mercoledì 19 marzo 2014

Il "Patto di non aggressione tedesco-sovietico" - LA DURA REPRIMENDA DI MUSSOLINI A HITLER

 Il 23 agosto 1939 von Ribbentrop, ministro degli esteri tedesco, e Molotov, ministro degli esteri dell’URSS, avevano firmato a Mosca il “Patto di non aggressione tedesco-sovietico”,  ed Hitler due giorni dopo,  il 25, ne informa Mussolini.
Sembra imbarazzato per non averglielo detto prima - dato che il “Patto d’acciaio” con lui stipulato il 22 maggio dello stesso anno prevedeva anche l’impegno di consultazione reciproca fra alleati - ma se la cava dicendogli che aveva voluto informarlo solo a cose fatte dato che la trattativa era stata segnata da qualche incertezza.
Mussolini non ci fa caso, non rileva la scortesia,  e con suo messaggio di risposta dello stesso giorno 25 agosto con il quale tratta diversi argomenti, si limita a scrivergli che “…per quanto riguarda l’accordo con la Russia, io lo approvo completamente” perché “era necessario un riavvicinamento  tra la Germania e la Russia”.
Evidentemente entrambi si erano dimenticati che nel novembre 1936 la Germania ed il Giappone avevano firmato il “Patto anti-Comintern” diretto contro l’Unione Sovietica e l’Internazionale Comunista, e che ad esso aveva poi aderito, l’anno successivo, il 6 novembre 1937, l’Italia.
Ma ancor più sorprendente e clamoroso è il voltafaccia che successivamente Mussolini farà nel giudicare con parole durissime il patto fra Germania e Russia che, come abbiamo visto sopra, egli aveva, senza indugio alcuno, approvato “completamente”.
Voltafaccia che risulta da una lunga lettera 3 gennaio 1940 di Mussolini a Hitler pubblicata nel volumetto “Hitler e Mussolini – lettere e documenti” edito da Rizzoli Editore  nel 1946, con introduzione e note di  Vittorio Zincone,  noto giornalista ed uomo politico liberale morto nel 1968. 
Un libro, si aggiunge, prezioso, una fonte ricchissima di notizie molte delle quali forse sfuggite all’attenzione di storici  qualificati,  e che vale la pena  qui evidenziare.        
In questa lettera che lo stesso duce ritiene “contrariamente alle mie abitudini, deplorevolmente lunga”, egli, premesso che ha voluto lasciar passare 4 mesi dall’ultima sua del 29 agosto 1939 “durante i quali  l’azione vi assorbiva completamente ed io consideravo intempestivo turbarvi”, effettua un’ampia panoramica della situazione internazionale e fra i vari argomenti si diffonde sugli “Accordi con  la Russia”.   
Immemore del pieno accordo subito manifestato in proposito a Hitler con la sua lettera 25 agosto 1939 più sopra ricordata, si scatena ora in una inattesa filippica di accuse e di rimproveri inusuali in un documento diplomatico.
In un preliminare “Giro d’orizzonte” egli  comincia col mettere in piena evidenza che “l’intesa germano-russa  ha avuto ripercussioni penose in Spagna. La guerra civile è troppo recente. La terra che ricopre i morti  - i nostri e i vostri e gli spagnoli – è ancora fresca. Il bolscevismo è un ricordo ossessionante per la Spagna e gli spagnoli non comprendono le necessità tattiche della politica”. Quindi, l’affondo.
“…Io che sono nato rivoluzionario e non ho modificato la mia mentalità di rivoluzionario vi dico che voi non potete permanente sacrificare i principi  della vostra rivoluzione alle esigenze tattiche di un determinato momento politico. Io sento che voi non potete abbandonare la bandiera antisemita e antibolscevica  che avete fatto sventolare per 20  anni e per la quale tanti vostri camerati sono morti;  voi non potete rinnegare il vostro vangelo nel quale il popolo tedesco ha ciecamente creduto. Ho il preciso dovere di aggiungere (queste parole sono sottolineate nel documento originale – n.d.a.) che un ulteriore passo  dei vostri rapporti con Mosca avrebbe ripercussioni catastrofiche in Italia dove l’unanimità antibolscevica è assoluta, granitica, inscindibile…Sino a 4 mesi fa la Russia era il nemico mondiale numero uno: non può essere diventato e non è l’amico numero uno. Questo ha turbato profondamente i fascisti in Italia e forse anche molti nazional-socialisti in Germania…”.
Val la pena ricordare, a questo punto, l’incredibile, allucinante, complicata vicenda del “Patto anticomintern” che, sottoscritto nel 1936 da Germania e Giappone (e poi nel 1937, anche dall’Italia),  rimase in vigore per circa tre anni per poi decadere, praticamente, a seguito del “Patto di non aggressione tedesco-sovietico” del 1939;  salvo, poi riprendere vigore, inopinatamente, nel 1941 a seguito dell’”Operazione Barbarossa”, l’attacco della Germania – senza dichiarazione di guerra - alla Russia. 

In conclusione, le parole di Mussolini a Hitler furono innegabilmente molto franche e coraggiose: resta solo da chiedersi perché egli  non le abbia pronunciate prima anziché approvare subito, e “completamente”, con la più volte ricordata lettera 25 agosto 1939, quel “Patto di non aggressione tedesco-sovietico” che aveva lasciato attonito ed incredulo il mondo intero.

                                                                                                              Giovanni Zannini 

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