Racconto
UNA POLIZZA TROPPO GENEROSA.
UNA POLIZZA TROPPO GENEROSA.
“Guarda, sto porco!” dice un giorno il dr. Franco Liconti, Ispettore Liquidatore
sinistri della Compagnia di Assicurazioni “Tranquilli & Sicuri” al collega
della scrivania accanto. “Il rag.Modesto Faibene lo conosco perché è stato mio capufficio. Tutto casa e
chiesa, attenti a come si parlava, vietate le barzellette sporche, di bestemmie
neanche parlarne, guai se uno si prendeva confidenze con una collega, o se quella si metteva la
minigonna o era troppo scollata. Ma adesso che ha 74 anni, è in pensione,
e vedovo, si è trasformato in un mandrillo che cambia donna anche un
paio di volte l’anno! E non guarda tanto per il sottile, per lui vanno bene
tutte, dalle ventenni alle cinquantenni e anche oltre! Non c’è che dire, un
bell’esempio di “cattolico praticante”, come lui si vantava di essere!”.
In effetti, le prove del dissoluto comportamento
sessuale del Rag. Faibene, in netto
contrasto con i principi religiosi da lui sempre professati, c’erano
tutte, inequivocabili, ed erano fornite dalle “denunce di sinistro” con successiva
richiesta di rimborso che egli inviava
con una certa frequenza alla Compagnia di Assicurazioni ”Tranquilli & Sicuri” presso la quale la ditta ove aveva lavorato per ben 42 anni
aveva stipulato una polizza contro le malattie e gli infortuni a favore dei propri dirigenti dopo il pensionamento.
La copertura assicurativa era molto vasta e
riguardava i ricoveri, gli interventi chirurgici, le degenze, le assistenze
domiciliari post operatorie, le spese per esami di laboratorio, radiografie,
cure riabilitative, spese oculistiche, odontoiatriche, infermieristiche ecc.ecc.,
insomma i benemeriti datori di lavoro presso cui il Faibene aveva lavorato (e
l’auspicio è che anche molti altri seguano il loro esempio) si erano
preoccupati di sollevare i propri ex dirigenti, che tanto avevano collaborato
alle fortune dell’azienda, da ogni e
qualsiasi spesa derivante dalle magagne di salute cui essi, per l’età, erano
fatalmente destinati ad andare incontro. E, si badi bene, tale assistenza così
completa era prestata non solo a favore dell’ex dirigente, della moglie e dei
figli, ma addirittura dell’eventuale “convivente more uxorio”: più ampia di
così!
“Guarda qua”, e lo scandalizzato liquidatore sinistri snocciola al collega le
prove dell’insaziabile attività sessuale del pio Faibene.
“Il 12 ottobre 2011 chiede il rimborso di una
fattura dell’importo di Euro 3. 100,00 da lui pagate alla clinica “Supersalux”
per un intervento di appendicectomia
- con relative rette di degenza –
effettuato su tal Cristina Brambilla, di anni 55, casalinga, chiaramente
qualificata sua “convivente more uxorio”.
Ma la Cristina era succeduta, sempre come “convivente more
uxorio”, alla Angelica Coletta di anni 19,
barista, che l’11 marzo dello stesso anno , a seguito di frattura tibio tarsica
da incidente stradale, era stata sottoposta, nella stessa clinica, ad operazione chirurgica di osteosintesi per
la quale il Faibene aveva sborsato ben 4.421
Euro dei quali chiedeva all’
assicurazione il rimborso.
L’anno precedente, ossia il 2010 – prosegue lo
scandalizzato racconto del Liquidatore
Sinistri - il Faibene aveva presentato la richiesta di rimborso di
Euro 2.500,00 da lui pagate per un chep-up completo effettuato in data 1
settembre sulla sua “convivente more uxorio”
Diomira Recalcati, di anni 70, pensionata che, evidentemente, aveva voluto
dare una controllatina al suo stato di salute. Nel 2009 poca roba perché la sua “convivente more uxorio” di
turno, Carla Paz, messicana di anni 28, operaia, si era limitata a farsi cavare
un paio di denti sostituiti con altri due, con una spesa di soli 1400,00 Euro
che il Faibene aveva pagato al dentista e che l’assicurazione gli aveva
rimborsato. Mentre è il 2008 che,
francamente, impressiona, perché prima, il 2 febbraio, chiede il rimborso di
€ 3.100,00 da lui anticipate per un
intervento di ulcera gastrica effettuato sulla “convivente more uxorio” dell’epoca,
Caterina Conquelli, di anni 60, insegnante, e poi, solo pochi
mesi dopo, il 7 agosto, di € 3.888,00
da lui anticipate per pagare cure ospedaliere (sempre nella migliore
clinica cittadina) e rette di degenza a seguito di una polmonite patita dalla
nuova “convivente more uxorio”, Mariolina
Sveglia, di anni 19, studentessa della facoltà
di filosofia.
E quello che stupisce - conclude l’attento Ispettore
Liquidatore Sinistri rivolto al collega, piuttosto perplesso, anche se un po’
ammirato per le “performances” amorose del vecchio dirigente - in tutto questo tempo, manco mezzo euro di
spese per la sua salute, ma migliaia per curare quella delle sue scalognate
“conviventi more uxorio” che, se avessero saputo che portava iella, si sarebbero ben guardate, in futuro, dall’andare a letto con lui”.
Ma quello che fece traboccare il vaso fu l’ impudente
richiesta di rimborso, avanzata dal Faibene, della fattura di Euro 4.400,00 datata 20
febbraio 2012 emessa dalla solita clinica “Supersalus” relativa alla cura di
una depressione in cui era caduta la Carmela L. – il nome non si può dire perché,
come si vede, è una cosa delicata - educatrice, di anni 44, pur essa “convivente more uxorio”, che in realtà, a seguito dell’attenta lettura
della cartella clinica effettuata dal Liquidatore, emerse essere nientemeno che
la madre Badessa di un convento di suore che gestivano l’ Asilo Infantile “Casa degli Angeli”.
Di fronte ad un
tale scandalo, il Liquidatore si rivolse per istruzioni al suo direttore
che lo lodò per l’attenzione dimostrata e lo incaricò di un’approfondita
indagine (“discreta, per carità”) su tutta la faccenda.
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Alla fine, dall’attenta e diligente inchiesta del
dr.Liconti emerse che il Faibene,
anziché erotomane incallito, e
seduttore di pie donne come tutto sembrava dimostrare, era in effetti un sant’uomo,
da porre, alla sua morte, sugli altari.
Rimasto, solo
dopo pochi mesi dal pensionamento, vedovo, si era dato alle opere di bene
e, approfittando delle generose garanzie
della polizza stipulata dal suo ex datore di lavoro a favore dei suoi ex
dirigenti, ed in particolare della clausola relativa ai “conviventi more
uxorio”, era divenuto il benefattore di tante donne, monache comprese, che o prive di assistenza sanitaria, o perché non in grado di pagare i “tikets”, o
perché necessitanti di ricoveri urgenti senza dover sottostare ad infinite
attese, o per altre gravi necessità, egli
faceva passare per sue “conviventi more uxorio” consentendo loro di godere (si fa per dire) di una pronta
assistenza sanitaria , oltrettutto, di prima qualità.
Vorrei vedere, si era detto con un sorrisetto, come l’assicurazione
potrebbe controllare se io con le sinistrate ci vado a letto regolarmente,
“more uxorio”, o se con loro ho avuto
solo un rapporto rapido ed occasionale, una scappatella, insomma: ed aveva con tranquilla coscienza iniziato la
sua benefica attività di falso “convivente more uxorio” a fin di bene.
Il direttore dell’Ufficio Sinistri della
“Tranquilli & Sicuri”, ricevuta la
diligente relazione del suo Ispettore, si affrettò ad informarne il collega
dell’Ufficio Assunzioni (quello che
vigila sull’andamento delle polizze,
ossia quanti sinistri producono e quanti soldi fan pagare) ed insieme si
recarono dal Direttore Generale per un lungo, approfondito consulto alla fine
del quale, per evitare che altri generosi
ex dirigenti seguissero l’esempio del loro pio collega, e che la polizza
divenisse una specie di pronto soccorso per donne bisognose con problemi di
salute, si decise di eliminare dalla polizza incriminata la famigerata (per la
Compagnia) clausola relativa ai “conviventi more uxorio”.
A seguito di ciò il Faibene fu costretto a
sospendere, con rammarico, la sua proficua
attività umanitaria, ma il peggio toccò a quei ex dirigenti che una “convivente
more uxorio” ce l’avevano sul serio, e che da quel momento furono costretti a
pagare di tasca propria le magagne delle
loro amanti.
Giovanni Zannini.
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