Questo capitolo può dividersi in due parti: la prima che va
dal punto 62 al punto 88, descrivendo l'universo, e che costituisce una
premessa di ordine filosofico ; la
seconda, didattica, dal punto 89 alla
fine, che da tale premessa trae insegnamenti di ordine sociale.
Parte prima
Il mondo viene considerato sotto un aspetto nuovo ed
inedito: non come un agglomerato confuso e indistinto di esseri, ma come
l'insieme ordinato di creature aventi
ciascuna la propria personalità che non possono essere sottoposte all'arbitrario dominio dell'essere umano.
Perchè, scrive il Papa, tali creature “...hanno un valore in
sé stesse. Ogni creatura ha una sua propria bontà e la sua propria perfezione
per cui l'uomo deve rispettare la bontà propria di ogni creatura”. E se non lo
fa, reca offesa a Dio, che tale creatura ha creato, e genera confusione in
terra.
L'insieme di queste creature costituisce – scrive il Papa -
la natura “che è una continua sorgente di meraviglia e di reverenza” e che,
assieme alle Scritture, manifesta l'esistenza e la magnificenza di Dio”.
Tutto il creato è in continua evoluzione perchè il creatore
ha rinunciato a creare un mondo perfetto e completo in ogni sua parte per stimolare
l'uomo a collaborare con lui alla creazione.
Essa costituisce il passaggio dalla potenza all'atto e
consente all'uomo di proseguire, pur fra dubbi, cadute ed errori provocati dal
peccato, l'azione creatrice iniziata da Dio, dal momento che – sono parole del
Papa - “dal grembo stesso delle cose germoglia sempre qualcosa di nuovo”.
Ecco dunque che le odierne scoperte sensazionali dei nostri
scienziati sono solo tappe verso la perfezione che si verificherà alla fine dei tempi. Allorchè una persona della
Trinità, Cristo, il Figlio, inserito in modo nascosto nell'insieme della realtà
naturale, consegnerà al Padre – conclude il Papa - tutte le cose rese perfette
dal progredire del tempo.
Parte seconda
Ciò premesso, il Papa
detta alcune norme che si richiamano alle encicliche sociali. Egli richiede
anzitutto “una preoccupazione per
l’ambiente unita al sincero amore per
gli esseri umani e un costante impegno riguardo ai problemi della società”. Ed
invita i cattolici a tenere un atteggiamento attivo, a prodigarsi perché questa creazione che è
divina venga difesa da chi vuole impossessarsene egoisticamente. Infatti, “…le creature di questo mondo non possono
essere considerate un bene senza proprietario…perché la terra è essenzialmente
una eredità comune i cui frutti devono andare a beneficio di tutti…”. E
prosegue:”…ogni approccio ecologico deve
integrare una prospettiva sociale che tenga conto dei diritti fondamentali dei
più svantaggiati” spiegando che “la Chiesa difende sì il legittimo diritto alla
proprietà privata, ma insegna anche con
non minor chiarezza che su ogni proprietà privata grava sempre
un’ipoteca sociale” destinata ad “impedire che i benefici dell’ambiente vadano a vantaggio soltanto di alcuni pochi”.
Perché “…L’AMBIENTE E’ UN BENE COLLETTIVO, PATRIMONIO DI TUTTA L’UMANITA’ ” e
“CHI NE POSSIEDE UNA PARTE E’ SOLO PER AMMINISTRARLA A BENEFICIO DI TUTTI”. Io penso,
in proposito, alle enormi
ricchezze naturali del continente africano i cui benefici vanno quasi
esclusivamente a vantaggio di capitalisti ex coloniali e di capi di stato
corrotti lasciando alle popolazioni solo le briciole dei loro immensi guadagni.
Non è questo un vero e proprio “furto di beni ambientali?” Mentre ritengo
interessante, in contrasto con quanto sopra, riferire le informazioni rese
da un missionario italiano in occasione di
una riunione indetta dalla padovana “S.O.S. - Solidarietà, Organizzazione,
Sviluppo” presieduta da Sonia Mansutti, che si occupa di aiuto ai paesi
africani. Egli affermava che il comportamento
dei cinesi i quali, come noto, si stanno
espandendo in Africa, è molto più corretto, riconoscendo il giusto compenso dei
loro affari agli indigeni che se ne dimostrano molto soddisfatti.
Ritengo che sia questo
un ottimo esempio di buona “politica ambientale”
Padova 19.5.2016
Giovanni Zannini