LA PROVA FALLITA.
Racconto
Mario e Fiorella, terminata la cena, sono seduti uno accanto all’altra sul divano in soggiorno e lui le passa amichevolmente un braccio sulle spalle.
Mario e Fiorella, terminata la cena, sono seduti uno accanto all’altra sul divano in soggiorno e lui le passa amichevolmente un braccio sulle spalle.
“Dunque” dice lui “ le cose, riconosciamolo, non
sono andate bene e quindi occorre tirare le fila”.
“E’ vero” risponde lei “l’altro ieri è scaduto
l’anno di matrimonio in prova e, contro tutte le previsioni, è stato un
fallimento”.
“Peccato” assente Mario con un sospiro “ perché
eravamo innamorati cotti, ma poi, per precauzione, abbiamo deciso di passare un
anno insieme prima di sposarci. Pareva che tutto andasse bene, ma poi,
purtroppo, sono emersi i difetti…”.
“I tuoi, vorrai dire” replica l’altra, un po’ seccata “perché la tua indolenza, la
poca voglia di lavorare, e la tua pigrizia, apparse evidenti, non sono certo delle gran virtù”.
E Mario: “Scusa, sai, ma già che siamo in
argomento, anche tu non è che il tempo lo utilizzi al meglio. Quante ore stai
allo specchio, per aggiustarti i capelli, e poi le creme viso-corpo, i
massaggi, i raggi ultravioletti, la manicure, la pedicure, il fondotinta, gli ombretti, la depilazione ecc., per cui, il più delle
volte, tornando a casa, invece di
trovare il pranzo pronto, mi tocca cuocermi gli spaghetti e poi aprire una
carne in scatola. E poi sei lenta, lenta…”.
”Piano” lo interrompe Fiorella togliendosi il
braccio di Mario dalle spalle riposizionandolo
sulle ginocchia di lui “dal momento che hai voluto toccare questo tasto, ti
devo dire, con franchezza, che in fatto di lentezza per certe cose, tu mi
capisci, mi batti sonoramente, e debbo dirti che certe volte l’attesa troppo
prolungata è nociva e fa scappare la voglia: e poi, una volta ogni quindici
giorni, lasciatelo dire, è veramente troppo poco…”.
“Sarà” ammette l’altro, “ posto che io sia un po’ lento, tu,
invece, vuoi tutto e subito, e questo non è carino perché una certa
preparazione ci vuole pure. E poi…”.
“Ancora?” insorge la donna, tra il curioso e il
risentito.
“Vedi, cara,” fa Mario, con un tono di voce amabile,
“far l’amore è una cosa bella,
distensiva, delicata, romantica, e tu, invece, quei momenti li
trasformi in un combattimento corpo a corpo. E poi quelle grida, quegli strepiti che allarmano il condominio e
che la notte mettono in imbarazzo i condòmini quando i figlioletti chiedono
loro se la Fiorella sta male, e loro a spiegargli che in effetti lei è talora soggetta a dolori lancinanti che
la fanno disperare. Scusa se te lo dico, ma quelli sembrano l’acuto di una
soprano stonata, l’urlo di Tarzan, l’invocazione d’aiuto di chi sta per
affogare, il grido del fantaccino che va all’assalto alla baionetta e perfino
quello del giapponese che si sta facendo karakiri,….”.
“Ah, perché tu, invece” lo ferma Fiorella prima che
l’altro continui ad imputarle i i suoni
più assortiti “ pensi che dalla tua bocca escano solo parole dolci ed
espressioni delicate ? Basta che tu,
chiudendo un cassetto, ti schiacci un dito, perché si aprano le cateratte delle
ingiurie con riferimento soprattutto ad
una parte intima (assai importante, per cui non comprendo perché gli
uomini, quando sono arrabbiati, se la prendano tanto con quella) del tuo corpo, con maledizioni varie ai santi, o con chiari riferimenti
ad una certa categoria di donne, con un profluvio di parole affatto amabili ,
anzi, decisamente degne di biasimo. Per non parlare di altri rumori che
attestano indiscutibilmente l’ottimo stato
del tuo apparato digerente, ma che, se non trattenuti, fanno, francamente, schifo.
La confidenza, è vero, è una bella cosa, e in casa sua ognuno deve potersi
rilassare purchè non si trasformi in un mau-mau o in uno scaricatore di porto
fra i quali, è doveroso dirlo, se ne
trovano anche alcuni di quelli educati e
di buone maniere”.
A questo punto, quasi avessero esaurito il bilancio
di quell’anno di convivenza, i due
tacciono, e dopo un po’ Mario rompe quel silenzio che si è fatto un po’
imbarazzante: ”Ma è inutile recriminare il passato, ora guardiamo al futuro:
cosa pensi di fare, adesso?”.
“Dopo Francesco, di cui ti ho già parlato, e te, mi metto ancora in prova matrimoniale sperando che sia la
volta buona” risponde, disinvolta, la donna.
E Mario, incuriosito, con un sorriso: “E posso
chiederti con chi effettuerai il
prossimo collaudo?”.
“Tra noi, ormai,
è inutile fare misteri, e allora
sappi che sono già in trattative col Carlo Ferretti”.
“Lui? Lo conosco benissimo” dice Mario,”e sono
sicuro che farà al caso tuo perché non
ha tutti i miei difetti: ottimo lavoratore indefesso, molto attivo (lo
chiamano “Trapano”) con le donne (e questo, penso, ti farà molto piacere), ha
stile, morigerato nel mangiare e nel bere, non emette mai suoni molesti trattenendosi, all’occorrenza, con eleganza, si astiene dal turpiloquio e non
infierisce sui santi. Sono sicuro che il collaudo avrà buon esito e ti auguro
ogni bene”.
“Grazie, anche se per conoscere a fondo gli uomini
un anno è troppo poco, e alla lunga le magagne vengono fuori. Per questa volta
la tento ancora anche se oramai penso
che di uomini senza difetti non ce ne sono proprio per cui, a un certo punto,
conviene rischiarla sposando quello che ti pare ne abbia di meno, anche senza
esserci andata a letto prima. Ma adesso andiamo a dormire perchè si è fatto
tardi”.
“D’accordo” conclude Mario “ e domattina svegliami
in tempo che ti aiuto a far le valigie”.
Giovanni Zannini
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