mercoledì 12 marzo 2014

UN OMAGGIO ALLE DONNE IN MUSICA

E’ certamente merito del M°  Claudio Scimone che al genio musicale affianca fantasia nel proporre concerti  inconsueti ed originali (basti, per tutti, l’invenzione dei Concerti della Domenica), l’aver organizzato lo scorso 8 marzo, nella Sala dei Giganti al Liviano, in occasione della “Giornata Internazionale della Donna” una rassegna che ha consentito di ascoltare un sia pur ridotto, ma  significativo panorama internazionale di musica contemporanea. Quella che,  sviluppatasi a partire dalla fine della II guerra mondiale, alla ricerca di nuove vie al difuori del sistema tonale  fino ad allora in uso in occidente, è giunta fino ai giorni nostri.
Merito dell’intelligente intesa fra  “Solisti Veneti” e  “Fondazione Adkins Chiti – Donne in musica” - creata nel 1996 e presieduta dalla mezzosoprano Patricia Adkins Chiti – che ha indetto un concorso al quale hanno partecipato oltre cento compositrici di 30 diverse nazionalità fra le cui opere sono state selezionate le 5 migliori affidate per l’esecuzione al prestigioso complesso padovano.
Evidente l’emozione delle cinque artiste presenti in sala  -  simbolicamente emule, nei secoli, di quelle nate alla scuola di Vivaldi a Venezia e di Tartini a Padova -  nell’udire, tutte in prima esecuzione assoluta, le note frutto della propria creatività e della propria ispirazione, ed anche  la loro gratitudine nei confronti del M° Scimone per averle magistralmente interpretate.
A loro  hanno reso omaggio, all’inizio, il dolcissimo “Fur Elise” di Beethoven e la romantica ballata “Ondine” di Chopin entrambe interpretate al pianoforte dal padovano Alessandro Cesaro avviato al gran successo dal primo premio assoluto conseguito al prestigioso  Concorso Pianistico Internazionale di Ginevra. Quindi, alla fine, la raffinata esecuzione dell’ “Estate” dalle “Quattro stagioni” di Vivaldi ed il virtuosismo del clarinetto di Lorenzo Guzzoni (simpatica la “performance” fra  Maestro e Solista) sulle note del sempre moderno Rossini.       
Ha aperto la serie delle esecuzioni “The Overture to a fairy tale” ( “Storie di fate”) della israeliana di origine russa Emma Shifrin  in cui il violoncello di Giuseppe Barutti ha condotto un animato dialogo con  viole e violini.
Il “Concerto per viola d’amore e archi” della lettone Anna Veismane ha consentito alla viola d’amore di Chiara Parrini - grande virtuosa - di realizzare delicati suoni ricchi di colori che paiono evocare le brevi estati nordiche.
La francese Sylvia Filus, polacca di nascita, nella sua innovativa “Toile d’araignée” (“Tela di ragno”) per flauto, archi ed anche per un inconsueto  vibrafono,  offre al flauto di  Clementina Hoogendoorn Scimone l’occasione di esibirsi in una serie di contrasti e di dissonanze che mettono in luce la sua indiscussa, consolidata valentia.
Annie Fontana, da anni apprezzatissima docente  presso il cittadino Conservatorio Pollini, offre con l’ elegia musicale “Nebbie” per clarinetto (Lorenzo Guzzoni) ed archi,  la visione di un ambiente veneziano in cui sembra apparire la gondola navigante, lenta, nella bruma.
Ha chiuso l’interessante rassegna, seguita con molto interesse da un folto pubblico,  “Tranlunar”, della tedesca  Dorothee Eberhardt. Interpretata dal pianoforte particolarmente ritmico  di Cesaro, la composizione ha visto l’anima tedesca, trascinatrice,  emergere dal dialogo scintillante, tutto latino, dei violini.
                                                                           Giovanni Zannini


   

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