L’innegabile ingegno dei tecnici giapponesi si manifestò nella
2° Guerra Mondiale anche con la costruzione di sommergibili che
costituirono il mezzo più sofisticato prima dell’avvento dei
sommergibili nucleari: i sommergibili-portaerei.
Si trattava di due categorie di grandi sommergibili “Sen Toku”
aventi caratteristiche assai simili (dislocamento a nave vacante
tonn.2.919, a pieno carico tonn.4150, l’una; tonn.2.589/3.654
l’altra; entrambe lunghezza oltre m.110 , equipaggio oltre 100
uomini, armati di un cannone, mitragliere anti-aeree, 6 tubi
lanciasiluri - veri e propri incrociatori subacquei ) sui quali al
centro del ponte veniva collocato un “hangar” capace di
contenere la carlinga di un piccolo idrovolante con le ali
ripiegabili.
Sopra di esso veniva installata la consueta torretta di comando:
una struttura, quindi, che si elevava notevolmente in altezza e che
dava certamente l’impressione di una torre navigante.
Giunto il momento dell’impiego, la carlinga veniva estratta dal
suo abitacolo, le ali dispiegate e quindi l’aereo, scagliato da
una catapulta, decollava.
L’aereo era un piccolo idrovolante da ricognizione “Yokosuka”
categoria “Glen” con un equipaggio di uno o due uomini, lungo
m.8,54, apertura alare m.11, velocità massima kmh 246, armato di una
mitragliatrice da 7,7 millimetri, in grado di trasportare sulle ali
due bombe da 70-80 chilogrammi.
Evidente la pericolosità di questa macchina da guerra in grado
di avvicinarsi notevolmente, inosservata, al territorio nemico e
quindi di lanciare l’aereo prima che la difesa contraerea si
allarmasse; e se anche la modestia del materiale esplosivo
trasportato rendeva l’offesa molto limitata, l’effetto doveva
essere tuttavia soprattutto psicologico e influire negativamente sul
morale della popolazione civile(si pensi alla paura provocata in
Italia dalle incursioni del famoso “Pippo”).
Circa il suo impiego, è conosciuta l’operazione compiuta dal
sommergibile I-25 alla fine di agosto 1942 contro il territorio
statunitense in località Wheeler Ridge, 4 miglia a sud-est di Mount
Emily sulla costa dell’Oregon.
Emerso a poca distanza da Capo Blanco il sottomarino lanciò
l’aereo pilotato dal Ten.Fujta Nobuo con a bordo due bombe
sub-alari al fosforo da 76 chilogrammi che vennero sganciate su di
una fitta foresta incendiandola: terminata la missione, il velivolo
venne recuperato senza problemi.
Oltre a ciò pare, ma non è certo, che lo stesso aereo abbia
effettuato un secondo “raid” nell’Oregon, pur esso con
risultati assai modesti: sta però di fatto che l’allarme provocato
indusse gli americani a dislocare nella regione una squadriglia di
aerei da caccia.
I danni arrecati in questo caso al nemico dall’impiego di
sottomarini-portaerei furono assai limitati, ma l’effetto fu
traumatico per gli americani che, sicuri dell’inattaccabilità del
proprio territorio, si resero invece conto che anche la loro fortezza
poteva essere violata: ed a guerra terminata i giapponesi riconobbero
l’errore di non aver insistito maggiormente su tale tipo di
offesa.
Bibliografia
E.ROSSLE = U-BOAT = F.lli Melita Editori – La Spezia 1993
ALBERTO ROSSELLI “Le operazioni dei sommergibili giapponesi
lungo le coste occidentali statunitensi 1941/1942” – su Internet
Nessun commento:
Posta un commento