Sono noti gli equivoci provocati dai fumi provenienti dal comignolo installato sul tetto della Cappella Sistina per segnalare l'esito delle votazioni relative all'elezione dei Papi, sistema ereditato dagli indiani d'America, dai Sioux e dagli Apaches, che con l'alfabeto “fumogeno” s'intendevano benissimo scambiandosi messaggi di ogni tipo, quelli amorosi compresi.
Molto spesso,
infatti, in passato, il colore di detti fumi veniva diversamente interpretato
ed in Piazza S.Pietro si accendevano animate discussioni in proposito fra il
popolo in attesa, perchè c'era chi il fumo lo vedeva bianco e chi, invece,
giurava, che esso fosse, al contrario,
nero.
Ma oggi, grazie ai
progressi della tecnica, è stata fatta
chiarezza, come dimostrato dall'ultimo
Conclave, e ciò grazie al fatto che ai
documenti, agli appunti, ed alle schede di votazione da bruciare sono stati
aggiunti, con ottimi risultati, : il perclorato di potassio, l'antracene e lo
zolfo, per la fumata nera, e clorato di potassio, lattosio e colofonia, per
quella bianca.
Ma, come si è detto,
in passato il sistema di comunicazione del Conclave basato su sacchetti contenenti paglia bagnata
per le fumate nere, e paglia fresca per quelle bianche, ha dato luogo ad equivoci come nel caso
dell'elezione di Papa R. sulla quale ho avuto da un “corvo” vaticano informazioni riservatissime fin qui
segretate, delle quali non posso citare la fonte perchè ho dato la mia parola
d'onore di non rivelarla, e, sia pure in tempi in cui essa appare assai
svalutata, io alla parola d'onore ci tengo, e anche molto.
Siamo attorno al
1500 e, dopo la morte di Papa G. è in corso il conclave che passò
alla storia come uno dei più rapidi e veloci.
Fatta la prima votazione
ovviamente senza esito e
regolarmente segnalata all'esterno, i cardinali, dopo una breve
interruzione, si accingono alla votazione successiva, quando si sentono
dei battiti, sempre più frequenti, e impazienti, sul portone della Cappella
Sistina. Tra la sorpresa generale, il Cardinale Capo si avvicina al portone e
chiede, con voce solenne, chi osa turbare la quiete e la solennità del
Conclave.
Dall'altra parte si risponde: “Siamo i sarti incaricati
della vestizione del nuovo Papa e ci permettiamo di sollecitarlo perchè la
folla in piazza, data la lunga attesa, già rumoreggia”.
“Ma quale Papa”, risponde indignato il Cardinale, “qui di
Papi non ce ne sono proprio! Abbiate pazienza e prima o poi arriverà”.
Dall'altra parte un breve silenzio, poi la voce riprende, timida, ma sicura del
fatto suo: ” Scusate, Eminenza, ma la fumata bianca ha detto chiaramente che il
nuovo Papa è finalmente arrivato”. “Ma quale fumata bianca!” ribatte,
indignato, il Cardinale “se non ci vedete, mettetevi gli occhiali”. Un altro
breve silenzio, poi la voce insiste: “Eppure, Eminenza, reverendissima, la
fumata è stata bianca, bianchissima, e
non crediamo che tutta la piazza sia diventata improvvisamente daltonica “. A
questo punto il Cardinale Capo, che
comincia a rendersi conto che qualcosa non va,
prudentemente invita quelli di fuori ad aver pazienza assicurando che avrebbe chiarito la cosa: quindi ritorna
al suo scranno e riferisce ai confratelli, tutto affannato, il discorso dei sarti, suscitando grande
sorpresa e perplessità.
Si decide allora, di
fare, immediatamente, la conta dei
sacchetti e si constata con sgomento
che di quelli con la paglia fresca ne manca uno,
mentre quelli con la paglia umida ci sono tutti.
A questo punto
scoppia il tumulto, e tutti gli occhi si
appuntano sul Cardinal Fuochista: il
Card. B., anni 98 suonati (all'epoca i cardinali votavano tutti e non, come oggi, solo quelli fino a 80 anni),
piccolino, magrolino, e con un par d'occhiali spessi come due fondi di
bicchiere. Gli epiteti rivolti al poveruomo non sono riferibili, perchè oramai
è tutto chiaro: un po' per l'emozione,
un po' per la vista scarsa, e per l'illuminazione scadente, il vegliardo aveva sbagliato sacchetto.
Cessate le urla e le imprecazioni, il Card. Capo apre la discussione per decidere
il da farsi, e qualcuno propone di mandar su una fumata nera a titolo di contrordine, ma la soluzione viene scartata
perchè avrebbe creato una grande
confusione nel popolo e loro ci avrebbero fatto una gran brutta figura. Allora
il Card.Presidente, noto per la sua saggezza, fa il seguente discorso:”Cari
confratelli, ora che la frittata è fatta, bisogna trovare una soluzione al più
presto possibile per evitare che quelli di fuori arrivino fin qui con i forconi e ci facciano la festa. Perciò propongo che venga eletto il Card.S.
che non è nè vecchio né giovane, né
ricco né povero, non è nè di manica larga né di manica stretta, non è una
bellezza ma non è decisamente brutto, non è di destra, ma neppure di sinistra,
è un teologo ma sa anche parlare alla gente, sta con i poveri, ma va d'accordo
anche con i ricchi: insomma, va bene per tutti. Perciò non perdiamo altro tempo, e votiamolo all'unanimità”.
Tutti i Cardinali applaudirono e, in quattro e quattrotto il
Cad.S. fu eletto, con grande soddisfazione del popolo che finalmente ebbe il
Papa tanto atteso.
Quel Conclave passò alla storia per la sua brevità, ma,
dalle preziose informazioni avute, è evidente
che il suo esito fu dovuto, più che allo Spirito Santo, alla fifa dei Cardinali di doverci lasciare
la pelle.
Padova 2-4-2013
Giovanni Zannini
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