lunedì 14 gennaio 2013

GARIBALDI PROFETA DELL'UNIONE EUROPEA E DEL DISARMO


Il 15 ottobre 1860,  sancita l’annessione delle Due Sicilie al Regno d’Italia, Garibaldi considera conclusa la  missione dei Mille ed allarga lo sguardo all’infuori dell’Italia scrivendo  di suo pugno un “Memorandum alle Potenze d’Europa” che non può  non stupire per la lucida trattazione di argomenti tuttora di viva attualità:  l’eliminazione delle spese militari ed il conseguente disarmo.
Egli parte dalla considerazione che la Francia, l’Inghilterra, la Russia, la Prussia, l’Austria (e altri “stati secondari che per spirito di imitazione  e per fare atto di presenza, sono portati ad imitarli”) erano costretti, a causa “dello stato agitato”  dell’Europa ove “passiamo la nostra vita a minacciarsi continuamente e reciprocamente”, a dotarsi di eserciti sempre più potenti e costosi.
E ciò nonostante che in Europa “non solo la grande maggioranza dell’intelligenza, ma degli uomini di buonsenso, comprende perfettamente che potremmo pur passare la povera nostra vita senza questo perpetuo stato di minaccia e di ostilità degli uni contro gli altri…che sembra fatalmente  imposta ai popoli da qualche nemico segreto  ed invisibile dell’umanità  di ucciderci  con tanta scienza e raffinatezza”.
Come, quindi, si chiede Garibaldi, eliminare quelle cause “che rendono febbrile  e tormentano ogni giorno  questo povero popolo?”.
“Che la Francia e l’Inghilterra”  risponde, “ si stendano francamente, lealmente, la  mano, e l’Italia, la Spagna, il Portogallo , l’Ungheria, il Belgio,  la Svizzera, la Grecia,  la Romania verranno esse pure, e per così dire, istintivamente, a raggrupparsi intorno a loro”.
“Ma” si chiede ancora “in  tal caso, dato che i conflitti interni all’Europa sarebbero eliminati,  che fare di questa innumerevole  massa di uomini impiegati  ora nelle armate  e nella marina militare?”.
“La risposta è facile” afferma, ”nel medesimo tempo che verrebbero licenziate queste masse… lo spirito dei sovrani  non  più preoccupati dall’ambizione, dalle conquiste, dalla guerra, dalla distruzione, sarebbe rivolto invece alla creazione  di istituzioni utili… alle famiglie ed agli individui. D’ altronde,  la quantità  incalcolabile di lavori  creati dalla pace…ingoierebbe tutta questa popolazione armata, fosse anche il doppio di quello che è oggi.   La guerra non essendo quasi più possibile, gli eserciti diverrebbero inutili e gli immensi capitali strappati quasi sempre ai bisogni ed alla miseria dei popoli per essere prodigati in servizio di sterminio, sarebbero convertiti  invece a vantaggio del popolo in uno  sviluppo colossale dell’industria, nel miglioramento delle strade, nella costruzione di ponti, nello scavo di canali che salverebbero dalla miseria e dalla ignoranza povere creature che in  tutti  i paesi del mondo sono condannate  dall’egoismo delle classi privilegiate e potenti all’abbrutimento, alla prostituzione dell’anima o della materia…”.   
Infine, la conclusione, nobile, con un riferimento a quel Dio (anche se non collimante in tutto con l’ortodossia cattolica)  in cui Garibaldi credeva: “ Desidero ardentemente che le mie parole  pervengano a conoscenza di coloro a cui Dio confidò la santa missione di fare il bene , ed essi lo faranno certamente preferendo ad una grandezza falsa ed effimera la vera grandezza, quella che ha la sua base nell’ amore e nella riconoscenza dei popoli”.
Non è chi non veda come l’auspicio garibaldino di un’Europa unita si sia in gran  parte realizzato – anche se molti passi in avanti si debbono ancora fare -  con  la caduta delle frontiere, la moneta unica, un Parlamento rappresentativo ed una legislazione comune in determinate materie  per cui l’ipotesi  di una guerra fra gli stati  che costituiscono l’Unione Europea appare, francamente, impensabile.  
Eppure,  di disarmo,  che dovrebbe essere la logica conseguenza di un’Europa rappacificata, oggi non si parla proprio,  dimentichi delle parole di un grande italiano che ha passato gran parte della propria vita in mezzo al sangue ed al dolore delle battaglie.
Anzi, ogni stato europeo continua tuttora  non solo a  mantenere le proprie forze armate, ma anche  ad adeguarle ai più recenti  strumenti  di distruzione e di morte: ed anche l’Italia  dimentica dell’invito di un suo grande figlio a riconvertire le spese militari in  opere di pace e di benessere sociale,  stanzia miliardi per l’acquisto di inutili caccia-bombardieri e di inutili sommergibili.  
Purtroppo,  quello che Garibaldi un secolo e mezzo fa definiva un  “nemico segreto  ed invisibile dell’umanità capace di ucciderci con tanta scienza e raffinatezza”, esiste tuttora, è vivo e vegeto e si chiama, con  linguaggio aggiornato e quasi elegante “lobby”, la “lobby delle armi”,  che tutti gli uomini di buona volontà (e speriamo che il partito che vincerà le prossime elezioni, voglia occuparsene) debbono combattere e, speriamolo,  sconfiggere.                      Giovanni  Zannini
Padova 9-1-2013 


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