mercoledì 12 marzo 2014

Dalla corrispondenza segreta Mussolini-Hitler dell'agosto/settembre 1939 - AL GALOPPO VERSO LA GUERRA

“Hitler e Mussolini” è un volumetto edito da Rizzoli Editore nel 1946 contenente la corrispondenza intercorsa fra Mussolini ed Hitler  nel periodo che va dal 25 agosto 1939 al 22 maggio 1943, con introduzione e note di Vittorio Zincone noto giornalista ed uomo politico liberale morto nel 1968.
In particolare il primo capitolo “Lo scoppio della seconda guerra mondiale”  raccoglie la corrispondenza intercorsa fra i due dittatori nel periodo della crisi dell’agosto/settembre 1939 rinvenuti  in una cartellina recante le seguenti  indicazioni :”N.72 – Segreteria particolare del Duce – SEGRETO -   Agosto/settembre 1939-XVII – Scambio di lettere fra il DUCE e il FUEHRER (argomenti vari – inizio operazioni in Polonia)  – 13 lettere – Atti - Agosto 1939-XVII.”
Ciò che da questa corrispondenza  emerge, e impressiona,    è il precipitare impetuoso non solo dei giorni cruciali della crisi  - fine agosto 1 settembre 1939 – che segnarono l’inizio della seconda guerra mondiale,  ma addirittura la puntuale, burocratica registrazione degli orari   in cui i messaggi furono scambiati, dai quali emergono dettagli poco (o pochissimo) noti che stanno dietro la facciata della storia ufficiale più conosciuta e consolidata .  
A questo scopo premetteremo al contenuto dei messaggi, in chiara evidenza visiva,  il giorno e l’ora in cui essi furono spediti al destinatario.  

MESSAGGIO  25-8-1939 HITLER A MUSSOLINI  AD ORE 15
 Hitler si sentiva, evidentemente, in imbarazzo per non aver tempestivamente informato  Mussolini - con il quale aveva tre mesi prima stipulato  iI  “Patto d’acciaio” che prevedeva la consultazione preventiva tra alleati  – del “Patto di non aggressione russo/tedesco” che tanta sorpresa e incredulità aveva suscitato in tutto il mondo, sottoscritto da Molotoff e da Ribbentrop due giorni prima, il 23 agosto, a Mosca. 
“Non vi ho ancora, Duce” si giustifica “informato in dettaglio su questo argomento perché mi mancava non soltanto la visione dell’ampiezza che queste conversazioni avrebbero potuto raggiungere, ma anche soprattutto la certezza della possibilità del successo”. Ciò premesso prosegue assicurando all’alleato che il patto stipulato con la Russia ha creato una situazione politica mondiale “che deve essere considerata  come un fortissimo guadagno per l’Asse”;  e conclude – mettendo, come si suol dire, le mani avanti sul progetto che già da tempo covava  - “che la tensione con la Polonia è insopportabile e che  in tali condizioni, nessuno può prevedere  ciò che si verificherà nell’immediato avvenire…”. 

MESSAGGIO 25-8-1939  MUSSOLINI A HITLER  AD ORE 17,30.
Anzitutto, “per quanto riguarda l’accordo con la Russia, io lo approvo completamente………era necessario un riavvicinamento  fra la Germania e la Russia”.
(A questo punto sia consentito aprire, all’interno di questa lettera, una parentesi per porre nella massima possibile evidenza la clamorosa contraddizione  in cui cade Mussolini con altra sua lettera a Hitler del 3 gennaio 1940 allorchè, a proposito degli accordi con la Russia, esprime con parole dure, che sanno di aperto  rimprovero, il suo netto dissenso. Egli scrive infatti:”…Io, che sono nato rivoluzionario e che non ho modificato la mia mentalità  di rivoluzionario, vi dico che voi non potete permanentemente sacrificare i principi della vostra rivoluzione  alle esigenze tattiche di un determinato momento  politico. Io sento che Voi non potete abbandonare la bandiera antisemita ed antibolscevica che avete fatto sventolare per 20 anni e per la quale tanti vostri camerati sono morti…Ho il preciso dovere di aggiungere  che un ulteriore passo  nei vostri rapporti con Mosca  avrebbe ripercussioni catastrofiche  in Italia dove l’unanimità antibolscevica  è assoluta, granitica, inscindibile…Sino a 4 mesi fa la Russia era il nemico mondiale numero uno: non può  essere diventato e non è l’amico numero uno. Questo ha turbato profondamente i fascisti in Italia e forse anche molti nazional-socialisti in Germania…”.   Chiusa parentesi, e riprendiamo il testo della lettera intestata).
Più avanti, “…per quanto riguarda l’atteggiamento pratico dell’Italia nel caso di un’azione militare”, il Duce così precisa: “Se la Germania attacca la Polonia  e il conflitto rimane localizzato, l’Italia darà alla Germania ogni forma di aiuto politico, economico, che le sarà richiesto. Se la Germania attacca la Polonia e gli alleati di questa contrattaccano la Germania, Vi prospetto l’opportunità  di non assumere io l’iniziativa di operazioni belliche date le attuali condizioni  della preparazione militare italiana ripetutamente e tempestivamente segnalate…”. Infatti, prosegue più avanti, “nei nostri incontri la guerra era prevista dopo il 1942 e a quell’epoca sarei stato pronto  per terra, per mare e per aria secondo i piani concordati”. Però… “…Il nostro intervento  può tuttavia essere immediato  se la Germania ci darà subito i mezzi  bellici e le materie prime  per sostenere l’urto che i franco-inglesi  dirigeranno prevalentemente contro di noi…”. Insomma, un appello al buon cuore ed alla generosità dell’alleato. Oltre a ciò, si noti la confessione mussoliniana dell’intesa raggiunta con la Germania in precedenza, di scatenare la guerra dopo il 1942.

MESSAGGIO HITLER A MUSSOLINI.(Zincone, in una nota a piè di pagina,  afferma che “il documento non reca data  ma è indubbiamente della SERA DEL 25 AGOSTO 1939)
Hitler preso atto che “…il Vostro intervento  in un grande conflitto europeo potrebbe avvenire soltanto qualora la Germania Vi desse immediatamente i mezzi bellici e le materie prime necessarie”,  chiede, premurosamente ”…di quali mezzi bellici e di quali materie prime voi abbisognate ed entro quanto tempo”, affinchè  si possa regolare.

MESSAGGIO 26 AGOSTO 1939 MUSSOLINI A HITLER AD ORE 12,10
Mussolini gli snocciola una lista del materiale occorrente alle forze armate italiane  “per sostenere una guerra di 12 mesi  oltre a quello che abbiamo”. Per motivi si spazio, invece che in colonna, indichiamo qui di seguito le tonnellate richieste: carbone per il gas e la siderurgia  6.000.000; acciaio 2.000.000; olii minerali 7.000.000; legno 1.000.000; rame 150.000; nitrato di sodio 220.000; sali potassici 70.000; colofonia  25.000; gomma 22.000; toluolo 18.000; essenza trementina 6.000; piombo 10.000; stagno 7.000; nikelio 5.000; molibdeno 600; tungsteno 600; zirconio 20; titanio 400. Inoltre, per proteggere gli impianti industriali italiani, “occorre l’immediato invio di 150 batterie (si ritiene, antiaeree – n.d.a.) da 90 e relativo munizionamento…”. E conclude che “senza la certezza di questi munizionamenti i sacrifici ai quali chiamerei il popolo italiano potrebbero essere vani e compromettere con la mia  anche la vostra causa”.

MESSAGGIO 26 AGOSTO 1939  HITLER A MUSSOLINI AD ORE 15,08.
No, risponde Hitler, non ce la faccio a fornire  all’Italia tutta quella montagna di roba  che chiede. Ce la farei a darle il carbone, l’acciaio,  il legname ed i sali di potassio nella quantità richiesta, per il carburante “ devo io stesso in primo luogo procurarmi dati precisi,” ma per gli olii minerali, il rame,  ed il  nikel, non se ne parla neppure.
“In quanto alle batterie antiaeree il Reich sarebbe in condizione di fornirne subito 30  di 4 cannoni; dopo la fine  delle operazioni polacche altre 30  e nel corso  di un anno altre 30  tutte con personale e strumenti di comando tedeschi”.
Ma siccome,  come affermato  dall’ambasciatore Attolico, tutto dovrebbe essere fornito dalla Germania addirittura immediatamente, prima dello scoppio delle ostilità, lasciamo perdere, sembra dire:  stia pur fuori dalla guerra, gli basta che l’Italia gli dia una mano procedendo  “ad impegnare, come voi prospettate, le forze anglo-francesi  mediante un’attiva propaganda  e dimostrazioni militari appropriate”. Ossia,  mostrare i muscoli, creare dubbi sulle intenzioni dell’Italia  immobilizzando in tal modo molti soldati francesi ed inglesi alle sue frontiere cosicchè, essendosi coperte le spalle con la Russia, gli sia possibile  attaccare la Polonia indebolendo la possibile reazione dei suoi  alleati ( Francia e Inghilterra).

MESSAGGIO 26 AGOSTO 1939 MUSSOLINI A HITLER AD ORE 18,42.
“Dal momento” risponde il duce, “che vi trovate nella materiale impossibilità di aiutarmi a riempire i grandi vuoti che le guerre di Etiopia e di Spagna hanno prodotto negli armamenti italiani…terrò il comportamento  che voi mi consigliate, almeno nella prima fase del conflitto, onde immobilizzare il massimo  delle forze franco-britanniche…”. Ma a questo punto spunta,  incredibilmente,  un Mussolini pacifista che, rivolto a Hitler,  si “permette di insistere…sulla opportunità di una soluzione politica che ritengo ancora possibile e tale da dare piena soddisfazione morale e materiale alla Germania”.

MESSAGGIO 27 AGOSTO 1939 HITLER A MUSSOLINI AD ORE 3,40
Il Fhurer si limita a confermare i concetti già espressi: dal momento che l’Italia non è pronta per il momento a far la guerra,  “almeno” gli dia una mano costringendo “con misure militari dimostrative  l’Inghilterra e la Francia ad immobilizzare alcune forze, o in ogni caso di lasciarle nell’incertezza” con la guerra psicologica. Oltre a ciò, per la prima volta, la richiesta di manodopera italiana: “Voi ed il vostro popolo potete aiutarmi in questa grave lotta soprattutto  appoggiandomi  con le forze italiane lavorative per scopi industriali ed agricoli”. Nessun accenno al buon consiglio di Mussolini di trovare una soluzione pacifica alla crisi internazionale.

MESSAGGIO MUSSOLINI A HITLER  SENZA DATA. Vittorio Zincone in una nota a piè di pagina afferma che esso è certamente del 28 AGOSTO 1938.
Mussolini rassicura Hitler:”…Il mondo non sa e non saprà qual è l’atteggiamento dell’Italia prima dello scoppio della lotta” e lo informa che per avvalorare la sua guerra psicologica condotta con stampa, radio, cinema e propaganda minuta, ha dislocato soldati alla frontiera della Francia per immobilizzare parte delle  sue forze, ed in Libia per fare altrettanto con gli inglesi in Africa. Oltre a ciò, si dice “disposto a mandarvi il maggior numero  possibile di lavoratori  per le vostre industrie e per la vostra agricoltura”.  

MESSAGGIO 29 AGOSTO 1939 MUSSOLINI A HITLER AD ORE 16,40
Rispunta il Mussolini pacifista che comunica a Hitler di aver appreso dall’ambasciatore Attolico che “Voi oggi esaminerete la nota britannica e che prenderete le Vostre decisioni”  (Vittorio Zincone informa che tale nota, portata a Berlino dall’ambasciatore inglese Henderson reduce da un viaggio a Londra, era abbastanza conciliante…L’Inghilterra si dichiarava  disposta a favorire la soluzione della questione tedesca/polacca  attraverso trattative dirette fra le due parti) e, continua, “…desidero dirvi, da vero amico,  che le proposte inglesi contengono a mio avviso le premesse e gli elementi per giungere  ad una soluzione favorevole  alla Germania in tutti i problemi che la interessano. Con questa soluzione  il ritmo delle Vostre superbe realizzazioni  non sarà turbato e aggiungerete un nuovo incontestabile successo  a quelli già da Voi ottenuti...Vogliate considerare questo mio appello  come un’altra prova della mia  costante solidarietà…”.

A questo punto nella corrispondenza Mussolini/Hitler si inserisce un

FONOGRAMMA 29 AGOSTO XVII (dell’era fascista, ossia 1939 - n.d.a.) N. 577 AMBASCIATORE ATTOLICO A MUSSOLINI AD ORE 16,40.
Attolico informa di aver consegnato il messaggio del Duce a Hitler il quale “ha ringraziato  incaricandomi di far sapere al Duce  che, sebbene molto scettico sulla possibilità del successo della iniziativa inglese, egli aveva accettato di trattare direttamente con la Polonia…pronto a ricevere domani un plenipotenziario polacco… e che comunque personalmente non aveva nessuna fiducia  nel risultato di tale iniziativa” confermando le sue pretese “su: Danzica - Il corridoio - Il trattamento delle minoranze…Il Fuhrer è stato molto gentile ed ha ringraziato nuovamente il Duce della sua offerta di mediazione aggiungendo che  nella situazione conveniva attendere. Ho preso atto chiarendo che…il Duce…è pronto a fare sul terreno politico-diplomatico  tutto quello che il Fuhrer potesse desiderare”.

MESSAGGIO SENZA  DATA (ma, evidentemente, successivo alla precedente) HITLER A MUSSOLINI.
“Duce,  anche l’ultimo tentativo di mediazione dell’Inghilterra è fallito. Io mi sono dichiarato ancora una volta  disposto a risolvere il problema fra Germania e Polonia per via di negoziati.. Per due giorni ho atteso inutilmente un negoziatore polacco. (Vittorio Zincone, a piè di pagina, scrive:”…In effetti l’ambasciatore polacco a Berlino, Lipski, fu munito di simili poteri (ossia pieni poteri – n.d.a.) ma si presentò a Ribbentrop  soltanto la mattina del 31 agosto  quando, secondo i tedeschi, non si poteva più trattare  perché l’ultimatum era già scaduto”. Da parte nostra ci chiediamo: ma allora lo scoppio della 2° guerra mondiale va attribuito  al ritardo di quel Lipski? Chiusa parentesi e riprendiamo il testo del messaggio).
…In queste condizioni… mi sono ormai deciso ad opporre violenza alla violenza. Sosterrò questa lotta quasiasi cosa possa accadere,  con tutto il fanatismo di cui io e il popolo tedesco siamo capaci”. Lo ringrazia per la sua offerta di mediazione, ma “Duce, io non ho voluto esporVi al pericolo  di assumere una parte di mediatore  che sarebbe stata, secondo ogni verosimiglianza, vana, considerato l’atteggiamento intransigente del Governo polacco…”.

MESSAGGIO SENZA DATA HITLER A MUSSOLINI (si ritiene del 3-9-1939 – infatti il Fuhrer scrive: “da due giorni le truppe tedesche operano in Polonia” e  l’invasione è avvenuta l’1-9).
“Duce, Vi ringrazio innanzi tutto per il Vostro ultimo tentativo di una mediazione”. (Mussolini, evidentemente, non aveva seguito il suo consiglio di lasciar perdere con le mediazioni, ed ecco cosa scrive in proposito Zincone in nota: ”Il tentativo di mediazione fu iniziato da Ciano  convocando gli ambasciatori di Francia e d’Inghilterra la mattina del 31 agosto  per proporre loro una nuova conferenza  a quattro sul tipo di quella di Monaco. Parigi e Londra  accettarono il giorno dopo, ma gli inglesi posero come condizione preventiva  il ritiro delle truppe tedesche dal territorio polacco. Hitler rifiutò di accettare  questa condizione presentata il 2 dicembre, e l’intero progetto cadde” -  n.d.a.). Prosegue: “…La lotta  cui vado incontro  è una lotta per la vita o per la morte…Bisogna scegliere con fredda riflessione il momento…in modo che sia assicurata la probabilità del successo ed a questo successo, Duce, io credo con fermezza granitica…Voi recentemente  mi avete amichevolmente assicurato  di potermi aiutare in qualche campo…Accolgo già in anticipo ciò  con sentita riconoscenza…Ma credo inoltre che,  - anche se adesso marciamo per vie diverse – il nostro destino ci legherà tuttavia l’uno all’altro.. ”.Lo aggiorna poi sull’ottimo esito della campagna contro la Polonia dichiarandosi sicuro del successo finale e conclude ringraziandolo “per gli appoggi che mi avete dato in passato  e che Vi prego di non volermi negare anche in avvenire”.    
   
Con questa  lettera si conclude nel libro la pubblicazione della corrispondenza intercorsa fra i due dittatori
 nella crisi  dell’agosto-settembre 1939.
Ad essa fanno seguito alcuni documenti fra cui: 1) il testo della mozione approvata il 10 settembre 1939 dal Consiglio dei Ministri italiano con la quale confermata…”l’opera svolta dal duce per assicurare all’Europa una pace basata sulla giustizia…annuncia al popolo che l’Italia non prenderà iniziativa alcuna  di operazioni militari (la cosiddetta “non belligeranza” – n.d.a.)”. 2) una intercettazione telefonica del 26 agosto 1939 nella quale  l’ambasciatore tedesco in Italia, von Mackensen, informa il suo  ministero degli esteri che “il Duce…ha insistito ancora molto perché sia trovata una soluzione sul terreno politico” e che esso  “ non intendeva fare alcuna proposta  ma semplicemente dire che l’ambasciatore inglese  aveva espresso il desiderio dell’Inghilterra  di trovare una forma  o l’altra  per la soluzione pacifica…Egli personalmente è convinto  che si possa ancora trovare una soluzione che soddisfi le richieste tedesche  ed eviti la guerra…Egli crede che un  appello personale del Fuhrer  diretto al popolo inglese e francese  potrebbe ottenere un favorevole effetto..”. 3) altra intercettazione telefonica  di un colloquio 27 agosto 1939 fra il ministro degli esteri tedesco von Ribbentrop e l’ambasciatore tedesco a Roma von Mackensen nella quale il primo afferma che occorre far ben presente al duce ed a Ciano che non è affatto vero che “il dissidio tedesco-polacco starebbe perdendo la sua asprezza. Invece è il contrario al 100%...La questione tedesco-polacca dovrà essere irrevocabilmente risolta in un modo o nell’altra, senza alcun compromesso…”.

In conclusione dall’esame della documentazione che precede emerge:

1)      La ferma determinazione di Hitler di risolvere ad ogni costo ed a qualsiasi prezzo la questione polacca snobbando qualsiasi tentativo di pacifica soluzione. Si noti, a proposito della richiesta mussoliniana  di artiglieria contraerea  che il Fuhrer è disposto a fornire "... SUBITO 30 batterie da 4 cannoni, DOPO LA FINE DELLE OPERAZIONI POLACCHE altre 30...". Dunque, tutto era già stato deciso e programmato: la lettera è del 26 agosto, l'attacco alla Polonia del 1 settembre 1939.    
2)       L’atteggiamento equivoco di Mussolini che da una parte si dice disposto, con una “guerra psicologica”, ad appoggiare quella reale ed effettiva  di Hitler mentre, dall’altra, si dà da fare con tentativi di mediazione che, è doveroso ammetterlo, vi furono, per evitarla.
  
Purtroppo, gli strepitosi successi militari iniziali dei tedeschi lo indussero a trasformare in effettiva una  guerra solo psicologica che gli avrebbe consentito di barcamenarsi in ogni caso con l’una o con l’altra parte facendo valere, ove a vincere fossero stati i tedeschi, il contributo loro fornito con la “guerra psicologica” o, in caso contrario, magnificando  la bandiera della pace da lui fatta sventolare per evitare il conflitto.         



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