La presenza dell’Italia avrebbe dovuto
tranquillizzarli, ma restava il timore che essa intendesse stabilire buone relazioni con la confinante Turchia favorendo
scambi commerciali ed accordi che avrebbero
consentito all’odiato turco di metter nuovamente piede sul suolo di Kos.
Allora, meglio cambiar aria, e alcuni di loro decisero di andarsene proprio in
quell’Italia che nei loro confronti si era comportata da “brava gente” e dove
avrebbero potuto stare tranquilli senza l’incubo di trovarsi il turco ancora
fra i piedi. Ma come arrivarci e, soprattutto, spendendo poco, dato che i
“vapori”, all’epoca, costavano cari?
Ed è a questo punto che si fa avanti Stefanos
Laumzis - un giovanotto forte, intelligente, amante dell’avventura e che del
mare conosce tutti i segreti – ad offrire ad alcuni che se ne volevano andare in Italia, di
portarceli lui, per pochi soldi. Ma come? Con la sua barca, a remi.
Fu così che vogando per 38 giorni alternandosi con qualcuno dei volonterosi
passeggeri, riuscì nell’impresa, che
ancor oggi lascia sbalorditi, di raggiungere l’Italia e di scaricare i suoi
passeggeri in Puglia.
E siccome qualche pugliese in cerca di una vita
meno grama, e libero dall’ atavica paura del turco che invece opprimeva molti
degli abitanti del “Dodecanneso”, se ne voleva andare a cercare fortuna nella
“colonia” che il governo italiano di allora, si era voluta conquistare,
Stefanos Laumzis, per non fare il viaggio di ritorno a vuoto, offrì loro di trasportarli a buon prezzo, con
la sua navicella, e sempre a remi, a Kos.
Non si sa quanti avanti e indietro, tra Kos e la
Puglia, abbia fatto l’intraprendente – e
muscoloso - Stefanos: sta di fatto che
dopo aver messo da parte un gruzzoletto, si accorse che i quattrini li poteva guadagnare
con assai minor fatica con i primi turisti che, attratti dal bel mare
dell’Egeo, cominciavano ad arrivare
nell’isola, e che, data l’assenza, allora, di un porto, dovevano essere
trasbordati dalle navi in arrivo, alla fonda sotto costa, fino a terra.
In breve, organizzò un servizio coi fiocchi che gli
consentì di arricchire il gruzzolo fino a che si accorse che i soldi si
potevano fare, oltre a sbarcarli, anche portando a spasso gli ospiti nel mare
di quel paradiso chiamato “Dodekanissa“ (Dodecanneso).
Ed ecco, con gran festa, il varo del primo battello
turistico subito imitato da altri intraprendenti isolani che hanno creato
quella imponente, gioiosa flotta che ogni giorno d’estate solca il mare greco dell’Egeo.
Era nata la
“Laumzis – Flyng Dolphins “, la società che guidata dalla nipote di Stefanos
Laumzis e dal marito - che tutti chiamano Pedro - da anni fornisce, con la sua
agenzia ed i suoi 4 battelli, un valido contributo all’imponente sviluppo
turistico dell’isola di Kos.
Ma non hanno dimenticato, i suoi titolari,
l’impresa del nonno che sa di avventura e di coraggio: ed a ricordo dalla sua
memorabile impresa, hanno voluto chiamare “Puglia Queen” il potente aliscafo - tuttora in servizio nei lontani Emirati arabi - che per anni ha portato il nome della lontana
Puglia, meta faticosa della forza e della fatica di Stefanos Laumzis, nel mare
incantato della “Dodekanissa”.
Padova 17-8-2014
Giovanni Zannini
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