giovedì 5 ottobre 2017

QUEI TENTATIVI DI PACE SEPARATA ALLA VIGILIA DEL 25 LUGLIO 1943

La “Storia segreta del 25 luglio '43” di Fulvio e Gianfranco Bellini (Ed.Mursia 1996) che si inserisce nella infinita storiografia sulla fine del Fascismo in Italia, si distingue per una ricostruzione dei fatti che appare obbiettiva, supportata da ricche note e dalla citazione di interessanti documenti poco conosciuti.
Dal libro emerge, tra l'altro, una singolare differenza di vedute fra quanti durante il secondo conflitto mondiale ad un certo punto, allorchè si resero conto che la guerra volgeva al peggio per le truppe dell'Asse Roma-Berlino, si adoperarono per trattare la pace separata con uno dei nemici, gli Angloamericani sul fronte occidentale, i Russi su quello orientale.
Fu così che nel 1943, a seguito delle gravi sconfitte culminate con la resa delle armate dell'Asse in Tunisia (13 maggio 1943) e la sconfitta tedesca nella battaglia di Stalingrado (31-1-1943) si realizzarono due diversi tentativi.
Composito il fronte favorevole a trattative di pace su fronte occidentale: fra questi, vecchi esponenti dei partiti prefascisti con a capo Ivanoe Bonomi, gerarchi come Dino Grandi, presidente della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, ed ambienti vaticani, che effettuano eguali pressioni sul re Vittorio Emanuele affinchè metta fine all'alleanza con la Germania ed inizi trattative di pace con gli Anglo-americani.
Tentativi falliti perchè il re che non condivideva il pessimismo dei suoi interlocutori sull'esito della guerra si dichiarava contrario a rompere l'alleanza con i tedeschi.
La pace separata con la Russia ha, invece, un convinto sostenitore proprio in Mussolini che già nel 1940, dopo la vittoria sulla Francia, aveva espresso a Hitler il suo parere contrario ad aprire un secondo fronte trovando però la netta opposizione del Fuhrer che non tenne alcun conto delle raccomandazioni dell'alleato e aprì le ostilità contro la Russia.
Ma che, contraddicendosi clamorosamente, non esitò, a seguito degli iniziali successi tedeschi (ricordate l'attacco alla Francia allorchè, invasa dai tedeschi, era allo stremo?) non esitò ad inviare sul fronte russo gli italiani dell'Armir con le nefaste conseguenze che tutti conosciamo.
Poi però, dinanzi al catastrofico negativo sviluppo della guerra, nel 1943 il Duce torna alla carica.
Con due lettere dell' 8 e 23 marzo 1943 egli propone a Hitler di “neutralizzare” la Russia con una pace separata che avrebbe consentito all'Asse di concentrare tutte le forze sul fronte occidentale e quindi di sconfiggere gli Angloamericani.
Ma invano: il dittatore nazista, nonostante la proposta italiana abbia ottenuto il consenso di alcuni generali tedeschi, tira dritto e prosegue la guerra contro la Russia.
Mussolini, allora, consapevole del pericolo imminente, accetta la proposta del Giappone, alleato nella triplice Roma-Berlino-Tokio, di intervenire presso il Fuhrer per convincerlo a fare la pace separata con la Russia: ma anche l'iniziativa nipponica – vista con sospetto dal dittatore tedesco timoroso che dietro la proposta di mediazione giapponese si nasconda chi sa quale trama - cozza contro l'ostinato rifiuto di Hitler che continua ad illudersi di poter sconfiggere le armate di Stalin.
Il 25 luglio 1943 provocherà la fine di ogni tentativo di pace separata che avrebbe forse potuto modificare l'esito dell'immane conflitto.


Padova 26-9-2017 Giovanni Zannini

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