giovedì 7 aprile 2016

UN CASO DI BUONA POLITICA: ELSA FORNERO

La politica, da molti, troppi, considerata attività coltivata per ambizione,  per prebende, per intrallazzi, in una parola, “sporca”, costituisce,  invece,  il mezzo con cui l'uomo onesto pone le proprie competenze  a disposizione della società in cui vive, ispirato da sentimenti altruistici e non da interessi personali: non per nulla si dice che essa è la più alta forma di carità.
Ne deriva che l'uomo politico,  rispondendo alla  sua coscienza, deve essere disposto  ad affrontare l'impopolarità qualora provvedimenti da lui ritenuti utili e necessari alla società  possano nuocere  al suo futuro, in altra parole, alla sua carriera.
E' questo il caso della prof. Fornero, ministro del gabinetto Monti, la quale, convinta della necessità  di dover adottare duri provvedimenti per salvaguardare  il sistema pensionistico italiano, ad avviso suo, e di molti altri, in grave pericolo, non ha esitato, anche a costo di qualche lacrima,  a proporre una legge che porta il suo nome e che ha provocato dure reazioni.
Non si intende qui discutere sulla bontà o meno di quel provvedimento, ma evidenziare il comportamento di un  ministro che, pur consapevole che esso avrebbe nuociuto alla sua popolarità, non ha esitato a sacrificarsi proponendolo, firmandolo e sostenendolo in parlamento.    
Da allora essa è stata oggetto di polemiche accese, di accuse pesanti, di calunnie e, spesso, di insulti, e considerata capo di quella reazione sempre in agguato contro i diritti del popolo.
La prof.Fornero, da parte sua, è rientrata, come si dice, nei ranghi della vita quotidiana e pochi si ricordano di lei, ma ci auguriamo che altri politici siano disposti, all’occorrenza, ad anteporre gli interessi della società a quelli loro personali.

Padova 6-4-2016                                                                        Giovanni Zannini

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