lunedì 17 novembre 2014

Nel 55° anniversario del 1° concerto dei "Solisti Veneti" a Padova - INTERVISTA A SCIMONE CLAUDIO, PADOVANO

Mi riceve seduto nella poltrona del salotto di casa, mentre sorseggia un tè, in abiti “borghesi” – non quelli paludati, da concerto – e dalla sala di musica giungono  attenuate le note del flauto di Clementine Hoogendoorn, la moglie, che sta “studiando”.
Com’è nata la Sua passione per la musica?
Da quella di mia madre che ha sempre frequentato ambienti musicali raffinati, fra cui la famiglia di Toscanini al cui seguito fu in numerosi viaggi. Voleva far di me un direttore d’orchestra, inconsapevole, forse, delle grandi difficoltà da superare  per giungere ad un podio direttoriale. Ed il mio pensiero, commosso per l’alto riconoscimento attribuitomi, è andato a Lei  allorchè a Venezia, alla Fenice, mi venne attribuito nel 2008 dall’Associazione Rubinstein il premio “Una vita nella musica”, vero e proprio Nobel musicale.
Vissi le prime, elementari esperienze musicali da bambino e da adolescente , quindi un serio inizio al tempo del liceo con il pianoforte e lo studio della composizione  sotto la guida esperta di Arrigo Petrolo, quindi per tre anni  allievo di direzione d’orchestra  del grande direttore greco Dimitri Mitropoulos, poi l’inizio di carriera   anche nel variegato mondo dello spettacolo, apparizioni televisive a Canzonissima e selezioni al Festivalbar  con l’attribuzione del 1° premio nel 1970.
Quando il primo concerto a Padova?
55 anni fa, il 28 ottobre 1959 nel vecchio auditorium Pollini. Alcuni orchestrali: primo violino, Luigi Ferro, il violinista Pino Donaggio che conquistò poi grande notorietà in un diverso ambito musicale, Chiampan al violoncello. Non era facile, all’epoca, reperire buoni componenti per l’orchestra, la disponibilità era molto limitata a causa della scarsa diffusione dello studio musicale: solo 12 i Conservatori in tutta Italia e solo quando se ne aggiunsero altri 30 la situazione migliorò sensibilmente, fino a giungere ai giorni nostri in cui l’offerta è abbondante e la selezione è molto più facilitata. Intanto, per desiderio di mio padre che avrebbe voluto far di me un buon avvocato, con un futuro più sicuro di quello musicale ben più aleatorio, mi iscrissi alla facoltà di Giurisprudenza del Bò superando 18 esami con esito brillante (tutti 30): ma, per l’impossibilità di seguire contemporaneamente  due importanti percorsi, la scelta fu inevitabile. Poi, l’Università di Padova attribuendomi recentemente la laurea “Honoris Causa” in Giurisprudenza ha realizzato anche il sogno di mio padre di avere un giurista in famiglia.
Lei si caratteristica per un particolare stile di direzione d’orchestra molto sobrio e contenuto, diverso da quello di altri direttori usi talora a sbracciarsi ed accalorarsi. Pare che Ella con la Sua figura austera, quasi ieratica, emetta un fluido particolare con il quale affascina l’orchestra e le trasmette le Sue emozioni.
Ogni direttore ha un suo stile particolare, ma penso che il cenno direttoriale piccolo e limitato, ma concentrato,  sia anche più potente ed intenso dell’altro. Toscanini, molto moderato nel gesto, trasmetteva però un’energia tale da incantare gli orchestrali.
Come giudica l’attuale livello musicale della nostra città?
Sembra che l’Università, così ricca del proprio eccezionale patrimonio culturale e scientifico, abbia finito per comprimere gli spazi destinati all’arte e dunque anche alla musica. Le risorse dedicate da un pur ristretto ma affezionato nucleo di appassionati alle  iniziative musicali  sono assai inferiori a quelle di cui dispongono altre città del Veneto quali Verona che dalla stagione dell’Arena trae benefici turistici e quindi economici rilevanti, o Venezia che, già favorita dalla straordinaria collocazione ambientale, ha dedicato e dedica all’eccellenza della Fenice, vero primato musicale in  Italia, un’attenzione che dona alla città un ulteriore motivo d’attrazione.
La musica in famiglia giova al matrimonio? E, a questo proposito, lo considera  istituto ancora valido?
Una moglie che condivida appieno la passione per la musica, e che anche la esercita mirabilmente, costituisce per un matrimonio ulteriore arricchimento. I suoi consigli e lo scambio di idee hanno certamente contribuito al miglioramento della mia personalità di uomo e di artista. Ma può accadere che, dal podio, il marito direttore in forza della sua autorità e responsabilità, debba esprimere alla moglie, orchestrale fra gli orchestrali, raccomandazioni e, anche se raramente ciò avviene, formulare richiami.
Circa il matrimonio, lo ritengo un’istituzione basilare per l’individuo e per la società, tanto più per chi, come me, lo vive nell’ambito della religione cattolica.
Maestro, da quanti anni è sposato con Clementine?
Da 49.
Ed ecco un piccolo “scoop”: il 2015 sarà l’anno delle nozze d’oro di Claudio Scimone, padovano, fondatore dei “Solisti Veneti” noti in tutto il mondo, e della di lui moglie, la gentile Clementine Hoogendoorn. Dalla “Difesa del Popolo”, fin d’ora, per primi, i voti augurali più vivi e sentiti.           
                                                                                                                                    Giovanni Zannini