martedì 13 marzo 2018

AMICI MUSULMANI, CORAGGIO


Gianromano Gnesotto nella sua rubrica “Buona settimana” sulle colonne de “La difesa del Popolo”, settimanale della Diocesi di Padova del 7 gennaio 2018 evidenzia la decisione di Papa Paolo VI di eliminare i Salmi 58,83 e 109 (cosiddetti “imprecatori”) perchè “la storia li aveva superati, stonavano”.
E' noto che la Chiesa, prima del Vaticano II, sconsigliava, se non addirittura vietava, ai fedeli, la lettura del Vecchio Testamento nel timore che il lettore considerasse esemplari, perchè contenuti nel testo sacro, fatti ed episodi accaduti in momenti storici oramai superati dalla civiltà e dal progresso, quali, ad esempio, le orrende stragi di donne e bambini dopo la vittoria sul nemico.
Ora la decisione papale invita i cattolici a leggere il Vecchio Testamento, fondamentale nella storia della Chiesa, assaporandone il valore sacro ed eterno sopravvissuto alle mutevoli variazioni del tempo e della storia.
E' auspicabile che anche nell'Islam si provveda all'aggiornamento del suo testo sacro, il Corano.
Si eliminino, o, almeno, si dica con la massima chiarezza, che alcuni versetti (come quelli, ad esempio, che invitano alla violenza contro gli “infedeli”) non vanno più osservati, lasciando in tal modo emergere in tutta la loro bellezza quelli che invece, invitano alla fratellanza, alla tolleranza, al rispetto delle altre religioni, alla Misericordia, di cui il Corano è ricco.
Già molte voci si sono levate in tal senso nel cosiddetto mondo musulmano moderato, ma è auspicabile che esse abbiano maggiore risonanza con un ordinato coordinamento, in modo da raggiungere, e convincere quei fedeli dell'Islam adusi ad una lettura letterale e pedissequa del Corano, che da esso vanno tolti quei “versetti” carichi di odio e di violenza che tanto allarme ed ostilità suscitano, purtroppo, nei confronti dei musulmani, in Italia e nel mondo intero.
Con lo stesso coraggio con cui noi cattolici abbiamo saputo togliere i salmi “imprecatori” dal Vecchio Testamento.

Padova 12-3-2018                                                                                            Giovanni Zannini

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