venerdì 11 gennaio 2013

LA PROVA FALLITA



LA PROVA FALLITA.

Racconto

Mario e Fiorella, terminata la cena, sono seduti uno accanto all’altra sul divano in soggiorno e lui le passa amichevolmente un braccio sulle spalle.
“Dunque” dice lui “ le cose, riconosciamolo, non sono andate bene e quindi occorre tirare le fila”.
“E’ vero” risponde lei “l’altro ieri è scaduto l’anno di matrimonio in prova e, contro tutte le previsioni, è stato un fallimento”.
“Peccato” assente Mario con un sospiro “ perché eravamo innamorati cotti, ma poi, per precauzione, abbiamo deciso di passare un anno insieme prima di sposarci. Pareva che tutto andasse bene, ma poi, purtroppo,  sono emersi i difetti…”.
“I tuoi, vorrai dire” replica l’altra,  un po’ seccata “perché la tua indolenza, la poca voglia di lavorare, e la tua pigrizia, apparse evidenti,  non sono certo delle gran virtù”.
E Mario: “Scusa, sai, ma già che siamo in argomento, anche tu non è che il tempo lo utilizzi al meglio. Quante ore stai allo specchio, per aggiustarti i capelli, e poi le creme viso-corpo, i massaggi, i raggi ultravioletti, la manicure, la pedicure, il fondotinta,  gli ombretti,  la depilazione ecc., per cui, il più delle volte, tornando a casa,  invece di trovare il pranzo pronto, mi tocca cuocermi gli spaghetti e poi aprire una carne in scatola. E poi sei lenta, lenta…”.
”Piano” lo interrompe Fiorella togliendosi il braccio di Mario dalle spalle  riposizionandolo sulle ginocchia di lui “dal momento che hai voluto toccare questo tasto, ti devo dire, con franchezza, che in fatto di lentezza per certe cose, tu mi capisci, mi batti sonoramente, e debbo dirti che certe volte l’attesa troppo prolungata è nociva e fa scappare la voglia: e poi, una volta ogni quindici giorni, lasciatelo dire, è veramente troppo poco…”.
“Sarà” ammette  l’altro, “ posto che io sia un po’ lento, tu, invece, vuoi tutto e subito, e questo non è carino perché una certa preparazione ci vuole pure. E poi…”.
“Ancora?” insorge la donna, tra il curioso e il risentito.    
“Vedi, cara,” fa Mario, con un tono di voce amabile, “far l’amore è una cosa bella,  distensiva, delicata, romantica, e tu, invece, quei momenti li trasformi in un combattimento corpo a corpo. E poi quelle grida,  quegli strepiti che allarmano il condominio e che la notte mettono in imbarazzo i condòmini quando i figlioletti chiedono loro se la Fiorella sta male, e loro a spiegargli che in effetti  lei è talora soggetta a dolori lancinanti che la fanno disperare. Scusa se te lo dico, ma quelli sembrano l’acuto di una soprano stonata, l’urlo di Tarzan, l’invocazione d’aiuto di chi sta per affogare, il grido del fantaccino che va all’assalto alla baionetta e perfino quello del giapponese che si sta facendo karakiri,….”.
“Ah, perché tu, invece” lo ferma Fiorella prima che l’altro continui ad imputarle i  i suoni più assortiti “ pensi che dalla tua bocca escano solo parole dolci ed espressioni  delicate ? Basta che tu, chiudendo un cassetto,  ti schiacci  un dito, perché si aprano le cateratte delle ingiurie con riferimento soprattutto ad  una parte intima (assai importante, per cui non comprendo perché gli uomini, quando sono arrabbiati, se la prendano tanto con quella) del tuo corpo,  con maledizioni varie ai santi, o con chiari riferimenti ad una certa categoria di donne, con un profluvio di parole affatto amabili , anzi, decisamente degne di biasimo. Per non parlare di altri rumori che attestano  indiscutibilmente l’ottimo stato del tuo apparato digerente, ma che, se non trattenuti, fanno, francamente,   schifo. La confidenza, è vero, è una bella cosa, e in casa sua ognuno deve potersi rilassare purchè non si trasformi in un mau-mau o in uno scaricatore di porto fra i quali, è doveroso dirlo,  se ne trovano anche alcuni  di quelli educati e di  buone maniere”.
A questo punto, quasi avessero esaurito il bilancio di   quell’anno di convivenza, i due tacciono, e dopo un po’ Mario rompe quel silenzio che si è fatto un po’ imbarazzante: ”Ma è inutile recriminare il passato, ora guardiamo al futuro: cosa pensi di fare, adesso?”.
“Dopo Francesco, di cui ti ho  già parlato, e te, mi metto ancora  in prova matrimoniale sperando che sia la volta buona” risponde, disinvolta, la donna.
E Mario, incuriosito, con un sorriso: “E posso chiederti  con chi effettuerai il prossimo collaudo?”.
“Tra noi, ormai,   è inutile fare misteri, e allora sappi che sono già in trattative col Carlo Ferretti”.
“Lui? Lo conosco benissimo” dice Mario,”e sono sicuro che farà al caso tuo perché non  ha tutti i miei difetti: ottimo lavoratore indefesso, molto attivo (lo chiamano “Trapano”) con le donne (e questo, penso, ti farà molto piacere),  ha  stile, morigerato nel mangiare e nel bere, non emette mai  suoni molesti trattenendosi, all’occorrenza,  con eleganza, si astiene dal turpiloquio e non infierisce sui santi. Sono sicuro che il collaudo avrà buon esito e ti auguro ogni bene”.
“Grazie, anche se per conoscere a fondo gli uomini un anno è troppo poco, e alla lunga le magagne vengono fuori. Per questa volta la tento ancora anche se  oramai penso che di uomini senza difetti non ce ne sono proprio per cui, a un certo punto, conviene rischiarla sposando quello che ti pare ne abbia di meno, anche senza esserci andata a letto prima. Ma adesso andiamo a dormire perchè si è fatto tardi”.
“D’accordo” conclude Mario “ e domattina svegliami in tempo che ti aiuto a far le valigie”.                                         

                                                                                                                                 Giovanni  Zannini





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