giovedì 17 settembre 2020

FOGAR E IL SESSO

 Quanto da sempre affermato dalla morale cattolica a proposito della pubblicità esaltante una sessualità deformata a servizio di bassi interessi economici, trova conferma in una lontana intervista rilasciata a Lucio Petrone di “Nautica”, e pubblicata su “La vecchia torre” di Galllipoli, da Ambrogio Fogar, il famoso navigatore autore di memorabili viaggi in solitaria.L'intervistatore gli chiese, fra l'altro, se durante le sue memorabili imprese avesse avuto “problemi di sesso”. Ecco la risposta:”Dopo pochi giorni, il desiderio sessuale sparisce completamente. Senti moltissino la mancanza della tua compagna, della tua donna come interlocutrice, però l'aspetto concreto viene molto, molto stemperato. Io penso che ciò accada perchè non si è sollecitati da stimoli esterni, dalla vista di donne, come di cartelloni di film e pubblicità. Perciò torni originale, non sei spinto a fare quello che la gente ti vuol far fare. Se si fa mente locale, ci si rende conto che il mondo animale è regolato in maniera ben precisa; ma sono solo gli uomini che hanno sempre il sesso in testa.

Parole sagge, di un laico che non era né un prete né un monaco, ma un uomo coraggioso e di buon senso.

Padova 16-10-2020                                                                                                    Giovanni Zannini

Recentissime dell'altro ieri - ADUA E LE DONNE

Recentissime dell'altroieri

ADUA E LE DONNE


Un servizio sulla “Stampa” del 27 marzo 1897 svela un particolare interessante relativo alla battaglia di Adua che l'1 marzo 1896 vide la sconfitta della armi italiane ad opera dell'esercito dell'Imperatore d'Etiopia.

Vi si legge infatti che quando il gen.Baratieri, comandante delle truppe italiane - con mossa improvvisa, prima dell'arrivo del gen. Baldissera destinato a sostituirlo, cosa da lui considerata offensiva - decise, imprudentemente, di passare all'attacco , Menelik conosceva ogni particolare sull'organizzazione e sulla consistenza dell'esercito italiano. Come mai?

Egli aveva da tempo ordinato a “buon numero di donne abissine di recarsi nel territorio italiano e quivi, per mezzo di relazioni intime coi soldati di re Umberto, esse compirono perfettamente il servizio di spionaggio”. Cosicchè, mentre Baratieri si mise in marcia dall'Eritrea verso il sud per conquistare l'Abissinia, “ ignorando completamente la disposizione degli eserciti abissini ed il valore dei suoi soldati”, Menelik, al contrario, conosceva tutti i segreti dell'esercito italiano: l'ammontare della truppa, il numero delle bocche da fuoco, il morale delle truppe nemiche...Oltre a ciò i rumori di discordia fra i diversi ras erano semplici tranelli...”.

Assai importante fu il contributo che alla vittoria diede la moglie di Menelik, la principessa Taitù Batùl che, nata da una nobile famiglia etiope, dopo 4 matrimoni falliti, aveva sposato l'imperatore Menelik II assumendo in tal modo il titolo di Imperatrice d'Etiopia. Come tale, dotata di un forte carattere decisionale, aveva molto influito sulla politica del marito manifestando un atteggiamento conservatore contrario ad ogni apertura al modo di vivere occidentale.

Dotata di un carattere bellicoso niente male, nella campagna contro gli italiani era sempre stata - come le altre donne che, per consuetudine abissina, seguivano i capi dell'esercito loro mariti in guerra - a fianco dell'Imperatore.

Ed in occasione della battaglia di Adua era rimasta in prima linea collaborando per il miglior esito delle manovre, suggerendo le decisioni da prendere, spronando i soldati impegnati nel combattimento, addirittura regolando il tiro di una batteria di cannoni. Si dice che, in un momento in cui l'esito della battaglia pareva incerto, avesse spronato i suoi soldati urlando” Coraggio! Perchè avete paura? Che vi è preso? Oggi la vittoria è nostra! Colpite senza pietà!”.

E molti italiani affermarono che principali protagoniste della sconfitta di Adua furono le donne:

quelle che sedussero i nostri soldati carpendo loro preziose informazioni, e la loro Imperatrice.

Energica, volitiva, feroce: si fece pagare con la bella cifra di quattro milioni di lire la liberazione dei prigionieri, mentre agli ascari che si erano battuti a fianco degli italiani fece mozzare la mano destra ed il piede sinistro, il prezzo del loro tradimento.

Ma anche donna - e, si dice, bella – dotata di un cuore aperto al richiamo dell'amore: e fu proprio un prigioniero italiano a suscitare la sua passione.

Come scrive Franco Pasanisi su “Palermoparla online” diretto da Germano Scargiali, l'Imperatrice che aveva restituito all'Italia, come si visto, i prigionieri fatti in guerra, ne aveva però trattenuti un paio che facevano al caso suo: Sebastiano Castagna che, chiamato “L'ingegnere bianco”, divenne direttore generale nel Ministero etiope dei Lavori Pubblici; e Salvatore Bertolani che, pur avendo competenze meno importanti nell'ufficio postale di Addis Abeba, aveva però il pregio di essere “un fusto con baffi all'Umberto, scuro di carnagione, sempre elegante e forbito nella loquela” e, per di più, siciliano.

Pregi tutti che, favoriti dalla non buona salute di Menelik costretto nelle sue stanze, accesero la passione dell'Imperatrice che, accantonata per l'occasione la sua fobia per l'occidente, si protrasse per parecchi mesi e si concluse con il rietro in patria del Bertolani.

Una piccola rivincita del fascino dei maschi italiani sulla violenza delle armi abissine.


Padova 20-4-2020. Giovanni Zannini

martedì 15 settembre 2020

CENTRO SINISTRA, RIUNISCITI!

La Sinistra, ieri, ed il Centro-sinistra oggi, sono afflitti da un “divisionismo” che, se in campo artistico ha visto il successo di pittori quali Segantini, Pellizza da Volpedo, Previati, Morbelli ed altri, nel campo politico italiano – e non solo - ha invece prodotto pessimi risultati.

Un continuo scontro fra persone che pur militando in uno stesso partito hanno diversi punti di vista e che, invece di dibatterli al suo interno e rispettare le decisioni dalla maggioranza democraticamente espresse, preferiscono uscirne per fondare con altri pochi, partitini, movimenti, centri, associazioni da quattro soldi delle quali sono “leaders” ridicoli, e far nascere giornaletti che solo loro leggono.

Una confusa situazione politica italiana che impedisce di affrontare a fondo (nonostante i tentativi ammirevoli di pochi uomini intelligenti e di buona volontà che pur esistono), problemi fondamentali quali l'abbattimento del debito pubblico e la redistribuzione della ricchezza, e provoca negli elettori scetticismo e disaffezione - quando non ostilità - alla politica in generale ed al Centro-Sinistra in particolare.

Come porre rimedio a tale situazione?

Il Congresso auspicato da Zingaretti dovrebbe dunque convincere coloro che sono usciti dal Centro-Sinistra a rientrare nei ranghi, aprendo le porte ad una “riunificazione” che è l'esatto contrario di  quanto malauguratamente verificatosi troppo spesso nel passato.

Altolà dunque a quel “divisionismo” che ha provocato l'indebolimento del Centro Sinistra, e con esso, del Partito Democratico che ne è l'asse portante,  e largo ad uomini “liberi e forti” - ed onesti  -  che si stringano nuovamente la mano, si abbraccino pubblicamente e, dopo aver discusso in un'assemblea feconda di idee, diano vita ad un programma che accolga le idee migliori di una sinistra decisa ad operare per il bene del paese in un momento critico della sua storia.  

Rinunciando a polemiche troppo accese; rinnegando le reciproche intemperanze del passato (e pure qualche offesa di troppo) ; pervenendo con spirito di servizio a sagge mediazioni che consentano di vestire i panni dell'altro senza spogliarsi dei propri, dimostrando che non la voglia di potere o l'interesse economico ma un autentico e sano amor di patria guida il loro operare in politica.

La prova di maturità fornita dai migliori uomini del centro-sinistra – specie se di estrazione cristiano-sociale – che anziché dilaniarsi come nel passato, addivengano alla riunificazione in un partito solido, con idee chiare e condivise, sarebbe un'autentica “bomba” capace di impressionare positivamente gli italiani che apprezzano i gesti belli e generosi, e quindi ammirerebbero questa esemplare prova di coraggio umiltà e  saggezza che costituirebbe quel caso “clamoroso ed eclatante” in grado di dare una salutare scossa alla politica italiana, e consentirebbe al Centro Sinistra di governare per il vero bene dell'Italia.


Padova 14.9.2020                                                                                  Giovanni Zannini