Nel caos delle opposte opinioni
sul fenomeno migratorio in atto da anni, dall’accoglienza indiscriminata alla
reazione più becera, costituisce un punto fermo e chiaro la lettera inviata dal
Presidente del Consiglio dei Ministri italiano Matteo Renzi al Presidente del
Consiglio Europeo Donald Tusk ed al Presidente della Commissione Europea
Jean-Claude Juncker. Essa accompagna un allegato definito “Migration compact”
(“Patto sulle migrazioni”), che l’Italia
propone all’Europa per gestire l’imponente fenomeno migratorio in atto e, oltre
a ciò, per scongiurare una crisi che minaccia la stessa Unione Europea “in
rapporto alla tenuta di Schengen ed al principio di libera circolazione”.
Esso afferma che il fenomeno degli
emigranti cosiddetti “economici” (fermo il dovere di accogliere, dopo gli
opportuni controlli, i “rifugiati” che richiedono “rifugio” in Europa fuggendo da
guerre ed altre violenze per motivi politici o religiosi ) va affrontato e
risolto a monte eliminando le cause
prime che lo generano, e non con accoglienze generalizzate - sia pur dettate da
ammirevoli pietà e carità cristiana - che invece aggravano il fenomeno illudendo
gente disperata che, pur a rischio della
vita, l’approdo in Europa costituirà il toccasana per una esistenza migliore.
Mentre, al contrario, salvo rare eccezioni, sarà per i nuovi arrivati l’inizio di un’esistenza grama in campi di
raccolta disagiati, a contendere ai residenti pochi posti di lavoro, o languire
nell’ozio e nell’incertezza del domani, oggetto
sovente di sfruttamento da parte di persone di pochi scrupoli o, peggio,
tentati di aderire all’IS, il terroristico stato islamico
Meglio, molto meglio, qualche
doloroso esemplare caso di respingimento e di rimpatrio forzato – ammorbidito
magari da un “kit” di doni che attenui la rabbia dei respinti – atto a scoraggiare
altri disperati dall’intraprendere una strada
carica di pericoli per sé e per gli altri.
Ma, attenzione!: tutto questo sarebbe
criminale se non fossero contemporaneamente disposti aiuti a quelle nazioni, soprattutto africane,
da cui proviene la massa dei migranti consentendo loro di intraprendere, volendolo, la via dell’emigrazione ma in maniera
ordinata ed assistita.
Per questo l’Italia propone all’Europa, con il “Migration
compact”, di istituire un “Fondo Europeo per gli investimenti” a favore dei
paesi africani avente lo scopo di
finanziare attività economiche e di attrarvi investitori stranieri. A condizione però che essi controllino le frontiere, contrastino
l’attuale caotico flusso migratorio, cooperino
in materia di rimpatri/riammissioni ed alla lotta al criminale traffico di esseri umani.
Senza dimenticare la possibilità di far pervenire gli
aiuti direttamente a quella infinità di
Onlus, grandi e piccole, operanti in
Africa, certamente più affidabili di enti governativi talora infidi e corrotti, e l’opportunità di mobilitare le rappresentanze diplomatiche europee esistenti
in loco.
Oltrettutto, potrebbe
essere questa l’occasione per la languente economia europea di rianimarsi investendo in Africa con una specie di nuovo “Piano
Marchall ” che, se nel dopoguerra
contribuì alla rinascita dell’Europa, assicurò
nello stesso tempo agli americani notevoli benefici: come dire che un’economia ispirata dalla generosità è in
grado di produrre buoni frutti.
Padova 29-5-2016 Giovanni
Zannini
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