Dalla “Storia della seconda guerra
mondiale” di Churchill emerge che due erano le vie possibili per
far arrivare i rifornimenti agli inglesi impegnati in Africa
settentrionale contro gli italiani.
La prima, l'attraversamento di tutto il
mar Mediterraneo partendo da Gibilterra, da ovest a est, era
considerata estremanente pericolosa per il predominio in quel periodo
della Marina Militare italiana nel Mediterraneo dopo la resa della
Francia che aveva resa inutilizzabile la sua potente flotta
relegandola inattiva nei porti.
Si ricorse allora ad una seconda via,
sicura ma estremamente più lunga: la rotta verso il sud in Atlantico
con il superamento del Capo di buona speranza e la successiva
risalita del continente africano nell'Oceano Indiano fino in Egitto.
Ma stante l'eccessiva lunghezza e la
necessità di ridurre i lunghi tempi conseguenti, gli inglesi
studiarono una terza via a ciò dedicata: una specie di scorciatoia
della rotta del Capo che partiva da circa la metà del continente
africano evitando in tal modo di doverlo aggirare tutto.
Per sovvenire alla pressante richiesta
di aerei proveniente dall'Egitto, essi costituirono quindi una base
presso il porto di Takoradi nel Ghana ove gli aerei pervenuti via
mare smontati ed in casse erano riassemblati e fatti proseguire per
il nord.
Partiti da Takoradi gli aerei facevano
tappa nel nord della Nigeria a Kano, quindi proseguivano per Khartum
nel Sudan per poi raggiungere con un ultimo balzo il Cairo.
La stessa rotta era seguita da altri
velivoli sbarcati da portaerei inglesi a Takoradi e fatti proseguire
per il nord.
Nel periodo che va dal 21 agosto 1940
alla fine di quell'anno 107 aerei provenienti da Takoradi erano
arrivati in Egitto.
Ma le difficoltà degli inglesi per
realizzare questa terza via non erano mancate.
Anzitutto, gli specialisti inviati in
gran fretta per realizzare officine, capannoni e le relative
attrezzature, nonché, lungo la rotta verso il nord-Africa, le
stazioni di rifornimento e di riposo per i piloti, furono tormentati
dal clima torrido e dalla malaria.
Oltre a ciò, gli aerei giungevano sul
luogo di impiego, in Egitto, “debilitati” dal lungo volo di 3700
miglia prevalentemente sopra varie distese desertiche compromettendo
la loro funzionalità bellica mentre, scrive Churchill, “il numero
di aeroplani inservibili, in attesa di parti di ricambio lungo la
rotta, andava sempre più aumentando”.
Si ritiene pertanto che allorchè gli
inglesi aumentarono la loro potenza navale nel Mediterraneo con la
conseguente possibilità di far pervenire per questa via i
rifornimenti ai loro militari in Egitto, questa terza via, assai
difficoltosa, si potrebbe dire di fortuna, sia stata gradualmente
abbandonata.
Giovanni Zannini
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