domenica 17 agosto 2014

DA KOS ALLA PUGLIA. A REMI

 E’ vero, il trattato di Losanna del 24 luglio 1923 aveva definitivamente conferito all’Italia la piena sovranità sulle isole greche dell’Egeo  conquistate durante la guerra italo turca del 1912, la guerra di Libia. Ma il ricordo della passata secolare , detestata dominazione turca, e, ancor più,  della recente sfortunata guerra combattuta  dal 1919 al 1922 dalla Grecia contro la Turchia, era ancora troppo viva in molti abitanti dell’isola di Kos. 
La presenza dell’Italia avrebbe dovuto tranquillizzarli, ma restava il timore che essa intendesse stabilire buone  relazioni con la confinante Turchia favorendo scambi commerciali ed accordi che avrebbero  consentito all’odiato turco di metter nuovamente piede sul suolo di Kos. Allora, meglio cambiar aria, e alcuni di loro decisero di andarsene proprio in quell’Italia che nei loro confronti si era comportata da “brava gente” e dove avrebbero potuto stare tranquilli senza l’incubo di trovarsi il turco ancora fra i piedi. Ma come arrivarci e, soprattutto, spendendo poco, dato che i “vapori”, all’epoca, costavano cari?
Ed è a questo punto che si fa avanti Stefanos Laumzis - un giovanotto forte, intelligente, amante dell’avventura e che del mare conosce tutti i segreti – ad offrire ad alcuni  che se ne volevano andare in Italia, di portarceli lui, per pochi soldi. Ma come? Con la sua  barca,  a remi.
Fu così che vogando per 38 giorni  alternandosi con qualcuno dei volonterosi passeggeri, riuscì nell’impresa,  che ancor oggi lascia sbalorditi, di raggiungere l’Italia e di scaricare i suoi passeggeri in Puglia.
E siccome qualche pugliese in cerca di una vita meno grama, e libero dall’ atavica paura del turco che invece opprimeva molti degli abitanti del “Dodecanneso”, se ne voleva andare a cercare fortuna nella “colonia” che il governo italiano di allora, si era voluta conquistare, Stefanos Laumzis, per non fare il viaggio di ritorno a vuoto,  offrì loro di trasportarli a buon prezzo, con la sua navicella, e sempre a remi, a Kos.      
Non si sa quanti avanti e indietro, tra Kos e la Puglia,  abbia fatto l’intraprendente – e muscoloso -  Stefanos: sta di fatto che dopo aver messo da parte un gruzzoletto,  si accorse che i quattrini li poteva guadagnare con assai minor fatica con i primi turisti che, attratti dal bel mare dell’Egeo,  cominciavano ad arrivare nell’isola, e che, data l’assenza, allora, di un porto, dovevano essere trasbordati dalle navi in arrivo, alla fonda sotto costa, fino a terra.
In breve, organizzò un servizio coi fiocchi che gli consentì di arricchire il gruzzolo fino a che si accorse che i soldi si potevano fare, oltre a sbarcarli, anche portando a spasso gli ospiti nel mare di quel paradiso chiamato “Dodekanissa“ (Dodecanneso).
Ed ecco, con gran festa, il varo del primo battello turistico subito imitato da altri intraprendenti isolani che hanno creato quella imponente, gioiosa flotta che ogni giorno d’estate solca il mare greco dell’Egeo.
Era nata  la “Laumzis – Flyng Dolphins “, la società che guidata dalla nipote di Stefanos Laumzis e dal marito - che tutti chiamano Pedro - da anni fornisce, con la sua agenzia ed i suoi 4 battelli, un valido contributo all’imponente sviluppo turistico dell’isola di Kos.
Ma non hanno dimenticato, i suoi titolari, l’impresa del nonno che sa di avventura e di coraggio: ed a ricordo dalla sua memorabile impresa, hanno voluto chiamare “Puglia Queen” il potente aliscafo -  tuttora in servizio nei lontani  Emirati arabi -  che per anni ha portato il nome della lontana Puglia, meta faticosa  della forza  e della fatica di Stefanos Laumzis, nel mare incantato della “Dodekanissa”.


Padova 17-8-2014                                                                                Giovanni Zannini

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