mercoledì 1 aprile 2015

L'ALTANA ANTIAEREA

L’”altana” è una piattaforma di assi di legno appoggiata sui tetti e retta da pilastrini, una singolare terrazza assai diffusa a Venezia (ma ve ne sono anche in altre città) sulla quale i veneziani salgono per ammirare dall’alto il panorama della loro meravigliosa città o prendere il fresco nelle calde sere d’estate.
Ma chi avrebbe mai pensato di adattarla a fini guerreschi durante la prima guerra mondiale?
Eppure è proprio così, ed all'altana è stata pure dedicata una medaglia datata 1915 che la immortala con attorno una solenne dicitura latina ad esaltarne i meriti:” Urbis tutamen fastigium imbelle”, ossia “Pacifica sentinella protettrice della città”.
Questa struttura insolita costituì per Venezia, nel primo conflitto mondiale , un punto strategico, una piattaforma per posizionare i fucilieri addetti alla difesa aerea della città, costituendo uno dei primi esempi di difesa urbana contro le incursioni nemiche.
E’ lì, infatti, che veniva fatta salire una squadra di soldati che aprivano contemporaneamente il fuoco (una specie di “bordata” di fucileria) provocando una rosa di proiettili che aumentava la probabilità di colpire aerei, ma anche dirigibili, provenienti dal cielo per bombardare la città.
L’arma utilizzata era il vecchio ma sempre valido fucile mod.91 dotato di una gittata molto lunga e quindi in grado di colpire obbiettivi assai distanti, adattato ad uso contraereo applicando sullo zoccolo dell’alzo ordinario una mira a tre tacche studiata per colpire l’aereo in avvicinamento, in allontanamento o proveniente da destra o da sinistra.
Un mezzo, come si vede, piuttosto rozzo ma che costituì per gli italiani la nascita della difesa contraerea urbana raffigurata sul verso della medaglia da un fiero leone con corona sormontata da corno dogale, circondato dal motto “Per l’aria buona guardia”.
E a Padova? La città che risulta fra le più bombardate della 1a guerra mondiale subì 20 incursioni aeree che provocarono 140 morti e 110 feriti.
Per proteggersi da tali attacchi  fu realizzata la  difesa antiaerea che prevedeva anzitutto un sistema di avvistamento con il servizio di vedette appostate sugli edifici più alti e sui campanili. Furono poi posizionate batterie contraeree al Bassanello, a Mortise e Montà, una sezione di artiglieria a Terranegra, 4 gruppi di mitragliatrici presso la stazione  ferroviaria, il ponte delle Torricelle, la chiesa di S.Sofia e le officine della Stanga, nonchè due picchetti di fucilieri in via S.Massimo ed al campo sportivo comunale. Anche a Padova dunque la difesa antiaerea fu in parte affidata ai fucili anche se  non risulta se essi fossero azionati da terra o da strutture sopraelevate come le altane a Venezia.
L’efficacia della difesa antiaerea fu nella 1a guerra mondale certamente molto modesta, ma vi è da dire che nei rari casi di successo questo fu dovuto anche al fatto che all’epoca gli aerei, costruiti in tela e legno, non offrivano alcuna protezione al pilota: e fu proprio la fucilata sparata da una trincea austriaca che stava sorvolando a bassa quota ad abbattere l'asso dell'aviazione italiana Francesco Baracca.
Stupisce che il “fucile antiaereo” che si riteneva arma antiquata della 1a Guerra Mondiale sia stato invece utilizzato anche nel corso della 2a.
Infatti un articolo de “Lenciclopedia” su Internet cita, fra le armi antiaeree usate “dopo la 1° Guerra Mondiale”, i “fucili di difesa aerea” accanto a “pezzi antiaerei, palloni di sbarramento e aerei da combattimento”.
Mentre è certo che “fucili antiaerei” furono utilizzati dagli inglesi durante la strenua difesa di Londra contro i bombardieri tedeschi, anche se non se ne conoscono le caratteristiche certamente più evolute rispetto ai precedenti.
                                                                                            Giovanni Zannini



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