La politica, da molti, troppi, considerata attività
coltivata per ambizione, per prebende,
per intrallazzi, in una parola, “sporca”, costituisce, invece,
il mezzo con cui l'uomo onesto pone le proprie competenze a disposizione della società in cui vive,
ispirato da sentimenti altruistici e non da interessi personali: non per nulla
si dice che essa è la più alta forma di carità.
Ne deriva che l'uomo politico, rispondendo alla sua coscienza, deve essere disposto ad affrontare l'impopolarità qualora
provvedimenti da lui ritenuti utili e necessari alla società possano nuocere al suo futuro, in altra parole, alla sua
carriera.
E' questo il caso della prof. Fornero, ministro del
gabinetto Monti, la quale, convinta della necessità di dover adottare duri provvedimenti per
salvaguardare il sistema pensionistico
italiano, ad avviso suo, e di molti altri, in grave pericolo, non ha esitato,
anche a costo di qualche lacrima, a
proporre una legge che porta il suo nome e che ha provocato dure reazioni.
Non si intende qui discutere sulla bontà o meno di quel
provvedimento, ma evidenziare il comportamento di un ministro che, pur consapevole che esso
avrebbe nuociuto alla sua popolarità, non ha esitato a sacrificarsi
proponendolo, firmandolo e sostenendolo in parlamento.
Da allora essa è stata oggetto di polemiche accese, di
accuse pesanti, di calunnie e, spesso, di insulti, e considerata capo di quella
reazione sempre in agguato contro i diritti del popolo.
La prof.Fornero, da parte sua, è rientrata, come si dice,
nei ranghi della vita quotidiana e pochi si ricordano di lei, ma ci auguriamo
che altri politici siano disposti, all’occorrenza, ad anteporre gli interessi
della società a quelli loro personali.
Padova 6-4-2016
Giovanni
Zannini
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