martedì 27 settembre 2016

NEVILLE CHAMBERLAIN INGLESE ACCOMODANTE COMBATTENTE CORAGGIOSO

Ve lo ricordate quel signore inglese alto e allampanato, sempre vestito di scuro, con  l’immancabile ombrello al braccio?. Neville Chamberlain fu l’uomo politico inglese protagonista della vita politica internazionale negli anni che precedettero l’ultimo conflitto mondiale. Presidente del Consiglio dei Ministri inglese, si prodigò con tutte le sue forze per scongiurare una guerra che incombeva minacciosa sull’Europa.  Accusato di debolezza nei confronti della Germania, nulla lasciò di intentato per impedire che Hitler mettesse in atto i suoi piani criminali e, se in effetti manifestò eccessiva condiscendenza per il dittatore tedesco, dimostrò d’altra parte una pazienza ed una tolleranza che evidenziarono l’esclusiva responsabilità tedesca nello scatenamento dell’ immane conflitto.
Nella sua monumentale “La seconda guerra mondiale”, l’opera che gli valse il premio Oscar 1953  per la letteratura, fonte inesauribile di informazioni poco note,  Churchill trova il modo di inserire interessanti notizie  sulla vita di questo personaggio cogliendo l’occasione da una cena da lui  – allora Lord dell’Ammiragliato – e dalla moglie offerta nel novembre 1939  a Chamberlain – allora Presidente del Consiglio dei Ministri inglese -  e consorte.
Racconta dunque che Joseph Chamberlain, ricchissimo e intraprendente uomo d’affari inglese, si  dedicò nel 1890, con i figli Austen e Neville ad un progetto di coltivazione dell’agave “sisalana”  - pianta grassa della famiglia delle Amarillidacee, assai comune nel sud-italia, dalla quale si ricava una resistente fibra tessile - per trarne vantaggi per sé e per arricchire, contemporaneamente,  l’industria dell’Impero  inglese. Individuò il luogo ove tentare la coltivazione intensiva dell’agave tessile nell’isola di Andros, nell’Oceano Indiano,  piccola e spoglia, nel golfo dei Caraibi, a circa 40 miglia da Nassau e ne acquistò la metà affidando l’impresa al figlio Neville.
Questi, e per obbedienza verso il padre, ma anche convinto della bontà del progetto, si dedicò con la massima dedizione, per ben sei anni, all’impresa. E  sorprende pensare a questo uomo che diverrà un personaggio di governo molto stilè ed inappuntabile,  confinato, in gioventù, solo, su di un’isola semideserta, a combattere, seminudo, contro uragani tropicali ed avversità di ogni genere. Tentò di attrezzare la piccola isola costruendo un piccolo porto ed una breve ferrovia. Ma l’agave non attecchiva, nonostante l’impiego massiccio di fertilizzanti che si dimostrarono inefficaci: e dopo sei anni di vita primitiva si arrese, tornando dal padre che manifestò apertamente la sua disillusione per il fallimento dell’impresa. Conclude Churchill:” …Mi parve di comprendere che il tenero amore di cui fu sempre oggetto da parte della sua famiglia fosse velato da un senso di rincrescimento per la perdita di 50.000 sterline”: perdita che, anche se sommessamente, qualcuno non mancò forse di addebitargli.
E sempre da Churchill apprendiamo anche la fine di quest’uomo che, dopo avergli  passato la mano di Primo ministro, conservò fino alla morte l'incarico di Lord Presidente del Consiglio. Egli ricorda i disagi che, durante i bombardamenti di Londra,  Chamberlain, affetto  da un tumore al colon-retto,  doveva affrontare,  per recarsi alle sedute notturne del Gabinetto che si tenevano nel salone di guerra, nel sottosuolo dell'Annexe, fra squadre di operai che mettevano in opera il necessario per rinforzare gli uffici sotterranei.
Scrive Churchill: "" Una sera, verso la  fine di settembre 1940, nel guardar di sulla soglia di Downing Stteet, vidi alcuni operai ammucchiare dei  sacchetti di sabbia davanti alle basse finestre degli scantinati  del " Foreign Office" di fronte a me. Avendo chiesto che cosa stessero facendo,  mi sentii rispondere che dopo l'operazione, Neville Chamberlain doveva sottoporsi a speciali cure periodiche  e che era una cosa imbarazzante sottostarvi nel rifugio del n.11  dove almeno una ventina di persone si rifugiavano durante le continue incursioni ; perciò si stava allestendo per lui un piccolo ricovero privato là sotto.Ogni giorno egli manteneva tutti i suoi impegni  riservato, attivissimo, impeccabilmente abbigliato. Ma questo era troppo. Ricorsi alla mia autorità. M'avviai per passaggio fra il n.10 e il n.11 e trovai la signora Chamberlain. Dissi:" Non deve restare qui nelle condizioni attuali. Dovete condurlo via fino a che non si sia ristabiito. Gli manderò ogni giorno tutti i telegrammi  che vorrà". Ella si recò dal marito. Un'ora dopo mi fece sapere i risultati : "Farà come volete. Partiamo questa sera". Non lo rividi più. Meno di due mesi dopo mancava. Sono certo che egli volesse morire sulla breccia. Non sarebbe stato giusto"".
Immaginatevi un uomo operato di tumore al colon retto in fase terminale accudito per le necessarie medicazioni e quant'altro in un rifugio antiaereo, alla presenza di una ventina di persone, mentre cadono le bombe.  
Un esempio, per tutti, dei milioni di londinesi che nel 1940, sotto spaventosi bombardamenti seppero dare una prova così alta di coraggio e di resistenza che altamente li onora.    
                                                                                                                       Giovanni Zannini