anche l’ultimo tentativo
di mediazione dell’Inghilterra è fallito. Io mi sono dichiarato ancora una
volta disposto a risolvere il problema
fra Germania e Polonia per via di negoziati.. Per due giorni ho atteso
inutilmente un negoziatore polacco. (Vittorio Zincone, a piè di pagina, scrive:”…In
effetti l’ambasciatore polacco a Berlino, Lipski, fu munito di simili poteri
(ossia pieni poteri – n.d.a.) ma si presentò a Ribbentrop soltanto la mattina del 31 agosto quando, secondo i tedeschi, non si poteva più
trattare perché l’ultimatum era già scaduto”.
Da parte nostra ci chiediamo: ma allora lo scoppio della 2° guerra mondiale va
attribuito al ritardo di quel Lipski? Chiusa
parentesi e riprendiamo il testo del messaggio).
…In queste condizioni… mi sono ormai deciso ad opporre violenza alla
violenza. Sosterrò questa lotta quasiasi cosa possa accadere, con tutto il fanatismo di cui io e il popolo
tedesco siamo capaci”. Lo ringrazia per la sua offerta di mediazione, ma “Duce,
io non ho voluto esporVi al pericolo di
assumere una parte di mediatore che
sarebbe stata, secondo ogni verosimiglianza, vana, considerato l’atteggiamento
intransigente del Governo polacco…”.
MESSAGGIO SENZA DATA HITLER A MUSSOLINI (si ritiene del 3-9-1939 – infatti
il Fuhrer scrive: “da due giorni le truppe tedesche operano in Polonia” e l’invasione è avvenuta l’1-9).
“Duce, Vi ringrazio innanzi tutto per il Vostro ultimo tentativo di una
mediazione”. (Mussolini, evidentemente, non aveva seguito il suo consiglio di
lasciar perdere con le mediazioni, ed ecco cosa scrive in proposito Zincone in
nota: ”Il tentativo di mediazione fu iniziato da Ciano convocando gli ambasciatori di Francia e
d’Inghilterra la mattina del 31 agosto
per proporre loro una nuova conferenza
a quattro sul tipo di quella di Monaco. Parigi e Londra accettarono il giorno dopo, ma gli inglesi
posero come condizione preventiva il
ritiro delle truppe tedesche dal territorio polacco. Hitler rifiutò di
accettare questa condizione presentata
il 2 dicembre, e l’intero progetto cadde” - n.d.a.). Prosegue: “…La lotta cui vado incontro è una lotta per la vita o per la
morte…Bisogna scegliere con fredda riflessione il momento…in modo che sia
assicurata la probabilità del successo ed a questo successo, Duce, io credo con
fermezza granitica…Voi recentemente mi
avete amichevolmente assicurato di
potermi aiutare in qualche campo…Accolgo già in anticipo ciò con sentita riconoscenza…Ma credo inoltre
che, - anche se adesso marciamo per vie
diverse – il nostro destino ci legherà tuttavia l’uno all’altro.. ”.Lo aggiorna
poi sull’ottimo esito della campagna contro la Polonia dichiarandosi sicuro del
successo finale e conclude ringraziandolo “per gli appoggi che mi avete dato in
passato e che Vi prego di non volermi
negare anche in avvenire”.
Con questa lettera si conclude nel
libro la pubblicazione della corrispondenza intercorsa fra i due dittatori
nella crisi dell’agosto-settembre 1939.
Ad essa fanno seguito alcuni documenti fra cui: 1) il testo della
mozione approvata il 10 settembre 1939 dal Consiglio dei Ministri italiano con
la quale confermata…”l’opera svolta dal duce per assicurare all’Europa una pace
basata sulla giustizia…annuncia al popolo che l’Italia non prenderà iniziativa
alcuna di operazioni militari (la
cosiddetta “non belligeranza” – n.d.a.)”. 2) una intercettazione telefonica del
26 agosto 1939 nella quale
l’ambasciatore tedesco in Italia, von Mackensen, informa il suo ministero degli esteri che “il Duce…ha
insistito ancora molto perché sia trovata una soluzione sul terreno politico” e
che esso “ non intendeva fare alcuna
proposta ma semplicemente dire che
l’ambasciatore inglese aveva espresso il
desiderio dell’Inghilterra di trovare
una forma o l’altra per la soluzione pacifica…Egli personalmente
è convinto che si possa ancora trovare
una soluzione che soddisfi le richieste tedesche ed eviti la guerra…Egli crede che un appello personale del Fuhrer diretto al popolo inglese e francese potrebbe ottenere un favorevole effetto..”.
3) altra intercettazione telefonica di
un colloquio 27 agosto 1939 fra il ministro degli esteri tedesco von Ribbentrop
e l’ambasciatore tedesco a Roma von Mackensen nella quale il primo afferma che
occorre far ben presente al duce ed a Ciano che non è affatto vero che “il
dissidio tedesco-polacco starebbe perdendo la sua asprezza. Invece è il
contrario al 100%...La questione tedesco-polacca dovrà essere irrevocabilmente
risolta in un modo o nell’altra, senza alcun compromesso…”.
In conclusione dall’esame della documentazione che precede emerge:
1)
La ferma determinazione di Hitler di risolvere
ad ogni costo ed a qualsiasi prezzo la questione polacca snobbando qualsiasi tentativo
di pacifica soluzione. Si noti, a proposito della richiesta mussoliniana di artiglieria contraerea che il Fuhrer è disposto a fornire "... SUBITO 30 batterie da 4 cannoni, DOPO LA FINE DELLE OPERAZIONI POLACCHE altre 30...". Dunque, tutto era già stato deciso e programmato: la lettera è del 26 agosto, l'attacco alla Polonia del 1 settembre 1939.
2)
L’atteggiamento equivoco di Mussolini che da
una parte si dice disposto, con una “guerra psicologica”, ad appoggiare quella
reale ed effettiva di Hitler mentre,
dall’altra, si dà da fare con tentativi di mediazione che, è doveroso
ammetterlo, vi furono, per evitarla.
Purtroppo, gli strepitosi successi militari iniziali dei tedeschi lo
indussero a trasformare in effettiva una
guerra solo psicologica che gli avrebbe consentito di barcamenarsi in
ogni caso con l’una o con l’altra parte facendo valere, ove a vincere fossero
stati i tedeschi, il contributo loro fornito con la “guerra psicologica” o, in
caso contrario, magnificando la bandiera
della pace da lui fatta sventolare per evitare il conflitto.