E’ certamente merito del M° Claudio Scimone che al genio musicale
affianca fantasia nel proporre concerti inconsueti ed originali (basti, per tutti,
l’invenzione dei Concerti della Domenica), l’aver organizzato lo scorso 8
marzo, nella Sala dei Giganti al Liviano, in occasione della “Giornata
Internazionale della Donna” una rassegna che ha consentito di ascoltare un sia
pur ridotto, ma significativo panorama
internazionale di musica contemporanea. Quella che, sviluppatasi a partire dalla fine della II
guerra mondiale, alla ricerca di nuove vie al difuori del sistema tonale fino ad allora in uso in occidente, è giunta
fino ai giorni nostri.
Merito dell’intelligente intesa fra “Solisti Veneti” e “Fondazione Adkins Chiti – Donne in musica” -
creata nel 1996 e presieduta dalla mezzosoprano Patricia Adkins Chiti – che ha
indetto un concorso al quale hanno partecipato oltre cento compositrici di 30
diverse nazionalità fra le cui opere sono state selezionate le 5 migliori affidate
per l’esecuzione al prestigioso complesso padovano.
Evidente l’emozione delle cinque artiste presenti
in sala - simbolicamente emule, nei secoli, di quelle
nate alla scuola di Vivaldi a Venezia e di Tartini a Padova - nell’udire, tutte in prima esecuzione
assoluta, le note frutto della propria creatività e della propria ispirazione, ed
anche la loro gratitudine nei confronti
del M° Scimone per averle magistralmente interpretate.
A loro hanno
reso omaggio, all’inizio, il dolcissimo “Fur Elise” di Beethoven e la romantica
ballata “Ondine” di Chopin entrambe interpretate al pianoforte dal padovano
Alessandro Cesaro avviato al gran successo dal primo premio assoluto conseguito
al prestigioso Concorso Pianistico
Internazionale di Ginevra. Quindi, alla fine, la raffinata esecuzione dell’
“Estate” dalle “Quattro stagioni” di Vivaldi ed il virtuosismo del clarinetto
di Lorenzo Guzzoni (simpatica la “performance” fra Maestro e Solista) sulle note del sempre
moderno Rossini.
Ha aperto la serie delle esecuzioni “The Overture
to a fairy tale” ( “Storie di fate”) della israeliana di origine russa Emma
Shifrin in cui il violoncello di
Giuseppe Barutti ha condotto un animato dialogo con viole e violini.
Il “Concerto per viola d’amore e archi” della lettone
Anna Veismane ha consentito alla viola d’amore di Chiara Parrini - grande virtuosa
- di realizzare delicati suoni ricchi di colori che paiono evocare le brevi
estati nordiche.
La francese Sylvia Filus, polacca di nascita, nella
sua innovativa “Toile d’araignée” (“Tela di ragno”) per flauto, archi ed anche
per un inconsueto vibrafono, offre al flauto di Clementina Hoogendoorn Scimone l’occasione di
esibirsi in una serie di contrasti e di dissonanze che mettono in luce la sua
indiscussa, consolidata valentia.
Annie Fontana, da anni apprezzatissima docente presso il cittadino Conservatorio Pollini, offre
con l’ elegia musicale “Nebbie” per clarinetto (Lorenzo Guzzoni) ed archi, la visione di un ambiente veneziano in cui sembra
apparire la gondola navigante, lenta, nella bruma.
Ha chiuso l’interessante rassegna, seguita con
molto interesse da un folto pubblico, “Tranlunar”,
della tedesca Dorothee Eberhardt.
Interpretata dal pianoforte particolarmente ritmico di Cesaro, la composizione ha visto l’anima
tedesca, trascinatrice, emergere dal
dialogo scintillante, tutto latino, dei violini.
Giovanni Zannini
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