Nell’agosto
1940 si verificò a Dieppe un episodio che va considerato alla stregua delle
azioni suicide compiute dai “kamikaze” giapponesi durante la seconda guerra
mondiale.
Già
a quella data, dopo l’armistizio franco-tedesco del 22 giugno 1940 si stava
organizzando in Francia la resistenza contro l’occupante germanico e quell’episodio
clamoroso va inquadrato in questo contesto.
Un rimorchiatore al comando del capitano belga Joseph Godu – uomo carico di odio contro
i nazisti che avevano violato il territorio belga per aggirare l’altrimenti inviolabile
linea Maginot francese - con a bordo 36 soldati della Wermacht saltò in aria il giorno 23 all’inizio del canale d’ingresso
del porto di Dieppe ostruendolo, rendendolo
impraticabile per molto tempo e arrecando così gran danno al nemico.
Incerto
il motivo per cui quei soldati si trovassero a bordo del rimorchiatore.
Alcuni
affermano che Godu fosse stato comandato
dall’autorità germanica ad effettuare il trasporto; altri, che egli avesse
invitato quanti più militari possibile ad una gita in mare per godere di una
fresca brezza in un’afosa giornata d’agosto.
Sta
di fatto che, giunto nel luogo stabilito, il capitano non esitò ad azionare il
comando che fece esplodere la sua nave perendo egli stesso, con il suo
motorista Jean de Ruygk, assieme agli odiati soldati tedeschi.
Il
fatto suscitò grande clamore e convinse molti altri patrioti francesi ad una
guerriglia combattuta con coraggio e determinazione che diede un contributo
notevole alla finale liberazione della Francia dall’invasore tedesco.
Giovanni Zannini
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