Il crollo militare germanico dopo
l'epica battaglia di Stalingrado segna una tappa nell'opposizione al
nazismo da parte dei tedeschi.
Gli episodi di resistenza contro la
dittatura di Hitler da parte di singoli oppositori furono in Germania
più numerosi di quanto possa far ritenere la fama di pedissequa
obbedienza al potere da parte dei tedeschi, ma la documentazione in
proposto è carente essendo riuscito lo spietato regime a distruggere
le tracce dei suoi misfatti.
Che contrariamente ad una diffusa
opinione, un velo di resistenza ad Hitler sia sempre esistito in
Germania, lo afferma Manuel Marangoni, gestore del sito “One Mind”
su Internet, che descrive gli oltre 40 attentati alla vita del
dittatore, mentre Gabriella Rabottini, nel suo articolo sempre su
Internet, afferma addirittura di sapere che pur in mancanza di
notizie precise “i tedeschi condannati e deportati sono stati non
meno di un milione, qualcuno parla di 800.000 oppositori morti...”.
Ma fu la tragedia di Stalingrado a dare
agli oppositori tedeschi a Hitler una spinta più decisa e
organizzata derivata proprio da ufficiali della Wehrmacht che avevano
partecipato alla disperata difesa della città chiusa nella morsa dei
russi.
La loro trasformazione da combattenti
nella sacca (in tedesco “kessel”, calderone) di Stalingrado, a
fieri oppositori di Hitler fu originata proprio dal rancore per gli
ordini del dittatore che aveva
imposto la disastrosa resistenza a
oltranza che portò alla disfatta ed al massacro dell'intera 6a
armata tedesca segnando l'inizio del tracollo del Terzo Reich dovuta
all'intransigenza del dittatore che aveva ordinato la difesa di
Stalingrado fino all'ultimo uomo.
Fu così che nel luglio 1943 avvenne a
Krasnogorsk, ad opera di comunisti tedeschi guidati da Walter
Ulbricht (futuro capo della Germania dell'est) e da militari della
Wehrmacht che avevano combattuto a Stalingrado fatti prigionieri dai
russi, la fondazione del movimento “Freies Deutschland” -
Germania Libera – che effettuò una decisa propaganda
anti-nazista mediante la diffusione di materiale a stampa e
trasmissioni radiofoniche.
Da parte sua von Paolus, lo sconfitto
difensore di Stalingrado cui si addebita la cieca obbedienza agli
ordini di Hitler e di non aver avuto il coraggio di assumere
iniziative per evitare il disastro,
resosi conto, nella prigionia, della
responsabilità del Fhurer nella distruzione della 6a armata affidata
al suo comando, subì una specie di conversione che lo spinse ad
aderire alla “Lega degli ufficiali tedeschi” che assieme al
movimento “Freies Deutschland” incitava i tedeschi alla rivolta
contro il dittatore.
La stessa “conversione”, sia detto
fra parentesi, che spinse il generale Rommel a passare nelle file
degli oppositori antinazisti a causa degli insensati ordini ricevuti
da Hitler ai quali era stato costretto ad obbedire.
Von Paulus fu testimone dell'accusa nel
processo di Norimberga e, rilasciato nel 1953, si stabilì a Dresda
nella Germania dell'est ove assunse l'incarico di direttore
dell'ufficio storico dell'esercito. Morì l'1 febbraio 1956 all'età
di 66 anni.
E proprio sull'onda della tragedia di
Stalingrado nacque in Germania nel 42/43 a Monaco “Die weisse rose”
- la “Rosa Bianca” - (prenderà in un secondo tempo il nome di
“Movimento di resistenza in Germania”) ispirato da un
cristianesimo radicale che, in nome dei valori dell'Europa cristiana,
svolse, ad opera di pochi giovani intellettuali raccolti attorno al
cinquantenne prof.Kurt Huber, un'intensa attività antinazista non
violenta.
Il movimento, che imputava al
nazionalismo ed al centralismo del potere, di aver creato, eliminando
ogni libertà, il nazionalsocialismo responsabile della guerra,
auspicava uno stato tedesco federale con più centri di potere
diffusi nel territorio rispettosi del principio di libertà, che
impedissero l'assolutismo totalitario ed il militarismo che tante
tragiche rovine stava arrecando alla Germania.
Le loro armi furono “Windlicht” (la
lanterna), un piccolo foglio clandestino di opposizione al regime
diffuso nell'università, la distribuzione di volantini ciclostilati
e scritte murali antinaziste che inondarono i muri dell'università e
della città vecchia di Monaco.
La reazione nazista fu violenta e
spietata.
Furono arrestati, e poi condannati a
morte per decapitazione, i fratelli Hans (24 anni) e Sophie (21)
Scholl, Willi Graf (25 anni), Christoph Probst (23 anni), Alexander
Schmorell (anni 25) e l'anziano prof.Huber; ma altri aderenti al
movimento furono rinchiusi nelle carceri e poco si sa sulla loro
sorte.
La sconfitta di Stalingrado determinò
anche un episodio clamoroso che mise in chiara evidenza l'opposizione
di alcuni generali tedeschi ad Hitler.
Il colonnello Claus Schenk von
Stauffemberg che aveva combattuto valorosamente in Africa
settentrionale riportando gravi ferite, apparteneva ad un gruppo di
militari che, consapevoli dell'inevitabilità della sconfitta
tedesca, congiuravano per rimuovere Hitler dal potere ed addivenire
poi alla pace separata con gli alleati.
Inizialmete contrario, per scrupoli
religiosi, ad un colpo di stato che implicasse l'uccisione del
dittatore, si convinse, dopo la dura sconfitta di Stalingrado, che
era quella l'unica via per chiudere il conflitto con il suo
terribile spargimento di sangue.
Sono noti l'infelice esito
dell'attentato e la fine crudele degli attentatori.
Sono questi i tedeschi che hanno
purificato con il loro sangue la cieca obbedienza di troppi loro
connazionali.
Padova 6-10-2017
Giovanni Zannini