mercoledì 1 febbraio 2017

LE ACQUE MIRACOLOSE DEL MAR ROSSO E DEL FIUME GIORDANO

L'episodio degli ebrei in fuga dall'Egitto che attraversarono il Mar Rosso prodigiosamente apertosi dinanzi a loro ma poi richiusosi al passaggio degli egiziani che li inseguivano, è molto noto.
Ma non lo è altrettanto quello assai simile descritto in “Giosuè”, uno dei libri storici del Vecchio Testamento, che racconta l'occupazione della Palestina da parte degli ebrei.
Vi si legge che dopo la morte di Mosè venne eletto a capo degli ebrei Giosuè – figlio di Nun, già ministro di Mosè -, un valoroso combattente che aveva guidato gli ebrei alla vittoria contro gli Amaleciti.
L'incarico è molto impegnativo perchè la marcia verso la terra promessa, già intravvista da Mosè dall'alto del monte Nebo, è inibita dalle acque del fiume Giordano oltrettutto gonfio per lo scioglimento delle nevi: e Giosuè è giustamente preoccupato.
Ma il Signore lo rassicura e gli promette che, come in passato ha protetto Mosè, così sarà per lui. Allora, fiducioso della parola di Dio rincuora la sua gente: si preparino, fra tre giorni avverrà il passaggio del Giordano, e sarà così possibile attaccare e sconfiggere la potente città di Gerico che sorge al di là del fiume.
In vista di ciò, incarica due esploratori di andare a vedere come stanno le cose e quelli, attraversato, non si sa come, il fiume, giunti in territorio nemico, per riposarsi si rifugiano nella casa di Raab, una “donna di mala vita”, che li ospita generosamente facendosi promettere che allorchè Gerico fosse stata conquistata dagli ebrei lei sarebbe scampata alla vendetta dei vincitori. Promessa che sarà poi mantenuta da Giosuè che, grato per l'assistenza data ai suoi due esploratori, la salverà dal massacro succeduto alla vittoria, e addirittura la famiglia di Raab verrà ammessa a far parte del popolo d'Israele: lei sposerà Salmon, della famiglia di Giuda e verrà poi ritenuta dai Padri (come si legge in un commentario della Bibbia) “come una figura della Chiesa”.
Rientrati alla base, i due esploratori riferiscono a Giosuè sull'esito delle loro indagini e lo informano che tutti gli abitanti di Gerico “sono abbattuti dallo spavento” ben conoscendo la fama guerresca degli israeliti.
E allora Giosuè lascia l'accampamento e si mette in moto deciso a sterminare gli odiati nemici: i Cananei, gli Etei, gli Evei, i Ferezei, i Gergesei, i Gebusei e gli Amorrei.
Può contare su 110.000 uomini, ma di questi solo 40.000 sono impiegati nella spedizione mentre i restanti sono lasciati a presidiare il territorio conquistato contro possibili attacchi nemici.
La sua strategia è del tutto singolare: davanti un'avanguardia costituita da 12 sacerdoti, uno per ciascuna tribù d'Israele, che trasportano l'Arca dell'Alleanza, dietro i soldati.
Ed ecco ripetersi il prodigio del Mar Rosso: appena i portatori dell'Arca, giunti al fiume, mettono i piedi nelle sue acque “quelle che scendevano di sopra si fermarono in un sol luogo e, alzandosi come un monte, apparivano da lontano, dalla città detta Alom fino al luogo di Sartan; e quelle che andavano in giù seguitarono verso il mare del deserto (detto ora  Mar Morto) e sparirono del tutto.... I sacerdoti che trasportavano l'Arca dell'Alleanza del Signore stavan ritti sopra la terra asciutta nel mezzo del Giordano e tutto il popolo passò per il letto disseccato”.
Superato l'ostacolo, gli ebrei cingono d'assedio Gerico la cui popolazione si rifugia dietro le sue potenti mura: ma ancora una volta l'Arca dell'Alleanza entra in azione.
Vien fatta girare per sei giorni attorno al possente baluardo seguita dai soldati israeliani cui Giosuè impone il silenzio assoluto. Al settimo, ad un suo ordine, essi esplodono in grida talmente alte che, amplificate dalle sette trombe che si usano per il Giubileo, fanno crollare la potente cinta difensiva avversaria e così può aver inizio la mattanza dei suoi abitanti. Unica superstite, sappiamo, la meretrice Raab per i meriti acquisiti nascondendo gli esploratori che Giosuè aveva inviato a Gerico.
Segue la conquista di Ai e di tutta la Palestina, quella meridionale e poi quella settentrionale, cosicchè, si legge nella introduzione al libro di Giosuè contenuta ne “La Sacra Bibbia” edita nel 1945 dalla Società S.Paolo di Alba, “Giosuè è una bellissima figura di Gesù che introduce con la spada della Croce il popolo eletto nella Terra Promessa del Cielo”.


Padova 27-1-2017 Giovanni Zannini

Nessun commento:

Posta un commento