La Repubblica Moldava di Pridnestrovie
(ufficialmente “Republica Moldoveneasca Nistreana”), conosciuta
in Italia come “Transnistria”, la terra dei mitici cosacchi degli
Zar, è una striscia di
terra di quasi 200 chilometri di lunghezza e 18/20 mediamente di
larghezza esistente lungo la riva orientale del fiume Dnjestr (in
moldavo Nistro).
Schiacciata tra il fiume ed il confine
ucraino ad est, su di un'area di circa 3.500 kmq, si estende dalla
località di Camenca a nord fino al confine ucraino a sud, con una
popolazione (565.000 abitanti secondo l'ultimo censimento del 2004,
ma attualmente sicuramente meno a seguito dell'emigrazione verso
l'Ukraina) comprendente una forte componente di lingua russa.
Singolare il suo status dal momento che
la comunità internazionale la ritiene una regione della Moldavia,
mentre essa, unilateralmente, si considera una repubblica
indipendente “de facto”.
Per
comprendere questa figura di stato, singolare nel panorama
internazionale, occorre risalire al 2 agosto 1940 allorchè il Soviet
Supremo dell'U.R.S.S (Unione Repubbliche Socialiste Sovietiche) creò
la “Repubblica Socialista di Moldavia” inglobante anche il
territorio ad est del Nistro.
Ma,
a seguito della dissoluzione dell'U.R.S.S. avvenuta alla fine degli
anni 80, il 24 agosto 1991 il parlamento della succitata repubblica
votò la definitiva indipendenza dall'Unione Sovietica e la
costituzione della nuova “Republica Moldova” comprendente anche
il territorio della Transnistria.
Il
giorno dopo però, 25 agosto, il Soviet Supremo ivi costituitosi ad
opera di indipendentisti filo-russi emanò a sua volta una
dichiarazione di piena indipendenza dalla neo costituita “Republica
Moldova”, assunse il nome di ”Republica Moldoveneasca Nistreana”
e manifestò il proprio velleitario intendimento di unirsi alla
Russia dalla quale peraltro la divide il territorio dell' Ucraina.
Questa insurrezione
provocò una breve guerra iniziata l'1 marzo 1992 fra le due
repubbliche moldave, quella effettiva e quella autoproclamata,
conclusasi con un accordo del luglio dello stesso anno che in
pratica lasciava inalterata la situazione.
Da allora si sono
succedute trattative diplomatiche con l'intervento della Russia,
dell'Ucraina ed anche dell'OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la
cooperazione in Europa) con il solo risultato di lasciare inalterato
lo “statu quo” pur rendendo meno violento il contrasto fra le due
contendenti.
Diverse le
caratteristiche dei due paesi.
La “Republica
Moldova”, la più vasta, riconosciuta internazionalmente, che si
estende a ovest del Nistro, fino al confine con la Romania, è
prevalentemente agricola; l'altra, la concorrente, ha impianti
industriali metallurgici installati a suo tempo per attirarvi
immigrati dal resto dell'U.R.S.S. ma ormai obsoleti ed inquinanti. Ne
esistono però anche di moderni come la grande centrale elettrica di
Kuciurgan - che fornisce energia, con evidente potere ricattatorio,
anche alla repubblica rivale –, una fabbrica per la produzione di
componenti per aerei civili, cementifici e stabilimenti per la
produzione di tessuti.
Ma la vera fonte di
ricchezza peraltro assai equivoca, deriva alla Transnistria
dall'imponente massa di materiale bellico accumulato durante la
guerra fredda, in immensi magazzini e depositi sotterranei, a
servizio della XIV armata dell'URSS che presidiava la riva orientale
del Nistro, potente baluardo contro possibili attacchi delle potenze
occidentali.
Tale materiale, che la
Russia non può recuperare stante la difficoltà di attraverare
l'Ukraina - divenuta repubblica indipendente - che la separa dalla
Transnistria, ha trasformato la sedicente “Republica Moldoveneasca
Nistreana” in un covo di mafie, di trafficanti di armi, droga,
materiali chimici e radioattivi e di criminali internazionali che ne
fanno un vero e proprio “buco nero” di illegalità e di
corruzione al centro dell'Europa.
Inoltre essa è l'unico
paese a perpetuare un regime vetero comunista: venera vecchi
simboli che ancora fan bella mostra di sé nelle figurazioni e nei
monumenti diffusi nella capitale Tiraspol come nel resto del suo
territorio, ed aspira ad una unione con la Russia geograficamente
assurda stante un ostacolo insormontabile: il territorio dell'immensa
Ukraina.
Putin, per il momento,
pare favorevole ad una federazione moldava che riunifichi le due
repubbliche: a meno che un giorno ci ripensi e, come ha fatto per i
russi della Crimea, decida di andare a liberare anche quelli della
Transnistria riprendendosi, già che c'è, anche l'arsenale della XIV
armata della defunta U.R.S.S. . // Padova 15-1-2017 //
Giovanni Zannini