IL VALORE DELL’ESEMPIO
E’ strano che un uomo di
grande intelligenza come l’ing.Sergio
Marchionne si sia lasciata sfuggire un’ottima occasione per rendere più
sicuro il successo del suo progetto di ammodernamento della Fiat di cui
ampiamente si è parlato nei giorni
scorsi.
Eppure egli ben
conosce chi sia Lee Jacocca, famoso manager proveniente dalla Ford, che nel 1978 ebbe l’incarico di rimettere in sesto la Chrysler che stava allora per fallire.
In considerazione della grave crisi in cui versava l’azienda, egli inaugurò un clima di
“austerity” decidendo, per prima cosa, di ridurre drasticamente i compensi suoi e di
tutti i dirigenti, eliminando molti benefici di cui essi disponevano e tutte le
spese di rappresentanza ritenute superflue. Pose poi mano ad un programma di
riduzioni salariali pacificamente sopportate
dagli operai che aveva saputo con il suo esempio coinvolgere
nell’opera di salvataggio stimolando il
loro spirito di attaccamento all’azienda: e grazie alle sue capacità organizzative ed al
suo genio tecnico e commerciale, la
Chrysler fu salva.
Da noi le cose sono
andate diversamente ed a chi gli faceva capire che, forse, data la crisi,
sarebbe stato opportuno che rinunciasse a un po’ dei suoi guadagni
stratosferici, Marchionne si è limitato a rispondere che lui tutti quei quattrini se li merita
perché lavora come un cane giorno e notte.
Purtroppo, ha mancato di psicologia perché non si è reso
conto di come l’esempio sia un elemento che ieri ha consentito alla figura di Cristo di cambiare il mondo, e poi a Francesco di esaltare l’amore fra gli uomini o a Garibaldi, sempre alla testa dei suoi
uomini, di vincere le sue battaglie.
Sergio Marchionne, è vero,
ha vinto la sua, ma se avesse dato un segnale esemplare, si sarebbe risparmiato
tante ansie, la percentuale dei voti a
suo favore sarebbe stata ben maggiore del 54% e, soprattutto, il clima in Fiat
sarebbe stato, alla fine, meno polemico e
più disteso.
Giovanni Zannini
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