venerdì 11 settembre 2015

LA PETACCI FU VIOLENTATA?

L'ottima ricostruzione delle “Ultime ore di Mussolini” scritta dal direttore Marco Delpino sul recente numero di agosto della rivista “Bacherontius” offre l'occasione per affrontare un argomento assai delicato ed estremamente imbarazzante che tratteremo nella maniera meno scabrosa possibile.
Riguarda il dubbio già avanzato da molti circa una possibile violenza sessuale subita dall'amante di Mussolini nelle ore precedenti la sua uccisione.
Da parte sua Delpino scrive che Giorgio Pisanò, il noto storico di parte fascista gli “”...raccontò d'aver successivamente scoperto...che Claretta Petacci sarebbe stata violentata da alcuni partigiani tra cui un tal “Capitano Roma”...””.
Così prosegue la ricostruzione di Pisanò:””...Il duce viene trascinato con forza giù dalle scale e portato nel cortile dei De Maria. La Petacci, che nel frattempo s'è affacciata alla finestra d'una stanza, grida:”Aiuto! Aiutateci!”, ma in quello stesso istante qualcuno l'afferra con forza facendola rientrare””.
Le invocazioni disperate di aiuto della donna sono confermate da una testimone, Dorina Mazzola, all'epoca diciannovenne che dalla propria casa distante circa 100 metri da quella dei De Maria che aveva ospitato Mussolini e la sua amante, riferì del trambusto osservato nella casa vicina.
Ma cosa accadde veramente a quella donna che invocava disperatamente aiuto?
L'ipotesi che nella camera in cui la signora Petacci e Mussolini avevano trascorso la notte si sia verificato un atto di violenza sessuale contro la donna, è a tutt'oggi dubbia e oggetto di dibattito.
Tenuto conto della drammaticità del momento che lasciava la donna in balia di uomini eccitati dalla consapevolezza del momento storico che stavano vivendo, carichi di odio verso il duce e colei che per anni ne era stata l'amante può fondare l'ipotesi che il fatto vergognoso si sia effettivamente verificato.
Ma il dubbio può essere superato da un particolare macabro che potrebbe portare ad avallare l'ipotesi della violenza.
Piazzale Loreto: è in corso l'episodio che tanto ha nuociuto alla nobiltà della Resistenza antifascista.
I cadaveri di Mussolini, della signora Petacci e di altri gerarchi giacciono sul piazzale antistante un vecchio distributore di benzina in disuso.
La folla imbestialita insulta i cadaveri, li copre di sputi, li calpesta, li prende a calci.
Per evitare che essi siano ridotti in poltiglia, si decide di appenderli per le gambe, a testa in giù, alla struttura del vecchio distributore, così la gente potrà continuare a vederli e insultarli, ma si eviterà la completa distruzione dei corpi.
A questo punto la gonna dell'abito della signora Petacci si rovescia lasciando scoperto il pube privo di indumento intimo.
Per por fine alla macabra esibizione, e per eliminare almeno questo sconcio, la mano pietosa di un frate unisce con uno spillone i lembi della gonna coprendo in tal modo l'addome della donna.
A questo punto la domanda: è possibile che una signora, vestendosi, ometta di indossare l'indumento intimo destinato a coprire la parte inferiore del proprio corpo? E' questo un movimento istintivo che, pur nelle tragiche circostanze che stava vivendo, con quasi assoluta certezza la signora Petacci, lasciato il letto, ha effettuato.
E allora? Come si spiega che l'esposizione di Piazzale Loreto ne abbia attestato l'assenza?
Non può essere questa la prova che qualcuno, imbestialito dalla vita del guerrigliero, eccitato dall'insperata fortuna della cattura di un uomo tristemente famoso, e, perchè no, dall'indubbia avvenenza della donna, abbia strappato il delicato indumento per compiere l'abominevole gesto?
Non si pretende certamente di aver sciolto il dubbio che la signora Petacci, prima di morire, sia stata vittima di violenza sessuale.
Ma la circostanza sopra evidenziata, basata su di un elemento obbiettivo che supera ipotesi solo verbalmente affermate da Giorgio Pisanò, pare propendere per l'ipotesi che la deprecabile violenza, si sia, in effetti, verificata. Giovanni Zannini



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