giovedì 22 settembre 2011

QUEL DIO DI STALIN

"La seconda Guerra Mondiale" in 12 volumi di Winston Churchill è un'opera poderosa (che gli meritò il Premio Nobel 1953 per la Letteratura) dalla quale oltre alla cronaca precisa e, a mio avviso, sufficientemente obbiettiva, del secondo conflitto mondiale visto dall'ottica opposta a quella di noi italiani , emergono spunti che aprono alle più varie considerazioni e suscitano commenti.
Nell'8° volume si legge che venerdì 12 agosto 1942 Churchill assieme ad Averell Harriman (in rappresentanza di Roosvelt) e con un seguito di alti generali s'incontra a Mosca con Stalin il quale, alle corde per l'avanzata tredesca che minaccia la capitale, pretende, furioso, dagli alleati inglesi e statunitensi l'apertura nello stesso anno 1942 di un secondo fronte ad ovest (lo sbarco sulle coste francesi secondo lui promesso dagli alleati) per alleggerire la tragica situazione in cui si trova.
Churchill e gli altri gli dicono chiaramente che i piani per l'invasione della Francia non sono ancora pronti e che quindi di sbarcarvi nel 1942 non se ne parla neppure, per evitare di andare incontro ad un sicuro insuccesso.
Di fronte alla violenta reazione di Stalin gli viene illustrato un piano diverso ma che avrebbe avuto lo stesso effetto di alleggerire la pressione tedesca su Mosca: l' apertura di un secondo fronte ma non nella Francia settentrionale, bensì nell'Africa settentrionale francese, nell'ottobre dello stesso anno 1942.
Stalin comiuncia a drizzare le orecchie.
Si tratta del "Piano Torch" in base al quale gli alleati sarebbero sbarcati in Marocco ed in Algeria per prendere alle spalle, come avvenne, con manovra a tenaglia, italiani e tedeschi impegnati in Libia a tener testa agli inglesi avanzanti dall'Egitto.
In tal modo i tedeschi avrebbero dovuto allentare la pressione su Mosca per affrontare il nuovo fronte africano, con evidente vantaggio per i russi.
Stalin, di fronte a questa prospettiva si placa, si convince della sua bontà e, come scrive Churchill, esclama:" Che Dio benedica questa impresa".
In occasione dello stesso incontro tenutosi a Mosca dal 12 al 15 agosto 1942 vi furono molti altri colloqui fra il Premier inglese e Stalin durante i quali non mancarono accenni polemici di quest'ultimo a proposito di dichiarazioni riguardanti il regime sovietico rilasciate in passato da Churchill, e contenute (per ovvi motivi diplomatici) reazioni da parte di quest'ultimo.
Ma durante il pranzo ufficiale di saluto offerto da Stalin all'ospite inglese vi fu una specie di riappacificazione fra i due e Stalin concluse:"...Tutto ciò è ormai cosa passata, ed il passato appartiene a Dio".
Ma qual'era il Dio di Stalin?
Giovanni Zannini

Nessun commento:

Posta un commento