Hedda, la figlia di Mussolini, nel suo libro di memorie “La mia testimonianza” (Rusconi Libri – 1975) descrive particolari della personalità di Hitler che francamente stupiscono.
L’ha incontrato più volte ed è dunque in grado di descrivere un uomo ben diverso da quello tristemente famoso, divenuto simbolo del male e aborrito nel mondo.
Non l’uomo freddo e glaciale, rivoluzionario spietato, oratore irruento e scatenato, ideologo farneticante, appassionato amante della Germania “caput mundi”, simbolo di violenza e di sopraffazione dei popoli, che siamo abituati a conoscere.
In privato, invece, apppare tranquillo, intelligente, colto, buon conversatore, cultore di arte, circondato da pochi ma scelti amici, che scherza e gioca con i figlioletti - che lo chiamano “zio” - dei suoi fedeli collaboratori, a suo agio nei salotti e nei ricevimenti che organizza volentieri, circondato da belle donne che sembrano infrangere la leggenda di innamorato solo della “sua” Germania – sola eccezione, “frau” Eva Braun -, amico degli animali.
Il suo stesso aspetto fisico, secondo Hedda, è interessante: elegante il portamento, calda la voce, perfino i famosi baffetti (solitamente oggetto di commenti salaci ed anche d’irrisione) gli attribuiscono un fascino insospettabile.
E’ ospite gentile e premuroso, che in tempi felici accompagna Hedda in una lieta gita in motoscafo sul lago descrivendone, da Cicerone esperto e competente, le molte bellezze.
E facile alla commozione.
Nel suo diario Goebbels ricorda che il 14 settembre 1943, in occasione dell’incontro alla “Tana del lupo” con Mussolini dopo la sua liberazione, “Hitler e Mussolini si sono abbracciati dopo la lunga separazione. E’ stato questo un esempio di fedeltà tra uomini e camerati che ha profondamente commosso”. (Anche se altri affermano che non di abbraccio si trattò, ma di una lunga stretta di mano particolarmente calorosa, con le mai che si sormontavano l’una sull’altra).
Fine agosto 1943. Il fatale 25 luglio è trascorso da un mese. Dove sia finito Mussolini non si sa. Ciano e la sua famiglia sono rimasti a Roma indisturbati, ma i tedeschi per evitare che capiti loro qualche guaio, li prelevano e li trasferiscono in Germania: con loro sorpresa perché, come sostiene la Ciano, salendo sull’aereo, gli avevano promesso di portarli in salvo in Spagna.
All’arrivo a Monaco sono trattati con ogni riguardo ed alloggiati, in gran segreto, poco lontano, in una magnifica villa a Oberallmannshausen, sul lago di Starnberg, messa a disposizione da Hitler.
Quindi, l’incontro con il Fhurer.
“Non appena seppe del nostro arrivo – scrive Hedda Ciano – egli mi invitò nel suo Quartier Generale (“La tana del Lupo – ndr.) nella Prussia orientale. Era ad aspettarmi sulla soglia della baracca di legno nascosta nella foresta. Mi strinse a lungo le mani CON GLI OCCHI PIENI DI LACRIME e mi introdusse subito nel salotto dove ci venne servito il tè. Le sue prime parole furono:”Perché vostro padre ha convocato il Gran Consiglio? Che bisogno c’era di fare una cosa simile? Che errore!” “Ma dov’è mio padre?” “Per vostro padre non abbiate paura. Sarà liberato. Non sappiamo ancora dove lo tengono prigioniero, ma l’informazione non potrà tardare. E allora, ve lo prometto, ricorrerò ad ogni mezzo per liberarlo. State tranquilla che ve lo restituirò sano e salvo, lui e tutta la vostra famiglia…”
E pure gentiluomo.
“ L’indomani - prosegue la figlia del duce - venne a porgermi gli auguri per il mio compleanno nel suo treno personale che aveva messo a disposizione mia e di mio fratello Vittorio, e mi offrì personalmente un mazzo di orchidee trovate chissà dove. E anche dopo che gli dissi delle cose che potrei definire infelici, ebbe, è vero, uno scatto d’ira, ma tutto finì li. Mentre stavamo conversando e il Fhurer mi spiegava che le forze dell’Asse avrebbero riportato la vittoria finale così come Federico II di Prussia l’aveva riportata alla fine della guerra dei 7 anni nonostante la coalizione che gli si opponeva, gli feci osservare, con tutta semplicità:” E’ vero, ma a quel tempo non esistevano né gli aerei né gli americani”. E poi soggiunsi:”Bisogna riconoscere che Churchill e Stalin sono in gamba. Credetemi, la guerra è ormai perduta e non rimane altro che la pace separata con la Russia”. Hitler si inalberò:” Nein, nein!”, gridò “qualunque cosa ma non tratterò mai con i russi, Frau Grafin (signora contessa)! Sarebbe come se mi chiedeste di mettere insieme il diavolo e l’acqua santa. Per i russi è la stessa cosa! Non può esserci pace con loro! “. Molte persone erano state giustiziate per molto meno sotto l’accusa di disfattismo. Tutti i presenti, fra i quali von Ribbentrop, Himmler e mio fratello erano sconvolti. Credo che se avessero potuto farmi sparire l’avrebbero fatto con gioia….Ma si dava il caso che io fossi la figlia di Mussolini e il Duce, anche se imprigionato, era ancora vivo e restava l’amico del Fhurer. Quindi non si poteva torcermi neppure un capello. “Non credo che con quei discorsi tu abbia accresciuto le tue possibilità di arrivare in Spagna con Galeazzo e i bambini - commentò ironico Vittorio quando Hitler se ne fu andato – in quanto a diplomazia sei un fenomeno!”.
Per la verità, Hedda Ciano toccò un argomento che von Ribbentrop aveva già affrontato con Hitler come emerge dalle memorie postume “Fra Londra e Mosca” ove l’ex ministro degli Esteri del Reich scrive:” …Dopo il tradimento del Governo Badoglio nel settembre 1943, intrapresi un nuovo e più energico tentativo.(Hitler) Si avvicinò con me ad una carta geografica e disegnò lui stesso una linea di demarcazione quale base per un’eventuale intesa con i russi. Quando gli chiesi pieni poteri , mi disse che voleva ripensarci fino alla mattina seguente. Ma il nuovo giorno non portò ad alcuna conclusione. Il Fuhrer mi disse che doveva studiare la questione con maggior attenzione. Rimasi molto deluso. Sentivo che erano all’opera forze che irrigidivano Hitler sempre di più nel suo atteggiamento di fronte ad un’intesa con Stalin. Allorchè Mussolini, dopo la sua liberazione, venne al Quartier Generale del Fuhrer, Hitler disse con mia grande sorpresa in sua presenza di voler intendersi con la Russia. Alla mia preghiera di darmi istruzioni non diede una risposta precisa, e già il giorno seguente respinse di nuovo ogni presa di contatto”.
Ma torniamo all’incontro fra Hitler ed Hedda Ciano, ed al loro colloquio durante il quale secondo Goebbels che era presente, la donna commise una “gaffe” ancor più grave quando chiese ad Hitler di cambiare in pesetas 6 milioni di lire che Ciano si era portato dall’Italia, giungendo ad offrire al Fuhrer la differenza nel tasso di scambio (circostanza peraltro negata dalla donna), ciò che lo irritò moltissimo.
E’ assai probabile che, dopo tale burrascoso colloquio, la stima e l’affetto di Hitler verso la “Frau Grafin” si siano dimolto attenuati.
Giovanni Zannini
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