martedì 2 aprile 2013

Giallo al Conclave - LA FUMATA SBAGLIATA

Racconto

Sono noti gli equivoci provocati  dai fumi provenienti dal comignolo installato sul tetto della Cappella Sistina per segnalare l'esito delle votazioni relative all'elezione dei Papi, sistema ereditato  dagli indiani d'America, dai Sioux e dagli Apaches, che con l'alfabeto  “fumogeno” s'intendevano benissimo scambiandosi messaggi di ogni tipo, quelli amorosi compresi.
 Molto spesso, infatti, in passato, il colore di detti fumi veniva diversamente interpretato ed in Piazza S.Pietro si accendevano animate discussioni in proposito fra il popolo in attesa, perchè c'era chi il fumo lo vedeva bianco e chi, invece, giurava, che esso fosse, al contrario,  nero.
Ma oggi,  grazie ai progressi della tecnica,  è stata fatta chiarezza, come  dimostrato dall'ultimo Conclave, e ciò  grazie al fatto che ai documenti, agli appunti, ed alle schede di votazione da bruciare sono stati aggiunti, con ottimi risultati, : il perclorato di potassio, l'antracene e lo zolfo, per la fumata nera, e clorato di potassio, lattosio e colofonia, per quella bianca.
Ma, come si è detto,  in passato il sistema di comunicazione del Conclave  basato su sacchetti contenenti paglia bagnata per le fumate nere, e paglia fresca per quelle bianche,  ha dato luogo ad equivoci come nel caso dell'elezione di Papa R. sulla quale ho avuto da un “corvo” vaticano  informazioni riservatissime fin qui segretate, delle quali non posso citare la fonte perchè ho dato la mia parola d'onore di non rivelarla, e, sia pure in tempi in cui essa appare assai svalutata, io alla parola d'onore ci tengo, e anche molto.
Siamo attorno al  1500 e, dopo la morte di Papa G. è in corso il conclave che passò alla storia come uno dei più rapidi e veloci.
Fatta la prima votazione  ovviamente  senza esito e regolarmente segnalata all'esterno, i cardinali, dopo una breve interruzione,  si accingono  alla votazione successiva, quando si sentono dei battiti, sempre più frequenti, e impazienti, sul portone della Cappella Sistina. Tra la sorpresa generale, il Cardinale Capo si avvicina al portone e chiede, con voce solenne, chi osa turbare la quiete e la solennità del Conclave.
Dall'altra parte si risponde: “Siamo i sarti incaricati della vestizione del nuovo Papa e ci permettiamo di sollecitarlo perchè la folla in piazza, data la lunga attesa, già rumoreggia”.
“Ma quale Papa”, risponde indignato il Cardinale, “qui di Papi non ce ne sono proprio! Abbiate pazienza e prima o poi arriverà”. Dall'altra parte un breve silenzio, poi la voce riprende, timida, ma sicura del fatto suo: ” Scusate, Eminenza, ma la fumata bianca ha detto chiaramente che il nuovo Papa è finalmente arrivato”. “Ma quale fumata bianca!” ribatte, indignato, il Cardinale “se non ci vedete, mettetevi gli occhiali”. Un altro breve silenzio, poi la voce insiste: “Eppure, Eminenza, reverendissima, la fumata è stata bianca,  bianchissima, e non crediamo che tutta la piazza sia diventata improvvisamente daltonica “. A questo punto il Cardinale Capo,  che comincia a rendersi conto che qualcosa non va,  prudentemente invita quelli di fuori ad aver  pazienza assicurando  che avrebbe chiarito la cosa: quindi ritorna al suo scranno e riferisce ai confratelli, tutto affannato,   il discorso dei sarti, suscitando grande sorpresa e perplessità.
Si decide allora,  di fare, immediatamente,  la conta dei sacchetti  e si constata con sgomento che  di quelli con la paglia fresca  ne manca uno,  mentre quelli con la paglia umida ci sono tutti.
 A questo punto scoppia il tumulto,  e tutti gli occhi si appuntano sul Cardinal Fuochista:  il Card. B., anni 98 suonati (all'epoca i cardinali votavano tutti e non,  come oggi, solo quelli fino a 80 anni), piccolino, magrolino, e con un par d'occhiali spessi come due fondi di bicchiere. Gli epiteti rivolti al poveruomo non sono riferibili, perchè oramai è tutto chiaro: un po' per l'emozione,  un po' per la  vista scarsa,  e per l'illuminazione scadente,  il vegliardo aveva  sbagliato sacchetto.
Cessate le urla e le imprecazioni,  il Card. Capo apre la discussione per decidere il da farsi, e qualcuno propone di mandar su una fumata nera a titolo di  contrordine, ma la soluzione viene scartata perchè  avrebbe creato una grande confusione nel popolo e loro ci avrebbero fatto una gran brutta figura. Allora il Card.Presidente, noto per la sua saggezza, fa il seguente discorso:”Cari confratelli, ora che la frittata è fatta, bisogna trovare una soluzione al più presto possibile per evitare che quelli di fuori arrivino fin qui con i  forconi e ci facciano la festa.    Perciò propongo che venga eletto il Card.S. che non è nè vecchio né giovane,  né ricco né povero, non è nè di manica larga né di manica stretta, non è una bellezza ma non è decisamente brutto, non è di destra, ma neppure di sinistra, è un teologo ma sa anche parlare alla gente, sta con i poveri, ma va d'accordo anche con i ricchi: insomma, va bene per tutti. Perciò non perdiamo altro  tempo, e votiamolo all'unanimità”.
Tutti i Cardinali applaudirono e, in quattro e quattrotto il Cad.S. fu eletto, con grande soddisfazione del popolo che finalmente ebbe il Papa tanto atteso.
Quel Conclave passò alla storia per la sua brevità, ma, dalle preziose informazioni avute, è evidente  che il suo esito fu dovuto, più che allo Spirito Santo,   alla fifa dei Cardinali di doverci lasciare la pelle.          

Padova 2-4-2013                                                                                                 Giovanni  Zannini

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