Mi perviene “L’ultima Crociata”, organo dell’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi della Repubblica Sociale Italiana.
E’ anzitutto strano che le crociate, sulle quali la Chiesa Cattolica ha ormai recitato il “mea culpa” ( assieme ad altri episodi del passato - giustamente criticati perché incompatibili con una religione fondata sul Vangelo - quali le guerre di religione, i massacri dei Sassoni in età carolingia, la “Reconquista” iberica, la liquidazione dei Catari, le campagne dei cavalieri teutonici , le stragi di “native americans” in sud-america, citati coraggiosamente dallo scrittore cattolico Franco Cardini nel suo libro “Cristiani perseguitati e persecutori”) vengano invece oggi esaltate in molti ambienti xenofobi e dell’estrema destra.
A parte ciò, desidero manifestare alcune considerazioni sui conten uti di tale pubblicazione.
Condivido la denuncia dei misfatti operati dopo il 25 aprile 1945 da alcuni appartenenti alla Resistenza antifascista, che hanno appannato i meriti di quanti hanno invece combattuto per la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, e che dopo la vittoria si sono astenuti dal compiere rappresaglie e odiosi delitti.
La macabra esposizione dei corpi massacrati di Mussolini e della Petacci in Piazzale Loreto, assieme all’uccisione di civili e militari italiani che avevano aderito alla Repubblica Sociale Italiana, resteranno nella storia come un’onta che sarà difficile cancellare.
Comprendo l’onore reso dall’”Ultima Crociata” a quei combattenti della Repubblica Sociale Italiana che hanno sacrificato la loro vita per un ideale in cui credevano e che, nel triste agone della guerra, anche se caduti per una causa sbagliata, hanno saputo dimostrare abnegazione e coraggio.
Ma dissento dall’esaltazione di un organismo politico, la RSI , nata dalla ribellione di chi non ha riconosciuto le decisioni del legittimo governo italiano, si è opposto ad esse, ha favorito la nascita di uno stato fantoccio ed ha in tal modo provocato la prosecuzione di una guerra ormai dolorosamente perduta e scatenato quella triste guerra civile che ha visto gli italiani combattersi fra di loro.
Comprendo, dunque, che sull’ultimo numero della succitata pubblicazione si renda omaggio agli appartenenti al Battaglione “Lupo” della “X Mas” caduti nel 1945 sul fronte del Senio nella zona tra Fusignano e Alfonsine.
Ma che, a conclusione della commemorazione, si inneggi alla “X Mas” ed alla RSI, questo lo ritengo offensivo, profondamente ingiusto, e va ad onore della nostra Repubblica che lo tollera.
Giovanni Zannini
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