Nei giorni 23 e 24 ottobre scorsi ha avuto luogo a Roma il Sinodo per il Medio Oriente durante il quale i Vescovi libanesi, pur evidenziando le difficoltà del dialogo con il mondo islamico , hanno sostenuto la necessità di insistervi con costanza e senza scoramenti.
In tale occasione sono intervenuti anche alcuni rappresentanti di quel mondo purtroppo disomogeneo e frastagliato, privo di un’unica guida spirituale, causa prima, questa, delle difficoltà di instaurare con esso rapporti validi generalmente accettati.
Abdel Muti Bayoumi, sceicco della moschea di Al-Azhar e docente nell’università omonima, ha detto fra l’altro:” E’ falso affermare che il Corano e l’Islam si sono imposti con la spada”; i rappresentanti dell’Unione delle comunità islamiche in Italia (UCOOI) ha sostenuto che “E’ sbagliato lanciare accuse contro l’Islam e contro il Corano per i conflitti e per le guerre che ci sono state in passato”, mentre Gamal Bouchaib, presidente del Movimento dei Musulmani Moderati ha affermato che “Ci riteniamo maturi per la critica e l’autocritica…per proporre un nuovo pensiero che si sta già diffondendo fra gli intellettuali illuminati di molti paesi arabo-musulmani”.
Sorprendentemente, proprio nei giorni successivi alla conclusione del Sinodo romano alcuni laici musulmani rappresentanti della società civile egiziana, hanno organizzato un “Meeting” per favorire il dialogo fra le religioni, nel corso del quale Abdel Muti Bayoumi, rientrato da Roma, ha detto”Basta con questo fanatismo odioso”, e Abdel Fattah Assan , deputato indipendente al parlamento egiziano proveniente dalle fila dei Fratelli Musulmani, già Iman-vicario della moschea di Roma, ha affermato che “non c ‘è un Islam moderato ed uno fanatico: c’è da una parte la religione autentica, dall’altra l’ignoranza che conduce alle aberrazioni” e che “durante la predica del venerdì ho sempre insegnato che l’Islam insegna l’amore e la convivenza fra i popoli”.
Al termine del “Meeting” cairota, la conclusione del presidente Tahani al Jibaly, vice presidente della Suprema Corte Costituzionale egiziana: ” Nel nostro paese c’è l’apertura mentale necessaria per far partire veramente il dialogo fra le religioni e le culture, e questo dialogo aiuterà tutto l’Egitto a cambiare”.
Il 1 gennaio 2011, giorno dedicato dalla Chiesa Cattolica alla pace, un attentato dinanzi alla chiesa copta dei Santi ad Alessandria d’Egitto, provoca tra i fedeli 23 morti e diecine di feriti.
E allora, parole vuote quelle più sopra? Inutili gli sforzi per dialogare con l’Islam?
Per chi non fosse, come noi cattolici, ispirato dal Vangelo, la vendetta ed il farsi giustizia da sé sarebbero legittime: ma noi le respingiamo. Il nostri diritto di esigere dal governo egiziano la protezione di tutti i suoi cittadini e la punizione dei colpevoli, è sacrosanto. Contemporaneamente i cattolici dimostrino la fratellanza alle vittime innocenti della violenza con aiuti concreti.
Ma interrompere il dialogo in atto con l’Islam moderato che si sforza di liberarsi dalle scorie d’ignoranza che vi si sono accumulate sopra, sarebbe un errore imperdonabile da parte nostra ed un’offesa ai nostri fratelli copti egiziani martiri del 1 gennaio 2011.
Padova 3-1-011 Giovanni Zannini
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