domenica 29 maggio 2016

PENSIERI SULL'ENCICLICA "BEATO SI" - Cap.II - Il Vangelo della creazione

Questo capitolo può dividersi in due parti: la prima che va dal punto 62 al punto 88, descrivendo l'universo, e che costituisce una premessa di ordine filosofico ;  la seconda,  didattica, dal punto 89 alla fine, che da tale premessa trae insegnamenti di ordine sociale.

Parte prima
Il mondo viene considerato sotto un aspetto nuovo ed inedito: non come un agglomerato confuso e indistinto di esseri, ma come l'insieme ordinato  di creature aventi ciascuna la propria personalità che non possono essere sottoposte  all'arbitrario dominio dell'essere umano.
Perchè, scrive il Papa, tali creature “...hanno un valore in sé stesse. Ogni creatura ha una sua propria bontà e la sua propria perfezione per cui l'uomo deve rispettare la bontà propria di ogni creatura”. E se non lo fa, reca offesa a Dio, che tale creatura ha creato, e genera confusione in terra.
L'insieme di queste creature costituisce – scrive il Papa - la natura “che è una continua sorgente di meraviglia e di reverenza” e che, assieme alle Scritture, manifesta l'esistenza e la magnificenza di Dio”.
Tutto il creato è in continua evoluzione perchè il creatore ha rinunciato a creare un mondo perfetto e completo in ogni sua parte per stimolare l'uomo a collaborare con lui alla creazione.
Essa costituisce il passaggio dalla potenza all'atto e consente all'uomo di proseguire, pur fra dubbi, cadute ed errori provocati dal peccato, l'azione creatrice iniziata da Dio, dal momento che – sono parole del Papa - “dal grembo stesso delle cose germoglia sempre qualcosa di nuovo”.
Ecco dunque che le odierne scoperte sensazionali dei nostri scienziati sono solo tappe verso la perfezione che si verificherà  alla fine dei tempi. Allorchè una persona della Trinità, Cristo, il Figlio, inserito in modo nascosto nell'insieme della realtà naturale, consegnerà al Padre – conclude il Papa - tutte le cose rese perfette dal progredire del tempo.

Parte seconda
 Ciò premesso, il Papa detta alcune norme che si richiamano alle encicliche sociali. Egli richiede anzitutto  “una preoccupazione per l’ambiente  unita al sincero amore per gli esseri umani e un costante impegno riguardo ai problemi della società”. Ed invita i cattolici a tenere un atteggiamento attivo,  a prodigarsi perché questa creazione che è divina venga difesa da chi vuole impossessarsene egoisticamente. Infatti,  “…le creature di questo mondo non possono essere considerate un bene senza proprietario…perché la terra è essenzialmente una eredità comune i cui frutti devono andare a beneficio di tutti…”. E prosegue:”…ogni approccio ecologico  deve integrare una prospettiva sociale che tenga conto dei diritti fondamentali dei più svantaggiati” spiegando che “la Chiesa difende sì il legittimo diritto alla proprietà privata, ma insegna anche con  non minor chiarezza che su ogni proprietà privata grava sempre un’ipoteca sociale” destinata ad “impedire che i benefici dell’ambiente  vadano a vantaggio soltanto di alcuni pochi”. Perché “…L’AMBIENTE E’ UN BENE COLLETTIVO, PATRIMONIO DI TUTTA L’UMANITA’ ” e “CHI NE POSSIEDE UNA PARTE  E’ SOLO  PER AMMINISTRARLA  A BENEFICIO DI TUTTI”.  Io penso,  in proposito, alle  enormi ricchezze naturali del continente africano i cui benefici vanno quasi esclusivamente a vantaggio di capitalisti ex coloniali e di capi di stato corrotti lasciando alle popolazioni solo le briciole dei loro immensi guadagni. Non è questo un vero e proprio “furto di beni ambientali?” Mentre ritengo interessante, in contrasto con quanto sopra, riferire le informazioni rese da  un missionario italiano in occasione di una riunione indetta dalla padovana “S.O.S. - Solidarietà, Organizzazione, Sviluppo” presieduta da Sonia Mansutti, che si occupa di aiuto ai paesi africani. Egli affermava  che il comportamento dei cinesi i quali, come noto,  si stanno espandendo in Africa, è molto più corretto, riconoscendo il giusto compenso dei loro affari agli indigeni che se ne dimostrano molto soddisfatti.
Ritengo che sia questo  un ottimo esempio di buona “politica ambientale”
   
Padova 19.5.2016                                                                          Giovanni Zannini
   

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