La relazione finale del
recente Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia ha saputo dare risposta a
molte questioni assai dibattute in ambito cattolico, ma ha lasciato delusi
quanti attendevano, finalmente, una parola chiara a proposito della morale
sessuale nel matrimonio.
Un’esigenza avvertita da una voce autorevole quale Giuseppe
Trentin il quale ha nei mesi scorsi ripetutamente trattato l’argomento sulla
“Difesa del Popolo”, il settimanale della Diocesi di Padova.
L’1 febbraio 2015 sotto il titolo ”Dio ti dà i mezzi, da
genitore sii responsabile”, egli auspicava che il Papa o i padri sinodali
riprendano i contenuti della “Humanae vitae”, l’enciclica di Paolo VI, chiarendo alcuni punti
controversi sulla procreazione e li
attualizzino. Riportava l’interrogativo
di quanti si chiedono:” Perché mai, in una situazione di conflitto fra
esigenze dell’amore e procreazione responsabile chi adotta metodi diversi da
quelli indicati è da ritenersi cattivo,
poco generoso, non aperto alla vita?”. E
concludeva:” L’auspicio è pertanto che il Papa o i padri sinodali…aiutino i
coniugi a ritrovare quella serenità di coscienza che permetta loro di non
sentirsi in colpa se in determinate circostanze ritengono di dover adottare
metodi e comportamenti diversi da quelli indicati da un’Enciclica che per molti
versi è senz’altro molto bella e profetica, ma per altri è difficile e
controversa”.
Il successivo 6 settembre egli rileva poi “che
qualcuno, in riferimento ad una
divaricazione sempre più ampia e profonda
fra dottrina della Chiesa in
materia di sessualità, e comportamenti personali, ha parlato di "scisma sommerso”, evidente
riferimento all’opera “Lo scisma sommerso” di Pietro Prini – autorevole
filosofo d’ispirazione cattolica morto nel 2008 - pubblicata da Garzanti nel 2002,
che così ampio dibattito ha suscitato.
Sullo stesso argomento nel numero del 19 luglio 2015 sempre
della “Difesa del popolo” evidentemente interessata all’argomento, con il
titolo “E’ ora di prendere delle decisioni”, Gianpaolo Dianin, docente di
teologia morale, rilevava che nell’”Instrumentum
laboris” preparatore del Sinodo di
ottobre “non è molto sviluppata la problematica
della contraccezione che, non possiamo negarlo, è un tema che vede la maggioranza dei
cristiani lontani dalle indicazioni della chiesa”.
Ebbene, di fronte a tanta attesa la relazione finale del Sinodo, al punto 63 –
“La responsabilità generativa” votata
con 237 voti a favore e 21 contrari - non fa che confermare la dottrina
ufficiale della Chiesa in materia di contraccezione consentendo solo il
ricorso ai metodi fondati sui “ritmi
naturali di fecondità” sempre sostenuti dal Card.Elio Sgreccia.
Senza tener conto che due specialisti padovani in materia,
il Prof.Paolo Benciolini e la moglie
Luisa, che per diverso tempo si sono sforzati di diffondere tale metodologia in
un consultorio familiare, sostengono ora (v. “La Difesa del popolo” dell’ 8
febbraio scorso) non solo che “sarà opportuno riesaminare con attenzione la
validità scientifica dei metodi di
regolazione naturale della fertilità, ma
anche, soprattutto, la loro applicabilità
nelle concrete situazioni della
vita coniugale”.
Aggiungendo che il
ricorso a tale metodologia “è diventato per alcune coppie fonte di tensione e
di disarmonia talora addirittura sfociate in separazioni e divorzi”. E
allora?
Maurizio Patriciello (che è
sacerdote e parroco) su “Avvenire” del 22 gennaio scorso interpreta la
nota frase del Santo Padre – “Essere
cattolico non vuol dire fare figli come conigli” e, aggiungiamo noi, il caso,
che ha suscitato la sua disapprovazione,
di una donna con sette parti cesarei che attendeva l’ottavo figlio - come apertura verso la contraccezione nel
matrimonio.
Quanti condividono il suo pensiero si augurano che, tenuto
conto della necessità di “formulare nuove norme di comportamento, di tracciare
strade e percorsi più articolati e
rispondenti al bene concreto e possibile delle persone e della società in cui
viviamo” (Giuseppe Trentin su “La Difesa” del 6 settembre scorso), il Santo
Padre nella sua attesa ”Relazione postsinodale” pronunci parole chiare in
materia di contraccezione nel matrimonio capaci, per concludere con Maurizio
Patriciello (v. sopra) “di far scendere la pace nei cuori di tanti sinceri credenti
tormentati e dei loro parroci”.
Giovanni Zannini
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