Non so se sia mai accaduto che in una chiesa cattolica, nell’omelia della domenica, sia stato citato un personaggio, come Mazzini, che per la Chiesa aveva di sicuro poca simpatia, anche se il suo giudizio negativo era soprattutto determinato dall’avversione al Papa-Re che non voleva saperne di rinunciare al potere temporale impedendo così a Roma di divenire la capitale dell’Italia unita per la quale egli si è battuto per tutta la vita.
Eppure ciò è avvenuto - ed è interessante notarlo in un periodo in cui il Risorgimento italiano, del quale Mazzini è stato l’”apostolo”, è di grande attualità - in una chiesa della nostra diocesi , sull’altopiano di Asiago, grazie ad un parroco intelligente e colto che ha dato lettura di uno scritto di Mazzini dedicato ai giovani, che tesse un vibrante elogio della famiglia e critica chi vuole attentare ai suoi valori.
Se il sacerdote non l’avesse detto, avresti creduto che stesse leggendo le parole di qualche scrittore illustre, di qualche santo o beato, di qualche vescovo o cardinale se non, addirittura, del Papa. Citiamo solo alcuni passi di questo documento degno d’essere meditato nella sua interezza sia per il contenuto che per la poesia che vi aleggia.
“Le sole gioie pure e non miste di tristezza che sia dato all’uomo di godere sulla terra, sono le gioie della famiglia…Benedite Iddio o voi che avete le gioie e le consolazioni della famiglia…La famiglia è concetto di Dio, non vostro. Potenza umana non può sopprimerla…”.
E sentite cosa manda a dire ai moderni fautori delle famiglie allargate, ai vessilliferi del libero amore, ai profeti del divorzio rapido e veloce, ai “fan” del matrimonio “tocca e fuggi”, ai tifosi della libera convivenza, ai collezionisti di coniugi e di figli altrui: “Santificate la famiglia nell’unità dell’amore…La famiglia ha in sé un elemento di bene raro a trovarsi altrove: la durata. Gli affetti, in essa, vi si stendono intorno lenti, inavvertiti, ma tenaci e durevoli siccome l’edera intorno alla pianta: voi spesso non li discernete perché fanno parte di voi. Ma quando li perdete sentite come se un non so che d’intimo, di necessario al vivere, vi mancasse: la calma dell’onda del lago , la calma del sonno della fiducia, del sonno che il bambino dorme sul seno materno…”.
E poi, l’affondo:”Abbiate dunque, o miei fratelli, sì come santa la famiglia…e respingete ogni assalto che potesse venirle mosso da uomini imbevuti di false e brutali filosofie…”.
Ecco un esempio di come la fede dei cattolici e la ragione dei laici onesti si possono incontrare.
Giovanni Zannini
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