mercoledì 22 aprile 2015

SOMMERGIBILI PORTAEREI GIAPPONESI NELLA II GUERRA MONDIALE

L’innegabile ingegno dei tecnici giapponesi si manifestò nella 2° Guerra Mondiale anche con la costruzione di sommergibili che costituirono il mezzo più sofisticato prima dell’avvento dei sommergibili nucleari: i sommergibili-portaerei.
Si trattava di due categorie di grandi sommergibili “Sen Toku” aventi caratteristiche assai simili (dislocamento a nave vacante tonn.2.919, a pieno carico tonn.4150, l’una; tonn.2.589/3.654 l’altra; entrambe lunghezza oltre m.110 , equipaggio oltre 100 uomini, armati di un cannone, mitragliere anti-aeree, 6 tubi lanciasiluri - veri e propri incrociatori subacquei ) sui quali al centro del ponte veniva collocato un “hangar” capace di contenere la carlinga di un piccolo idrovolante con le ali ripiegabili.
Sopra di esso veniva installata la consueta torretta di comando: una struttura, quindi, che si elevava notevolmente in altezza e che dava certamente l’impressione di una torre navigante.
Giunto il momento dell’impiego, la carlinga veniva estratta dal suo abitacolo, le ali dispiegate e quindi l’aereo, scagliato da una catapulta, decollava.
L’aereo era un piccolo idrovolante da ricognizione “Yokosuka” categoria “Glen” con un equipaggio di uno o due uomini, lungo m.8,54, apertura alare m.11, velocità massima kmh 246, armato di una mitragliatrice da 7,7 millimetri, in grado di trasportare sulle ali due bombe da 70-80 chilogrammi.
Evidente la pericolosità di questa macchina da guerra in grado di avvicinarsi notevolmente, inosservata, al territorio nemico e quindi di lanciare l’aereo prima che la difesa contraerea si allarmasse; e se anche la modestia del materiale esplosivo trasportato rendeva l’offesa molto limitata, l’effetto doveva essere tuttavia soprattutto psicologico e influire negativamente sul morale della popolazione civile(si pensi alla paura provocata in Italia dalle incursioni del famoso “Pippo”).
Circa il suo impiego, è conosciuta l’operazione compiuta dal sommergibile I-25 alla fine di agosto 1942 contro il territorio statunitense in località Wheeler Ridge, 4 miglia a sud-est di Mount Emily sulla costa dell’Oregon.
Emerso a poca distanza da Capo Blanco il sottomarino lanciò l’aereo pilotato dal Ten.Fujta Nobuo con a bordo due bombe sub-alari al fosforo da 76 chilogrammi che vennero sganciate su di una fitta foresta incendiandola: terminata la missione, il velivolo venne recuperato senza problemi.
Oltre a ciò pare, ma non è certo, che lo stesso aereo abbia effettuato un secondo “raid” nell’Oregon, pur esso con risultati assai modesti: sta però di fatto che l’allarme provocato indusse gli americani a dislocare nella regione una squadriglia di aerei da caccia.
I danni arrecati in questo caso al nemico dall’impiego di sottomarini-portaerei furono assai limitati, ma l’effetto fu traumatico per gli americani che, sicuri dell’inattaccabilità del proprio territorio, si resero invece conto che anche la loro fortezza poteva essere violata: ed a guerra terminata i giapponesi riconobbero l’errore di non aver insistito maggiormente su tale tipo di offesa.


Bibliografia
E.ROSSLE = U-BOAT = F.lli Melita Editori – La Spezia 1993

ALBERTO ROSSELLI “Le operazioni dei sommergibili giapponesi lungo le coste occidentali statunitensi 1941/1942” – su Internet

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