mercoledì 9 novembre 2011

QUESTIONE DI "ESCORT"

Enrico Prendigrano, Assessore Comunale allo Sviluppo Edilizio, passeggia avanti e indietro, fumando una sigaretta dopo l’altra, dinanzi all’ingresso del condominio ove, al quinto piano, c’è il suo piccolo studio.
“Manca mezz’ora”, pensa, “ma è meglio star larghi. Magari arriva prima e, non trovando il nome, c’è il rischio che se ne vada.” Sulla pulsantiera, infatti, ci sono solo le sue iniziali, inutile far sapere alla gente i fatti propri.
L’appuntamento è per le cinque, ma alle quattro e mezza ecco avanzarsi un fior di ragazza che se ne vedono poche: “Vedi che ho fatto bene”pensa Enrico, compiacendosi per la sua previdenza, mentre si avvicina alla fata.
“Lei cerca me, vero, signorina” dice, sfoggiando il miglior sorriso e porgendole la mano. “Perchè no..…”, fa l’altra, con un sorriso incoraggiante. “Si, sono proprio io” prosegue, sicuro, l’uomo, prendendola confidenzialmente sottobraccio ed avviandosi verso l’ascensore, “venga, venga, saliamo, vedrà, è un posticino proprio carino”. La ragazza lo segue docilmente, ed eccoli nello studiolo. “E’ bello, qui, c’è una vista fantastica” si complimenta la ragazza che indossa un “tubino” in cima al quale spunta uno splendido “decolletè”. “E’ vero” gli fa eco Enrico, galante, con un sorriso, “ma sono certo che, quando ti sarai tolta il vestitino, il panorama che apparirà sarà ancor più bello”. L’altra non se lo fa ripetere e, dopo il “decolletè”, ecco, in tutto il suo splendore, il resto che l’uomo, estasiato, ammira poco dopo, nello “studiolo” ove, al posto della scrivania, c’è un grande letto.
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“E’ stato molto bello, complimenti” dice l’uomo alla donna che si sta riinfilando con qualche difficoltà, data l’abbondanza di curve, il tubino. “E’ vero”, risponde, “è piaciuto anche a me, ma ora parliamo di cose serie: fa duemila”. Enrico, ancora mollemente disteso sul lettone, la guarda con occhio interrogativo. E l’altra, come a giustificare l’entità dell’onorario,” E che ti credi!” fa, guardandolo freddamente,“ io sono una “escort” di pregio, e sulla tariffa non transigo”. A questo punto l’altro fa un zompo sul letto, e così, mezzo nudo com’è, le si pianta davanti guardandola con occhi spiritati:” Ma” balbetta “ il dottor Cementi mi ha detto che era tutto pagato!”.
“Il dottor Cementi? E chi è” replica l’altra. “Ma come chi è” insiste l’uomo, “Paolo Cementi, Amministratore Delegato della SpA “ Capannoni Sicuri”, l’ impresa di costruzioni che partecipa alla gara d’appalto per la creazione della zona industriale sud, il quale mi ha assicurato che mi avrebbe mandato in omaggio la Samanta”, dice d’un fiato il Prendigrano guardando minacciosamente la donna . “Prima di tutto”, risponde quella, “io non mi chiamo Samanta, ma Debora, e poi io questo signor Cementi non so proprio chi sia, per cui o mi cacci la grana o comincio a gridare”.
Solo allora l’uomo si rende conto dell’equivoco in cui è caduto avvicinando con eccessiva precipitazione una presunta Samantha che, era, invece, una Debora che col Cementi non ci aveva nulla a che fare.
Ma di fronte al pericolo dello scandalo che avrebbe compromesso una carriera politica già ben avviata e, soprattutto, redditizia, Enrico Prendigrano preferisce mollare, profferendo parole irriferibili, i duemila euro alla Debora che se ne va offesa, senza salutare, mentre lui se ne torna malinconicamente a letto per rifarsi delle recenti fatiche amorose e dell’arrabbiatura.
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Aveva preso sonno da una mezz’oretta quando è svegliato da una ripetuta scampanellata. Maledicendo i seccatori, si avvia alla porta e, apertala, si trova di fronte una bella ragazza sui diciott’anni questa volta in maglioncino e minigonna ascellare che, prima che lui possa profferir parola, gli getta le braccia al collo dicendogli: “Sono la Samanta e mi manda il Paolo della “Capannoni Sicuri”. Scusa il ritardo, ma ho forato ed ho perso un mucchio di tempo”, e poi si avvia, mentre si toglie il maglioncino, verso lo “studio”.
In un lampo, Enrico Prendigrano capisce, e gli vengono i sudori freddi. Fosse stato più giovane, avrebbe ringraziato la buona sorte se gli avesse fatto cadere fra le braccia un così succulento bocconcino, e gratis per giunta, ma alla sua età – siamo sulla sessantina - è un’altra cosa. I medici gli hanno raccomandato di starci attento , e di non esagerare mai: e due volte, in poco più di un’ora, può essere molto pericoloso. Ma come glielo dice alla ragazza?
Di fronte ai suoi tentennamenti – ho il mal di testa, ho dormito male, ho il diabete mellito, ho un appuntamento importante – quella non vuol sentir ragioni: è stata pagata per fornicare con Enrico Prendigrano, e ciò le impone di osservare l’impegno assunto (oltrettutto, con pagamento anticipato) con il Paolo Cementi che, se venisse a sapere della sua inosservanza, potrebbe revocarle la fiducia e compromettere così un brillante futuro di “escort”.
Fu così che nello “studiolo” del Prendigrano avvenne quella volta un inedito caso di violenza sessuale.
Da una parte, in veste di violentatore, la Samanta; dall’altra, vittima, un Assessore Comunale che alla fine, nonostante una disperata resistenza, fu costretto a cedere alle pressanti ed abili profferte amorose di una fanciulla - certamente di dubbia moralità, ma innegabilmente dotata di profonda coscienza professionale - ben determinata ad osservare gli impegni contrattualmente assunti, sia pure verbalmente, ma la parola è parola, con il Cementi.
Da allora il Prendigrano, sopravvissuto, pur malconcio, a quella “performance” amorosa, si fece più cauto e accolse le “escort” solo dopo averle sottoposte ad un prudente interrogatorio onde accertare con precisione non solo la loro identità, ma pure la ragione sociale delle ditte offerenti nonché nome, cognome e indirizzo dei loro amministratori delegati. Giovanni Zannini

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