L'episodio degli ebrei in fuga
dall'Egitto che attraversarono il Mar Rosso prodigiosamente apertosi
dinanzi a loro ma poi richiusosi al passaggio degli egiziani che li
inseguivano, è molto noto.
Ma non lo è altrettanto quello assai
simile descritto in “Giosuè”, uno dei libri storici del Vecchio
Testamento, che racconta l'occupazione della Palestina da parte degli
ebrei.
Vi si legge che dopo la morte di Mosè
venne eletto a capo degli ebrei Giosuè – figlio di Nun, già
ministro di Mosè -, un valoroso combattente che aveva guidato gli
ebrei alla vittoria contro gli Amaleciti.
L'incarico è molto impegnativo perchè
la marcia verso la terra promessa, già intravvista da Mosè
dall'alto del monte Nebo, è inibita dalle acque del fiume Giordano
oltrettutto gonfio per lo scioglimento delle nevi: e Giosuè è
giustamente preoccupato.
Ma il Signore lo rassicura e gli
promette che, come in passato ha protetto Mosè, così sarà per
lui. Allora, fiducioso della parola di Dio rincuora la sua gente: si
preparino, fra tre giorni avverrà il passaggio del Giordano, e sarà
così possibile attaccare e sconfiggere la potente città di Gerico
che sorge al di là del fiume.
In vista di ciò, incarica due
esploratori di andare a vedere come stanno le cose e quelli,
attraversato, non si sa come, il fiume, giunti in territorio
nemico, per riposarsi si rifugiano nella casa di Raab, una “donna
di mala vita”, che li ospita generosamente facendosi promettere
che allorchè Gerico fosse stata conquistata dagli ebrei lei sarebbe
scampata alla vendetta dei vincitori. Promessa che sarà poi
mantenuta da Giosuè che, grato per l'assistenza data ai suoi due
esploratori, la salverà dal massacro succeduto alla vittoria, e
addirittura la famiglia di Raab verrà ammessa a far parte del popolo
d'Israele: lei sposerà Salmon, della famiglia di Giuda e verrà
poi ritenuta dai Padri (come si legge in un commentario della Bibbia)
“come una figura della Chiesa”.
Rientrati alla base, i due esploratori
riferiscono a Giosuè sull'esito delle loro indagini e lo informano
che tutti gli abitanti di Gerico “sono abbattuti dallo spavento”
ben conoscendo la fama guerresca degli israeliti.
E allora Giosuè lascia l'accampamento
e si mette in moto deciso a sterminare gli odiati nemici: i Cananei,
gli Etei, gli Evei, i Ferezei, i Gergesei, i Gebusei e gli Amorrei.
Può contare su 110.000 uomini, ma di
questi solo 40.000 sono impiegati nella spedizione mentre i restanti
sono lasciati a presidiare il territorio conquistato contro
possibili attacchi nemici.
La sua strategia è del tutto
singolare: davanti un'avanguardia costituita da 12 sacerdoti, uno
per ciascuna tribù d'Israele, che trasportano l'Arca dell'Alleanza,
dietro i soldati.
Ed ecco ripetersi il prodigio del Mar
Rosso: appena i portatori dell'Arca, giunti al fiume, mettono i piedi
nelle sue acque “quelle che scendevano di sopra si fermarono in
un sol luogo e, alzandosi come un monte, apparivano da lontano, dalla
città detta Alom fino al luogo di Sartan; e quelle che andavano in
giù seguitarono verso il mare del deserto (detto ora Mar Morto) e
sparirono del tutto.... I sacerdoti che trasportavano l'Arca
dell'Alleanza del Signore stavan ritti sopra la terra asciutta nel
mezzo del Giordano e tutto il popolo passò per il letto
disseccato”.
Superato l'ostacolo, gli ebrei cingono
d'assedio Gerico la cui popolazione si rifugia dietro le sue potenti
mura: ma ancora una volta l'Arca dell'Alleanza entra in azione.
Vien fatta girare per sei giorni
attorno al possente baluardo seguita dai soldati israeliani cui
Giosuè impone il silenzio assoluto. Al settimo, ad un suo ordine,
essi esplodono in grida talmente alte che, amplificate dalle sette
trombe che si usano per il Giubileo, fanno crollare la potente cinta
difensiva avversaria e così può aver inizio la mattanza dei suoi
abitanti. Unica superstite, sappiamo, la meretrice Raab per i meriti
acquisiti nascondendo gli esploratori che Giosuè aveva inviato a
Gerico.
Segue la conquista di Ai e di tutta la
Palestina, quella meridionale e poi quella settentrionale, cosicchè,
si legge nella introduzione al libro di Giosuè contenuta ne “La
Sacra Bibbia” edita nel 1945 dalla Società S.Paolo di Alba,
“Giosuè è una bellissima figura di Gesù che introduce con la
spada della Croce il popolo eletto nella Terra Promessa del Cielo”.
Padova 27-1-2017
Giovanni Zannini
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