Occorre anzitutto chiarire che l’intento iniziale del nazismo
non era quello di eliminare fisicamente gli ebrei, ritenuti razza inferiore e responsabili della
sconfitta nella prima guerra mondiale e del caos che ne era succeduto, ma di indurli ad andarsene rendendo la
Germania “judenfrei”, ossia liberata dai giudei. A tal fine venne favorita la
loro emigrazione pacifica verso altre
nazioni, alle quali i nazisti sarcasticamente rimproveravano di manifestare
solidarietà di facciata annullata, in pratica, da drastiche, riduttive quote
d’immigrazione. Per tal motivo, gli ebrei tedeschi emigrati all’estero
dall’ascesa del nazismo all’ottobre 1941 furono poco più di mezzo milione.
Visto l’insuccesso della politica di emigrazione volontaria
degli ebrei - già sottoposti ad un crudele regime di “apartheid” - i nazisti, dopo le prime vittorie nella seconda guerra mondiale, pensarono ad
un loro trasferimento forzato in alcuni territori conquistati: ed ecco i
progetti di insediarli, dopo la vittoria sulla Francia, nel Madagascar, già
colonia francese, o, dopo i successi sul fronte russo, nella regione di Lublino
presso la frontiera con l’URSS e nella Siberia occidentale.
Ma il procedere negativo della guerra che, dopo i fulminei
successi iniziali, aveva reso
irrealizzabili tali progetti, indusse i nazisti ad una drastica decisione:
visto che non erano riusciti a liberarsi degli ebrei mediante la loro
emigrazione volontaria, e neppure con il trasferimento forzato, non restava che
eliminarli fisicamente dopo aver sfruttato fino all’ultimo ai fini bellici ogni
loro residua capacità lavorativa.
L’”Olocausto” costituisce quindi un terzo tempo, e nasce il
20 febbraio 1942 con il “Protocollo di Wansee” (ridente località sul lago
omonimo a sud ovest di Berlino) con il quale 14 alti funzionari nazisti,
visto il fallimento delle due precedenti, programmarono la famigerata
“Soluzione finale”, lo sterminio degli ebrei.
Non si ritiene di procedere oltre parlando di “lager” e di
camere a gas perché, come detto in premessa, non interessava qui descrivere
cosa fu l’”Olocausto”, sibbene evidenziare, con la massima possibile
obbiettività, il percorso - non sempre
ben chiarito – che ha portato a quel tragico traguardo. Giovanni Zannini – g.zannini@tele2.it – Via Ferri n.6 – 35126
– Padova – TLFAX 049/757890.
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