Gianromano Gnesotto nella sua rubrica
“Buona settimana” sulle colonne de “La difesa del Popolo”,
settimanale della Diocesi di Padova del 7 gennaio 2018 evidenzia la
decisione di Papa Paolo VI di eliminare i Salmi 58,83 e 109
(cosiddetti “imprecatori”) perchè “la storia li aveva
superati, stonavano”.
E' noto che la Chiesa, prima del
Vaticano II, sconsigliava, se non addirittura vietava, ai fedeli, la
lettura del Vecchio Testamento nel timore che il lettore considerasse
esemplari, perchè contenuti nel testo sacro, fatti ed episodi
accaduti in momenti storici oramai superati dalla civiltà e dal
progresso, quali, ad esempio, le orrende stragi di donne e bambini
dopo la vittoria sul nemico.
Ora la decisione papale invita i
cattolici a leggere il Vecchio Testamento, fondamentale nella storia
della Chiesa, assaporandone il valore sacro ed eterno sopravvissuto
alle mutevoli variazioni del tempo e della storia.
E' auspicabile che anche nell'Islam si
provveda all'aggiornamento del suo testo sacro, il Corano.
Si eliminino, o, almeno, si dica con
la massima chiarezza, che alcuni versetti (come quelli, ad esempio,
che invitano alla violenza contro gli “infedeli”) non vanno più
osservati, lasciando in tal modo emergere in tutta la loro bellezza
quelli che invece, invitano alla fratellanza, alla tolleranza, al
rispetto delle altre religioni, alla Misericordia, di cui il Corano è
ricco.
Già molte voci si sono levate in tal
senso nel cosiddetto mondo musulmano moderato, ma è auspicabile che
esse abbiano maggiore risonanza con un ordinato coordinamento, in
modo da raggiungere, e convincere quei fedeli dell'Islam adusi ad
una lettura letterale e pedissequa del Corano, che da esso vanno
tolti quei “versetti” carichi di odio e di violenza che tanto
allarme ed ostilità suscitano, purtroppo, nei confronti dei
musulmani, in Italia e nel mondo intero.
Con lo stesso coraggio con cui noi
cattolici abbiamo saputo togliere i salmi “imprecatori” dal
Vecchio Testamento.
Padova 12-3-2018 Giovanni Zannini
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